Marito e moglie terlizzesi denunciati per bancarotta fraudolenta
Per la Procura di Trani hanno distratto il patrimonio di una Srl operante nel settore dei supermercati
martedì 5 luglio 2016
11.58
Due coniugi di Terlizzi, sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Molfetta, in una azione svolta a tutela dell'economia "sana" e del rispetto delle regole in campo economico-finanziario contrastando chi, con tali condotte illecite, intaccano ed alterano la libera concorrenza, per bancarotta fraudolenta al termine di un'indagine a carico di una s.r.l. operante nel settore dei supermercati e fallita nel 2012.
I due sono stati denunciati in qualità di amministratore unico e socio della società fallita.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno ricostruito le vicende societarie e individuato le responsabilità dei due coniugi, accusati di aver distratto il patrimonio della società per un ammontare complessivo di circa 600 mila euro alterando contabilità e bilanci, con prestazioni fittizie verso un'altra società, operante nel medesimo settore dei supermercati, riconducibile agli indagati e creata "ad hoc".
I due coniugi, dopo aver cessato ogni attività commerciale della società fallita ed avendo una situazione debitoria elevata, hanno adottato dolosamente una serie di azioni tese alla distrazione di beni mobili e denaro dalla massa dei creditori.
Pertanto, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, al fine di evitare ulteriori possibili condotte distrattive da parte loro, ha disposto il sequestro preventivo delle attrezzature, della merce e dei beni mobili ed immobili costituenti il patrimonio aziendale della nuova società creata artificiosamente, per un ammontare di circa 600 mila euro, pari al passivo fallimentare.
I due sono stati denunciati in qualità di amministratore unico e socio della società fallita.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno ricostruito le vicende societarie e individuato le responsabilità dei due coniugi, accusati di aver distratto il patrimonio della società per un ammontare complessivo di circa 600 mila euro alterando contabilità e bilanci, con prestazioni fittizie verso un'altra società, operante nel medesimo settore dei supermercati, riconducibile agli indagati e creata "ad hoc".
I due coniugi, dopo aver cessato ogni attività commerciale della società fallita ed avendo una situazione debitoria elevata, hanno adottato dolosamente una serie di azioni tese alla distrazione di beni mobili e denaro dalla massa dei creditori.
Pertanto, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, al fine di evitare ulteriori possibili condotte distrattive da parte loro, ha disposto il sequestro preventivo delle attrezzature, della merce e dei beni mobili ed immobili costituenti il patrimonio aziendale della nuova società creata artificiosamente, per un ammontare di circa 600 mila euro, pari al passivo fallimentare.