Inchiesta Fanpage, La Corrente: «Sono fascisti e non lo dicono pubblicamente»

Secondo il movimento di sinistra sarebbero coinvolti esponenti di Gioventù Nazionale locali

domenica 30 giugno 2024
A cura di La redazione
Sta facendo discutere molto l'inchiesta in più puntate portata avanti da Fanpage dal titolo "Gioventù Meloniana", con cui la testata giornalistica ha portato alla luce alcuni comportamenti "inopportuni" di taluni esponenti di Gioventù Nazionale. Sotto la lente di ingrandimento saluti romani, inneggiamenti al Duce e insulti antisemiti. (qui il video)

A commentare quanto sta accadendo a livello nazionale, dopo che la questione è arrivata in Parlamento e le dichiarazioni della premier che ha parlato di «inchiesta da Stasi (la polizia politica comunista della Germania Est)», ci ha pensato La Corrente Terlizzi.
Nelle scorse ore sui canali social è apparso un post in cui il gruppo di maggioranza attaccava apertamente Fratelli d'Italia: «Sono fascisti, e in quanto tali, da codardi, non lo dicono pubblicamente. Ma tutt'altro è il volto che appare in privato - scrivono -, come mostra questa seconda parte dell'inchiesta di Fanpage.it in cui è coinvolta anche Terlizzi tramite l'Onorevole Marcello Gemmato.
Seminano odio
- sottolineano da La Corrente -, rievocano nostalgie vietate, disprezzano la diversità, mentre formano la futura classe dirigente di partito: è questo quello che accade tra le fila di Gioventù Nazionale, espressione giovanile di Fratelli d'Italia.
Sarebbe quantomeno opportuno che nel circolo locale si avviino delle riflessioni, che per noi hanno l'unica naturale prosecuzione nelle dimissioni di chi è ai vertici del movimento giovanile
- è l'attacco frontale - e si dichiara squadrista e di chi, purtroppo, porta il nome di Terlizzi in Parlamento. Verranno a dirci che a Sinistra vediamo il fascismo ovunque: bene, questa volta, spudoratamente, nel suo vero volto, può "ammirarlo" chiunque.
Certo,
- concludono da La Corrente - non mancano le responsabilità da parte di chi ha voluto "riappcificare" il Paese, in Italia e nella provincia, consentendo l'avanzata di questi movimenti. Ma non è mai troppo tardi per denunciare e fermare la china pericolosa».