La Sagra comunale della Quartecèdde si ferma alla IX edizione
Il richiamo alla tradizione settecentesca ed ottocentesca non tornerà quest'anno nella versione organizzata dal Comune
mercoledì 2 novembre 2022
11.12
Quest'anno non si terrà dopo nove edizioni la tradizionale Sagra comunale della Quartecèdde "Il sapore della memoria", organizzata dal Comune di Terlizzi, un evento ideato nel 2013 per promuovere anche nei paesi limitrofi un rito locale risalente al 1700. Non era solo una festa gastronomica, ma un percorso nella memoria, nei rituali collettivi, nelle storie di vita che danno un senso di appartenenza ai propri luoghi. La nuova amministrazione comunale di centrosinistra, guidata da Michelangelo De Chirico, non è riuscita a dar seguito a questa tradizione, lasciando tanto rammarico in buona parte della popolazione, quella più legata alle radici. Però ha patrocinato un'altra sagra organizzata dalla Parrocchia Immacolata.
LE ORIGINI
Un giorno tutto dedicato alla Quartecèdde, quindi, il 2 novembre Terlizzi, per commemorare i defunti. Sin dalle 3 di notte i panificatori sono tradizionalmente all'opera per sfornare il prelibato prodotto da forno.
Si racconta che il giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, i contadini terlizzesi al mattino presto si recassero alla messa, facendo benedire la quarta parte del chilo di pane preparato in casa o acquistato da panificatori, che avrebbero poi portato nei campi per il lavoro. Poi, prima di iniziare, si mettevano intorno al fuoco per la murènne, la colazione, e tutti insieme mangiavano quel quarto di pane che per loro era la quartecèdde.
La quartecèdde richiama anche il rito dell'incalcinata: tra il Settecento e l'Ottocento aveva luogo questa ritualità funebre che terminava con la deposizione del corpo del defunto nel sepolcreto della chiesa. Successivamente si procedeva con la cosiddetta incalcinata, ricoprendo il corpo con calce fresca, un gesto che oggi viene rievocato dalla quartecèdde. Il pane richiama il rito eucaristico del pane spezzato, ma rappresenta anche un rituale per purificare il corpo ed esorcizzare la paura della morte. Secondo le credenze popolari, inoltre, il sapore piccante dato anche dall'aggiunta di spezie quali pepe o peperoncino simboleggia il fuoco in cui le anime erano immerse: i vivi consumando la quartecèdde sottraevano dal fuoco i morti dando loro sollievo ed aiutandoli alla scalata verso il Paradiso.
LE ORIGINI
Un giorno tutto dedicato alla Quartecèdde, quindi, il 2 novembre Terlizzi, per commemorare i defunti. Sin dalle 3 di notte i panificatori sono tradizionalmente all'opera per sfornare il prelibato prodotto da forno.
Si racconta che il giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, i contadini terlizzesi al mattino presto si recassero alla messa, facendo benedire la quarta parte del chilo di pane preparato in casa o acquistato da panificatori, che avrebbero poi portato nei campi per il lavoro. Poi, prima di iniziare, si mettevano intorno al fuoco per la murènne, la colazione, e tutti insieme mangiavano quel quarto di pane che per loro era la quartecèdde.
La quartecèdde richiama anche il rito dell'incalcinata: tra il Settecento e l'Ottocento aveva luogo questa ritualità funebre che terminava con la deposizione del corpo del defunto nel sepolcreto della chiesa. Successivamente si procedeva con la cosiddetta incalcinata, ricoprendo il corpo con calce fresca, un gesto che oggi viene rievocato dalla quartecèdde. Il pane richiama il rito eucaristico del pane spezzato, ma rappresenta anche un rituale per purificare il corpo ed esorcizzare la paura della morte. Secondo le credenze popolari, inoltre, il sapore piccante dato anche dall'aggiunta di spezie quali pepe o peperoncino simboleggia il fuoco in cui le anime erano immerse: i vivi consumando la quartecèdde sottraevano dal fuoco i morti dando loro sollievo ed aiutandoli alla scalata verso il Paradiso.