La Corrente e l'ANPI Terlizzi non dimenticano il sacrificio di Gioacchino Gesmundo e Benny Petrone
Delegazioni della città dei fiori presenti a Roma e a Bari per rinvigorire il valore dell'antifascismo
domenica 29 novembre 2020
5.59
«Ora e sempre antifascisti».
Lo slogan è chiaro e non soltanto tale, ma una rivendicazione di valori a cui è impossibile rinunciare. Il movimento civico La Corrente di e l'ANPI Terlizzi hanno presenziato ieri, 28 novembre, a due commemorazioni importanti.
Nel primo caso ad arrivare nella capitale per il ricordo dell'eroe Gioacchino Gesmundo, in via Licia, c'era Maria Pia De Noia della sezione ANPI di Terlizzi, intitolata a lui ed a don Pietro Pappagallo, vittime della furia nazista e martiri delle Fosse Ardeatine. Alle 9.30 è stata rimessa al suo posto la corona d'alloro che il comune di Roma aveva apposto accanto all'epigrafe dedicata a Gioacchino Gesmundo e che formazioni neofasciste avevano eliminato.
A Bari, nello stesso giorno, gli antifascisti di tutta l'Area Metropolitana hanno ricordato Benedetto "Benny" Petrone, il 18enne di Bari Vecchia ucciso in piazza Prefettura da un gruppo di neofascisti il 29 novembre 1977. Presente una delegazione terlizzese.
Un periodo, quello degli anni di piombo, in cui una lunga scia di sangue attraversò il nostro Paese in una vera e propria guerra civile che vide perire, barbaramente uccisi, centinaia di ragazzi di destra e sinistra, rei solo di professare idee politiche.
A deporre una corona di fiori per Benedetto c'era il sindaco metropolitano Antonio Decaro, impossibile tuttavia una celebrazione tradizionale per via delle norme anti-Covid. Con lui i rappresentanti del Comitato XXVIII Novembre ed i familiari del povero ragazzo.
Poco dopo, lo stesso primo cittadino di Bari ha deposto un'altra corona di alloro nell'androne del Palazzo della Questura alla memoria dell'appuntato del disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, Giuseppe Filippo, assassinato dai terroristi rossi di Prima Linea.
L'ANPI Terlizzi e La Corrente non dimenticano Gesmundo e Petrone ed ostinatamente riannodano i fili della memoria condivisa, perché tutto questo non accada mai più. Impegno politico e civile si mescolano inevitabilmente ed elevano a storia viva il loro esempio.
Lo slogan è chiaro e non soltanto tale, ma una rivendicazione di valori a cui è impossibile rinunciare. Il movimento civico La Corrente di e l'ANPI Terlizzi hanno presenziato ieri, 28 novembre, a due commemorazioni importanti.
Nel primo caso ad arrivare nella capitale per il ricordo dell'eroe Gioacchino Gesmundo, in via Licia, c'era Maria Pia De Noia della sezione ANPI di Terlizzi, intitolata a lui ed a don Pietro Pappagallo, vittime della furia nazista e martiri delle Fosse Ardeatine. Alle 9.30 è stata rimessa al suo posto la corona d'alloro che il comune di Roma aveva apposto accanto all'epigrafe dedicata a Gioacchino Gesmundo e che formazioni neofasciste avevano eliminato.
A Bari, nello stesso giorno, gli antifascisti di tutta l'Area Metropolitana hanno ricordato Benedetto "Benny" Petrone, il 18enne di Bari Vecchia ucciso in piazza Prefettura da un gruppo di neofascisti il 29 novembre 1977. Presente una delegazione terlizzese.
Un periodo, quello degli anni di piombo, in cui una lunga scia di sangue attraversò il nostro Paese in una vera e propria guerra civile che vide perire, barbaramente uccisi, centinaia di ragazzi di destra e sinistra, rei solo di professare idee politiche.
A deporre una corona di fiori per Benedetto c'era il sindaco metropolitano Antonio Decaro, impossibile tuttavia una celebrazione tradizionale per via delle norme anti-Covid. Con lui i rappresentanti del Comitato XXVIII Novembre ed i familiari del povero ragazzo.
Poco dopo, lo stesso primo cittadino di Bari ha deposto un'altra corona di alloro nell'androne del Palazzo della Questura alla memoria dell'appuntato del disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, Giuseppe Filippo, assassinato dai terroristi rossi di Prima Linea.
L'ANPI Terlizzi e La Corrente non dimenticano Gesmundo e Petrone ed ostinatamente riannodano i fili della memoria condivisa, perché tutto questo non accada mai più. Impegno politico e civile si mescolano inevitabilmente ed elevano a storia viva il loro esempio.