La sagra della quartecedde, una tradizione che viene da lontano
Intervista a Mario de Lucia di Bontà Nostrane: all'alba aperto già dalle 3 per la quartecedde
giovedì 2 novembre 2017
7.30
Mario e Michele De Lucia del panificio Bontà Nostrane a Terlizzi sono due dei panificatori più noti del paese. Questa mattina, all'alba, alle 3, hanno aperto i battenti del negozio per la quartècedde il tipico pane farcito di ricotta forte, tonno e acciughe che si mangia il giorno dei morti. Mario segue la tradizione ormai da anni e suo figlio segue le orme di una storia che viene da lontano. Si racconta, infatti, che il giorno dei morti i contadini terlizzesi al mattino si recavano alla messa dei defunti, facevano benedire la quarta parte del chilo di pane preparato in casa e la portavano con loro nei campi. Poi, prima di iniziare, si mettevano intorno al fuoco per la murènne, la colazione, e tutti insieme mangiavano quel quarto di pane che per loro era la quartecèdde.
Questa sera Mario e Michele De Lucia si sposteranno nel centro storico per la sagra. Un giorno tutto dedicato alla quartècedde. Il 2 novembre Terlizzi commemora così la giornata dei defunti, con la sagra della quartecèdde, con migliaia di panini dalla tipica forma allungata. Ci saranno anche Marialba Guastamacchia (Mirò) per la degustazione del vino e la frutteria di Roberto Perulli per le caldarroste.
Anche quest'anno in largo Lago dentro appena riqualificato, si terrà la tradizionale sagra attorno a un falò. Degustazioni, vino, una lezione (alle 19.30) sulla tradizione della quartcèdde, stand enogastronomici. In programma alle 20 l'esibizione delle marce della tradizione locale eseguite dalla banda Gisonda, mentre alle 21 si esibirà gruppo folk Caora Dhubh con antiche musiche popolari. La direzione artistica dell'evento è affidata al maestro Enzo Sforza che per l'occasione ha dipinto la locandina «Sapori della memoria» che dà il titolo alla serata.
«La quartecèdde richiama anche il rito dell'incalcinata» spiega ancora Mario De Lucia, panettiere di Bontà Nostrane. «Tra il Settecento e l'Ottocento il rito funebre di un tempo terminava con la deposizione del corpo del defunto nel sepolcreto della chiesa. Successivamente si procedeva con la cosiddetta incalcinata ricoprendo il corpo con calce fresca, un gesto che oggi viene rievocato dalla Quartecèdde. Il pane - prosegue De Lucia - richiama il rito eucaristico del pane spezzato, ma rappresenta anche un rituale per purificare il corpo ed esorcizzare la paura della morte. Secondo le credenze popolari il sapore piccante dato anche dall'aggiunta di spezie quali pepe o peperoncino simboleggia il fuoco in cui le anime erano immerse: i vivi consumando la quartecèdde sottraevano il fuoco ai morti dando loro sollievo».
L'evento è patrocinato dal comune di Terlizzi e tra la gente, in tanti provenienti anche dalle città limitrofe, ci sarà anche il sindaco Ninni Gemmato: «Non è solo una festa gastronomica — sottolinea — ma un percorso nella memoria, nei rituali collettivi, nelle storie di vita che danno un senso di appartenenza ai propri luoghi e che proprio per questo vanno preservati.»
Questa sera Mario e Michele De Lucia si sposteranno nel centro storico per la sagra. Un giorno tutto dedicato alla quartècedde. Il 2 novembre Terlizzi commemora così la giornata dei defunti, con la sagra della quartecèdde, con migliaia di panini dalla tipica forma allungata. Ci saranno anche Marialba Guastamacchia (Mirò) per la degustazione del vino e la frutteria di Roberto Perulli per le caldarroste.
Anche quest'anno in largo Lago dentro appena riqualificato, si terrà la tradizionale sagra attorno a un falò. Degustazioni, vino, una lezione (alle 19.30) sulla tradizione della quartcèdde, stand enogastronomici. In programma alle 20 l'esibizione delle marce della tradizione locale eseguite dalla banda Gisonda, mentre alle 21 si esibirà gruppo folk Caora Dhubh con antiche musiche popolari. La direzione artistica dell'evento è affidata al maestro Enzo Sforza che per l'occasione ha dipinto la locandina «Sapori della memoria» che dà il titolo alla serata.
«La quartecèdde richiama anche il rito dell'incalcinata» spiega ancora Mario De Lucia, panettiere di Bontà Nostrane. «Tra il Settecento e l'Ottocento il rito funebre di un tempo terminava con la deposizione del corpo del defunto nel sepolcreto della chiesa. Successivamente si procedeva con la cosiddetta incalcinata ricoprendo il corpo con calce fresca, un gesto che oggi viene rievocato dalla Quartecèdde. Il pane - prosegue De Lucia - richiama il rito eucaristico del pane spezzato, ma rappresenta anche un rituale per purificare il corpo ed esorcizzare la paura della morte. Secondo le credenze popolari il sapore piccante dato anche dall'aggiunta di spezie quali pepe o peperoncino simboleggia il fuoco in cui le anime erano immerse: i vivi consumando la quartecèdde sottraevano il fuoco ai morti dando loro sollievo».
L'evento è patrocinato dal comune di Terlizzi e tra la gente, in tanti provenienti anche dalle città limitrofe, ci sarà anche il sindaco Ninni Gemmato: «Non è solo una festa gastronomica — sottolinea — ma un percorso nella memoria, nei rituali collettivi, nelle storie di vita che danno un senso di appartenenza ai propri luoghi e che proprio per questo vanno preservati.»