Misteriosi furti al mare, derubato un medico che però non ricorda nulla
Ancora furti sul litorale di Giovinazzo: questa volta è toccato a un medico di Bitonto
mercoledì 17 giugno 2015
Ancora furti sul litorale di Giovinazzo, ancora ignari bagnanti alleggeriti di portafogli, cellulari e zaini, vittime probabilmente sedate che non ricordano nulla di quanto successo. Denunciato un altro caso simile a quello già raccontato due settimane fa e ancora una volta avvenuto sulle spiagge a Levante di Giovinazzo, zona frequentata d'estate anche da molti bagnanti terlizzesi.
Il modus operandi è quello già visto. I ladri osservano i bagnanti anche per ore, ma colpiscono in pochi secondi. Agiscono di preferenza nelle spiagge libere più ampie e affollate, ma possono puntare i bagnanti persino nei luoghi meno frequentati e più ameni, se hanno alle spalle una rapida via di fuga.
Le tecniche utilizzate sono diverse: ecco l'ultima, raccontata su GiovinazzoViva.it da un lettore, un medico di Bitonto, recentissima vittima delle razzie in spiaggia. «Mercoledì 10 giugno - scrive - sono stato vittima di furto del mio borsello mentre ero in spiaggia, da solo, seduto su una seggiolina sul lungomare Esercito Italiano. Gli eventi si sono verificati nella stessa maniera e con le stesse conseguenze descritte in un vostro precedente articolo.
Sono un medico: oltre alle chiavi della mia abitazione, alle chiavi di casa di mia madre non autosufficiente, alle chiavi della residenza al mare, al portafoglio, ai documenti, alle carte di credito e bancomat, al badge, alle chiavi della macchina, al telefonino ed alla macchina fotografica, ho perso anche gli occhiali ed il rispettivo ricambio. Ho quantificato il danno in circa 4.000 euro (avendo il giorno prima effettuato un bancomat a pieno regime per il regalo a mia figlia per la fine dell'anno scolastico).
Il furto ha causato un danno notevole per l'utenza e per la gestione delle reperibilità notturne».
A tradire il ladro, però, potrà essere un tatuaggio: «So che ne aveva uno abbastanza vistoso sul braccio - racconta - dalla carnagione scura, testimoniato da una signora che ha visto avvicinarsi l'uomo alle mie spalle, togliersi la maglietta, arrotolarla, guardarsi intorno e poi andarsene. Io non mi sono accorto di nulla. Sono disgustato ed esterrefatto e ribadisco che il mare di Giovinazzo non mi vedrà mai più».
Il modus operandi è quello già visto. I ladri osservano i bagnanti anche per ore, ma colpiscono in pochi secondi. Agiscono di preferenza nelle spiagge libere più ampie e affollate, ma possono puntare i bagnanti persino nei luoghi meno frequentati e più ameni, se hanno alle spalle una rapida via di fuga.
Le tecniche utilizzate sono diverse: ecco l'ultima, raccontata su GiovinazzoViva.it da un lettore, un medico di Bitonto, recentissima vittima delle razzie in spiaggia. «Mercoledì 10 giugno - scrive - sono stato vittima di furto del mio borsello mentre ero in spiaggia, da solo, seduto su una seggiolina sul lungomare Esercito Italiano. Gli eventi si sono verificati nella stessa maniera e con le stesse conseguenze descritte in un vostro precedente articolo.
Sono un medico: oltre alle chiavi della mia abitazione, alle chiavi di casa di mia madre non autosufficiente, alle chiavi della residenza al mare, al portafoglio, ai documenti, alle carte di credito e bancomat, al badge, alle chiavi della macchina, al telefonino ed alla macchina fotografica, ho perso anche gli occhiali ed il rispettivo ricambio. Ho quantificato il danno in circa 4.000 euro (avendo il giorno prima effettuato un bancomat a pieno regime per il regalo a mia figlia per la fine dell'anno scolastico).
Il furto ha causato un danno notevole per l'utenza e per la gestione delle reperibilità notturne».
A tradire il ladro, però, potrà essere un tatuaggio: «So che ne aveva uno abbastanza vistoso sul braccio - racconta - dalla carnagione scura, testimoniato da una signora che ha visto avvicinarsi l'uomo alle mie spalle, togliersi la maglietta, arrotolarla, guardarsi intorno e poi andarsene. Io non mi sono accorto di nulla. Sono disgustato ed esterrefatto e ribadisco che il mare di Giovinazzo non mi vedrà mai più».