La posizione dell'Amministrazione di Terlizzi sulla cittadinanza a Patrick Zaki

Gemmato: «Affermare rispetto delle regole non significa negare vicinanza umana»

venerdì 7 maggio 2021 12.53
«La solidarietà umana allo studente egiziano Patrick Zaki da parte della comunità terlizzese è fuori discussione ed è stata più volte attestata nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale».

Lo dice il sindaco Ninni Gemmato chiarendo la posizione del Comune di Terlizzi rispetto alla proposta di riconoscimento della cittadinanza onoraria dello studente egiziano.

La vicenda di Patrick Zaki, infatti, è stata lungamente affrontata in aula, a conferma della grande sensibilità che l'intero Consiglio Comunale avverte rispetto a questo tema. La solidarietà verso lo studente egiziano è stata unanime e trasversale, «il rispetto dei diritti civili, la libertà, la democrazia, il rispetto della legge, sono principi sacrosanti nei quali tutti ci riconosciamo e sui quali non possono esserci divisioni o distinguo di parte», osserva il sindaco.

«Il Consiglio comunale ha semplicemente rilevato che il riconoscimento della cittadinanza onoraria richiede requisiti e procedure ben precise. Affermare il rispetto delle regole negli atti amministrativi - sottolinea Gemmato - non significa negare la vicinanza umana rispetto alla vicenda che vede protagonista lo studente egiziano. Tanto più che in Consiglio comunale c'è stato un preciso impegno da parte dell'Amministrazione comunale ad attivarsi presso le istituzioni nazionali competenti, affinché siano attivate tutte le iniziative diplomatiche adeguate per assicurare la tutela dei diritti e l'incolumità di Patrick Zaki».

«Il riconoscimento della cittadinanza onoraria non è l'unico modo di esprimere solidarietà - ha sottolineato il primo cittadino -. Sollecitare l'interessamento istituzionale delle autorità di governo costituisce il nostro modo di offrire un sostegno più concreto ed efficace alla causa: questa è la posizione del Comune di Terlizzi e ritengo che questa posizione possa essere condivisa da tutti, anche dalle associazioni per la difesa dei diritti umani».