Mercatone Uno, ipotesi bancarotta fraudolenta
Ad indagare la Procura della Repubblica di Milano sul fallimento della Shernon Holding
mercoledì 5 giugno 2019
Secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it nella giornata di lunedì, la Procura della Repubblica di Milano avrebbe aperto un fascicolo sul fallimento della Shernon Holding e la relativa chiusura dei punti vendita della Mercatone Uno.
L'ipotesi avanzata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Roberto Fontana è di bancarotta fraudolenta. Il fascicolo è stato aperto in seguito al deposito della relazione del curatore fallimentare Marco Angelo Russo.
Il documento, secondo quanto scritto da ilfattoquotidiano.it, sarebbe di sei pagine e ricostruirebbe alcuni passaggi importanti della vicenda, tra cui l'impossibilità di ricevere credito da parte della società per una, si legge nella relazione, «congenita insufficiente patrimonializzazione».
In nove mesi di gestione, secondo quanto si apprende da fonti milanesi, Shernon avrebbe dunque accumulato ben 90 milioni di euro di debiti, di cui 67 verso fornitori e 8 milioni di oneri previdenziali.
Vi era stata poi una bozza di concordato presentato dalla società, che prevedeva che ai creditori fossero destinati 46 milioni di euro entro il 2023, ma, continua ilfattoquotidiano.it, secondo la relazione «in assenza di qualunque garanzia, previa cessione delle attività, ivi compresa l'opzione di acquisto degli immobili, a due newco, con un investimento da parte di un terzo di € 70.000.000,00, oltre ad altre due operazioni accessorie».
In questo modo non sarebbero però stati garantiti sufficientemente i creditori, con i locatori sul piede di guerra ormai da tempo per mancanza di corresponsione dei canoni.
Una miscela esplosiva che ha portato alla situazione attuale, con 1.800 dipendenti senza lavoro, tra cui i 54 della sede terlizzese.
L'ipotesi avanzata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Roberto Fontana è di bancarotta fraudolenta. Il fascicolo è stato aperto in seguito al deposito della relazione del curatore fallimentare Marco Angelo Russo.
Il documento, secondo quanto scritto da ilfattoquotidiano.it, sarebbe di sei pagine e ricostruirebbe alcuni passaggi importanti della vicenda, tra cui l'impossibilità di ricevere credito da parte della società per una, si legge nella relazione, «congenita insufficiente patrimonializzazione».
In nove mesi di gestione, secondo quanto si apprende da fonti milanesi, Shernon avrebbe dunque accumulato ben 90 milioni di euro di debiti, di cui 67 verso fornitori e 8 milioni di oneri previdenziali.
Vi era stata poi una bozza di concordato presentato dalla società, che prevedeva che ai creditori fossero destinati 46 milioni di euro entro il 2023, ma, continua ilfattoquotidiano.it, secondo la relazione «in assenza di qualunque garanzia, previa cessione delle attività, ivi compresa l'opzione di acquisto degli immobili, a due newco, con un investimento da parte di un terzo di € 70.000.000,00, oltre ad altre due operazioni accessorie».
In questo modo non sarebbero però stati garantiti sufficientemente i creditori, con i locatori sul piede di guerra ormai da tempo per mancanza di corresponsione dei canoni.
Una miscela esplosiva che ha portato alla situazione attuale, con 1.800 dipendenti senza lavoro, tra cui i 54 della sede terlizzese.