Minacce al sindaco, rinviato a settembre l'inizio del processo
Imputato un trentenne di Terlizzi
mercoledì 19 luglio 2017
11.07
È stata rinviata al prossimo 27 settembre la prima udienza prevista per oggi a Trani a carico del giovane trentenne di Terlizzi che a marzo scorso minacciò il sindaco Ninni Gemmato apponendo una pallottola dietro la sua porta d'ufficio al comune. Il giudice ha rinviato l'inizio del processo per un vizio procedurale nella fase di notifica dell'udienza.
La vicenda, che aveva scosso non poco l'intera comunità terlizzese, aveva visto il suo culmine il 6 marzo scorso, quando sotto la porta dell'ufficio del sindaco Gemmato fu inserita una fotocopia riproducente un proiettile e, successivamente, la mattina dopo, veniva attaccato, con del nastro adesivo, un proiettile sulla vetrata della medesima porta d'ingresso. Le indagini condotte dalla compagnia dei carabinieri di Molfetta portarono all'identificazione di un giovane che non aveva esitato a minacciare ripetuta il sindaco e il consigliere comunale Pierre Parisi pur di ottenere un alloggio comunale.
A conclusione dell'indagine al giovane fu imposta la misura cautelate del divieto di avvicinarsi a meno di cinquecento metri (ma anche di contattare telefonicamente o via web e social network, pena il carcere) a Gemmato e allo stesso Parisi delegato ai servizi sociali.
La vicenda, che aveva scosso non poco l'intera comunità terlizzese, aveva visto il suo culmine il 6 marzo scorso, quando sotto la porta dell'ufficio del sindaco Gemmato fu inserita una fotocopia riproducente un proiettile e, successivamente, la mattina dopo, veniva attaccato, con del nastro adesivo, un proiettile sulla vetrata della medesima porta d'ingresso. Le indagini condotte dalla compagnia dei carabinieri di Molfetta portarono all'identificazione di un giovane che non aveva esitato a minacciare ripetuta il sindaco e il consigliere comunale Pierre Parisi pur di ottenere un alloggio comunale.
A conclusione dell'indagine al giovane fu imposta la misura cautelate del divieto di avvicinarsi a meno di cinquecento metri (ma anche di contattare telefonicamente o via web e social network, pena il carcere) a Gemmato e allo stesso Parisi delegato ai servizi sociali.