La profezia di Michele Grassi: l'ospedale non chiuderà
Ma se il "Sarcone" perdesse lo status di ospedale sarebbe come chiudere
martedì 23 febbraio 2016
6.53
Michele Grassi getta acqua sul fuoco generato dalle indiscrezioni degli ultimi giorni sul rischio chiusura dell'ospedale "Sarcone". Il presidente del consiglio comunale di Terlizzi, il quale vanta entrature anche nel Pd regionale, pare estremamente ottimista sul destino dell'ospedale di Terlizzi.
Se le voci che provengono da Bari insistono sull'ipotesi che l'ospedale di Terlizzi sia destinato a "chiudere", cioè tecnicamente a non essere più un ospedale ma un "presidio territoriale di assistenza" (insomma poco più che un ambulatorio, ma non più un ospedale), Grassi professa calma e sangue freddo. "E' il caso di non spaventare sopratutto la cittadinanza, nonché l'utenza e gli operatori" raccomanda. "L'ospedale Sarcone di Terlizzi, nonostante i mass media della stampa e della tv dicano il contrario, eventualmente per indiscrezioni strumentastiche ricevute, non credo proprio che possa chiudere.
L'Ospedale di Terlizzi — aggiunge il presidente — è strutturalmente piccolo ma molto adeguato, anche per lo staff sanitario importante come la radiologia, la pmeumonologia, il laboratorio analisi, l'oculistica e altri. A fine dicembre fu accertato che l'ospedale non chiudeva e credo proprio che non possa chiudere neanche ora. Può subire, forse, la riconversione, mantenendo i servizi essenziali, ma certamente non potrà chiudere. Occorre certamente - conclude — essere vigili, continuare ad operare con scrupolo, con scienza e coscienza nei reparti e nei servizi, occorre avere forti relazioni istituzionali e politiche con la Regione Puglia e l'Asl di Bari".
Parole che non possono che essere di conforto in questo momento. Parole alle quali tutti vorrebbero, ovviamente, aggrapparsi. Il punto è un altro: che significa che "l'ospedale non chiude"? Perché è ovvio che quando i giornali o le tv parlano di chiusura dell'ospedale non si riferiscono certo alle porte d'ingresso del "Sarcone" sbarrate con il lucchetto, piuttosto intendono la perdita dello status di ospedale. Il che di fatto significherebbe la chiusura dell'ospedale.
Se le voci che provengono da Bari insistono sull'ipotesi che l'ospedale di Terlizzi sia destinato a "chiudere", cioè tecnicamente a non essere più un ospedale ma un "presidio territoriale di assistenza" (insomma poco più che un ambulatorio, ma non più un ospedale), Grassi professa calma e sangue freddo. "E' il caso di non spaventare sopratutto la cittadinanza, nonché l'utenza e gli operatori" raccomanda. "L'ospedale Sarcone di Terlizzi, nonostante i mass media della stampa e della tv dicano il contrario, eventualmente per indiscrezioni strumentastiche ricevute, non credo proprio che possa chiudere.
L'Ospedale di Terlizzi — aggiunge il presidente — è strutturalmente piccolo ma molto adeguato, anche per lo staff sanitario importante come la radiologia, la pmeumonologia, il laboratorio analisi, l'oculistica e altri. A fine dicembre fu accertato che l'ospedale non chiudeva e credo proprio che non possa chiudere neanche ora. Può subire, forse, la riconversione, mantenendo i servizi essenziali, ma certamente non potrà chiudere. Occorre certamente - conclude — essere vigili, continuare ad operare con scrupolo, con scienza e coscienza nei reparti e nei servizi, occorre avere forti relazioni istituzionali e politiche con la Regione Puglia e l'Asl di Bari".
Parole che non possono che essere di conforto in questo momento. Parole alle quali tutti vorrebbero, ovviamente, aggrapparsi. Il punto è un altro: che significa che "l'ospedale non chiude"? Perché è ovvio che quando i giornali o le tv parlano di chiusura dell'ospedale non si riferiscono certo alle porte d'ingresso del "Sarcone" sbarrate con il lucchetto, piuttosto intendono la perdita dello status di ospedale. Il che di fatto significherebbe la chiusura dell'ospedale.