L'ufficio elettorale dice "no" al riconteggio dei voti
Al ballottaggio ci saranno Ninni Gemmato e Pasquale Vitagliano
sabato 17 giugno 2017
8.26
Non ci sarà alcun riconteggio dei voti. L'ufficio elettorale centrale del comune di Terlizzi ha respinto l'istanza presentata nei giorni scorsi da Michelangelo De Chirico tesa a rivedere le schede nulle e contestate in tutte le 22 sezioni terlizzesi e, in particolare, a ricontare anche i voti validi nelle sezioni numero 5 e 22. In queste ultime, a dire della coalizione del centrosinistra, ci sarebbero state pesanti anomalie nell'attribuzione dei voti da parte dei presidenti di seggio.
La risposta all'istanza presentata da tutti i responsabili delle liste del centrosinistra è giunta nella giornata di ieri: l'ufficio elettorale centrale non entra nel merito della richiesta, quindi non esclude a priori che irregolarità possano esserci state, ma specifica che per legge questo ufficio non ha alcuna competenza nel decidere su un possibile riconteggio dei voti. Il ricorso contro la proclamazione degli eletti è sempre possibile, ma la giurisdizione in materia di operazioni elettorali - rammenta il presidente dell'ufficio elettorale centrale - è in capo al giudice amministrativo. In altre parole, De Chirico dovrebbe far ricorso al Tar per poter veder riconosciute le proprie ragioni, circostanza questa che di solito richiede tempi lunghi.
La risposta all'istanza presentata da tutti i responsabili delle liste del centrosinistra è giunta nella giornata di ieri: l'ufficio elettorale centrale non entra nel merito della richiesta, quindi non esclude a priori che irregolarità possano esserci state, ma specifica che per legge questo ufficio non ha alcuna competenza nel decidere su un possibile riconteggio dei voti. Il ricorso contro la proclamazione degli eletti è sempre possibile, ma la giurisdizione in materia di operazioni elettorali - rammenta il presidente dell'ufficio elettorale centrale - è in capo al giudice amministrativo. In altre parole, De Chirico dovrebbe far ricorso al Tar per poter veder riconosciute le proprie ragioni, circostanza questa che di solito richiede tempi lunghi.