L'accusa è di omicidio plurimo, ora De Sario rischia 15 anni
Negativo all'aloltest, ma per la polizia andava più veloce del consentito
lunedì 14 dicembre 2015
Francesco De Sario, 57 anni, di Terlizzi, è stato arrestato con l'accusa di omicidio colposo plurimo, aggravato dalle violazioni del codice della strada per velocità e distanza di sicurezza. E' risultato negativo all'alcoltest, ma secondo i primi accertamenti della Polizia Stradale di Brindisi andava troppo veloce con la sua autocisterna che ieri pomeriggio ha provocato la strage sulla statale Brindisi-Bari, all'altezza di Fasano, uccidendo cinque persone tra cui una bimba di tre anni, i suoi nonni e un ragazzo di 21. De Sario, che ha fornito la propria versione dei fatti, rischia una pena fino a 15 anni di reclusione. L'accusa sarebbe di 'omicidio stradale' se la legge fosse già entrata in vigore.
A quanto accertato, infatti, il conducente dell'autocisterna, che trasportava circa 280 quintali di olio, procedeva a una velocità di 85 km/h, mentre il limite consentito e' di 70 km/h per quel genere di automezzo. De Sario è stato a lungo ascoltato dai poliziotti del commissariato di Ostuni (Brindisi) e dal pubblico ministero Luca Buccheri. Le tre autovetture coinvolte nell'incidente (una Opel Zafira, una Opel Corsa e una Peugeot 107) viaggiavano verso sud e quindi nella direzione opposta a quella del tir che, dopo avere sfondato lo spartitraffico, è finito di traverso alla carreggiata.
Gli sviluppi della vicenda, proprio per la sua gravità, sono stati seguiti personalmente anche dal procuratore capo, Marco Dinapoli.
A quanto accertato, infatti, il conducente dell'autocisterna, che trasportava circa 280 quintali di olio, procedeva a una velocità di 85 km/h, mentre il limite consentito e' di 70 km/h per quel genere di automezzo. De Sario è stato a lungo ascoltato dai poliziotti del commissariato di Ostuni (Brindisi) e dal pubblico ministero Luca Buccheri. Le tre autovetture coinvolte nell'incidente (una Opel Zafira, una Opel Corsa e una Peugeot 107) viaggiavano verso sud e quindi nella direzione opposta a quella del tir che, dopo avere sfondato lo spartitraffico, è finito di traverso alla carreggiata.
Gli sviluppi della vicenda, proprio per la sua gravità, sono stati seguiti personalmente anche dal procuratore capo, Marco Dinapoli.