La polizia municipale dovrebbe fare autocritica, Memola risponde così a Nino Barione

Lettera aperta del portavoce del movimento "Il fronte dei ribelli"

mercoledì 16 settembre 2015 13.22
Ha innescato un interessante dibattito, la presa di posizione dell'Associazione nazionale della polizie locali riguardo agli insulti e alle offese che sempre più spesso vengono rivolte a mezzo Facebook ai pubblici ufficiali in divisa. Il vice presidente dell'associazione, il maresciallo terlizzese Nino Barione, in una nota ufficiale dell'associazione ieri aveva preannunciato azioni legali nei confronti di quegli utenti online (talvolta camuffati sotto falsi profili) che spesso riducono le proprie critiche a calunnie e offese deliberate. Il più delle volte, aggiungiamo noi, solo per fini di strumentalizzazione politica.

Giunge in redazione la replica a firma di Tommaso Memola, portavoce de "Il Fronte dei Ribelli" un movimento d'opinione cittadino. Ecco il suo punto di vista:

"Gent.mo vicepresidente dell'associazione professionale di polizia locale Nino Barione,

ho letto nella data di ieri il comunicato che Lei ha diramato. Pur comprendendo le Sue ragioni e quelle dei suoi colleghi, non condivido in alcun modo le modalità con cui la vostra associazione comunica presunti illeciti di carattere diffamatorio.
Premettendo che il sottoscritto non ha espresso alcun giudizio di merito circa l'operato del corpo di polizia in questione, ci tengo a precisare che sono molto dispiaciuto delle modalità con cui un suo collega mi ha trattato durante le riprese di un video in cui si denunciava l'operato dell'amministrazione comunale in merito alla zona a traffico limitato. C'è un operato politico che sta portando i cittadini all'esasperazione, poiché non sarebbero garantite le minime norme di sicurezza stradale. Le parole esplicitate dal comandante Lorusso in consiglio comunale, sulla regolarità degli spartitraffico gialli, hanno fatto indignare la popolazione cittadina.
Potrei elencare numerosi avvenimenti, dai migranti, alla questione rampe disabili, con tanto di foto e articoli dei live network, ma questo significherebbe generalizzare.
Non tutti gli uomini che rivestono l'uniforme sbagliano.
Tuttavia il suo comunicato non rammenta nessuna dose di autocritica: «possibile che tanti cittadini esasperati si lamentino senza un giustificato motivo? Possibile che alcuni uomini che rivestono l'uniforme non abbiano colpe?»


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