L'ultimo saluto a Albino e Donata. Le foto
Concattedrale gremita ai funerali delle due vittime terlizzesi
domenica 17 luglio 2016
23.03
Una Concattedrale gremita di persone ha rivolto l'estremo saluto alle due vittime terlizzesi, Albino de Nicolo e Donata Pepe, travolte nel tragico disastro ferroviario dello scorso 12 luglio.
Le esequie, tenute in forma privata per volontà delle famiglie, sono state officiate dal vescovo della diocesi Mons. Domenico Cornacchia, oltre a essere omaggiate dall'amministrazione comunale, dalle autorità militari, nonché dal capo dello Stato Sergio Mattarella e dal presidente della Regione Michele Emiliano che, seppur assenti, hanno donato due composizioni floreali funebri.
L'intera comunità terlizzese si è unita solidale al profondo cordoglio dei parenti che con grande contegno e riserbo hanno dato sfogo al loro immenso dolore. Alla moglie e ai figli di Albino, nonché ai genitori del piccolo Samuele, presenti alla funzione religiosa, si sono stretti nella sofferenza i familiari, i conoscenti, nonché i dipendenti della Ferrotramviaria.
Di grande commozione l'omelia del vescovo che, attraverso i versi del libro della Sapienza, rassicura sul passaggio a nuova vita dell'anima dopo il trapasso fisico del corpo «Il giusto, anche se muore prematuramente, si troverà in un luogo di riposo. Nessuno avrebbe mai immaginato una dipartita così improvvisa e imprevedibile: Albino per lavoro, Donata per una serena vacanza. Tutti e due si sono trovati sul medesimo treno della morte. Ringraziamo i soccorritori e gli esponenti dell'ordine pubblico per l'impegno profuso nei giorni scorsi».
Di difficile analisi appare la giustificazione di tanta afflizione «Il silenzio e la meditazione su quanto accaduto richiamano lo scopo ultimo della nostra vita: siamo sul convoglio della meta. La vita è un percorso sul quale dobbiamo viaggiare con tante persone, familiari e sconosciuti. Portiamo con noi l'essenziale. Sul treno non possiamo mettere le radici. Dobbiamo arrivare integri e dignitosi alla meta per ricevere la ricompensa dal Signore».
Il vescovo Cornacchia, inoltre, lancia un appello ai cittadini e alle forze civili e politiche, affinché ciascuno si senta più protagonista del proprio e dell'altrui destino «Non bisogna perdersi nella burocrazia, ma occorre impegnarsi per portare a termine opere di pubblica utilità. Si rende necessario promuovere il riscatto sociale: il sangue delle vittime dell'onestà e della coerenza non deve scorrere invano, ma deve instillarsi in tutte le autorità di competenza».
Anche il sindaco Ninni Gemmato ha salutato per l'ultima volta Albino e Donata in un momento di lutto inconsolabile. L'immane tragedia ha inferto una ferita lacerante al tessuto sociale del nord barese «Ognuno di noi ha un suo personale ricordo della ferrovia: chi per la scuola, chi per il lavoro, chi per amore. Albino è venuto a mancare nell'espletamento del suo dovere. Donata con il suo gesto materno ha salvato la vita al nipotino Samuele, tenendolo abbracciato a sé».
Due vite esemplari, dunque, la cui memoria deve essere di conforto a noi vivi, proiettandosi verso il futuro «Quando il loro nome andrà oltre l'esistenza terrena, potremo dire che la vita ha superato la morte».
Al termine della solenne cerimonia, è scoppiato un applauso scrosciante da parte di tutti i presenti che hanno rivolto parole di grazia e di misericordia ai due scomparsi. La salma di Albino sarà tumulata nella nostra città, mentre quella di Donata farà ritorno nel suo paese di residenza.
Le esequie, tenute in forma privata per volontà delle famiglie, sono state officiate dal vescovo della diocesi Mons. Domenico Cornacchia, oltre a essere omaggiate dall'amministrazione comunale, dalle autorità militari, nonché dal capo dello Stato Sergio Mattarella e dal presidente della Regione Michele Emiliano che, seppur assenti, hanno donato due composizioni floreali funebri.
L'intera comunità terlizzese si è unita solidale al profondo cordoglio dei parenti che con grande contegno e riserbo hanno dato sfogo al loro immenso dolore. Alla moglie e ai figli di Albino, nonché ai genitori del piccolo Samuele, presenti alla funzione religiosa, si sono stretti nella sofferenza i familiari, i conoscenti, nonché i dipendenti della Ferrotramviaria.
Di grande commozione l'omelia del vescovo che, attraverso i versi del libro della Sapienza, rassicura sul passaggio a nuova vita dell'anima dopo il trapasso fisico del corpo «Il giusto, anche se muore prematuramente, si troverà in un luogo di riposo. Nessuno avrebbe mai immaginato una dipartita così improvvisa e imprevedibile: Albino per lavoro, Donata per una serena vacanza. Tutti e due si sono trovati sul medesimo treno della morte. Ringraziamo i soccorritori e gli esponenti dell'ordine pubblico per l'impegno profuso nei giorni scorsi».
Di difficile analisi appare la giustificazione di tanta afflizione «Il silenzio e la meditazione su quanto accaduto richiamano lo scopo ultimo della nostra vita: siamo sul convoglio della meta. La vita è un percorso sul quale dobbiamo viaggiare con tante persone, familiari e sconosciuti. Portiamo con noi l'essenziale. Sul treno non possiamo mettere le radici. Dobbiamo arrivare integri e dignitosi alla meta per ricevere la ricompensa dal Signore».
Il vescovo Cornacchia, inoltre, lancia un appello ai cittadini e alle forze civili e politiche, affinché ciascuno si senta più protagonista del proprio e dell'altrui destino «Non bisogna perdersi nella burocrazia, ma occorre impegnarsi per portare a termine opere di pubblica utilità. Si rende necessario promuovere il riscatto sociale: il sangue delle vittime dell'onestà e della coerenza non deve scorrere invano, ma deve instillarsi in tutte le autorità di competenza».
Anche il sindaco Ninni Gemmato ha salutato per l'ultima volta Albino e Donata in un momento di lutto inconsolabile. L'immane tragedia ha inferto una ferita lacerante al tessuto sociale del nord barese «Ognuno di noi ha un suo personale ricordo della ferrovia: chi per la scuola, chi per il lavoro, chi per amore. Albino è venuto a mancare nell'espletamento del suo dovere. Donata con il suo gesto materno ha salvato la vita al nipotino Samuele, tenendolo abbracciato a sé».
Due vite esemplari, dunque, la cui memoria deve essere di conforto a noi vivi, proiettandosi verso il futuro «Quando il loro nome andrà oltre l'esistenza terrena, potremo dire che la vita ha superato la morte».
Al termine della solenne cerimonia, è scoppiato un applauso scrosciante da parte di tutti i presenti che hanno rivolto parole di grazia e di misericordia ai due scomparsi. La salma di Albino sarà tumulata nella nostra città, mentre quella di Donata farà ritorno nel suo paese di residenza.