È morto Paolo Rossi, il Pablito del Mundial '82
Aveva 64 anni e si è arreso ad una malattia. Con lui vanno via i ricordi dolci di un'estate rimasta nella storia del nostro Paese
giovedì 10 dicembre 2020
2.50
L'immagine impressa è quella di un serpentone di auto con gente festante che partiva da Bari ed arrivava a Molfetta, lungo tutta la costa, passando per per i paesi dell'entroterra come Terlizzi, bellissima quella notte e che non si sarebbe più vista così, nemmeno nel 2006.
Sino all'alba, senza soste, il popolo italiano celebrò il suo riscatto sociale maturato su un campo di pallone. Piazza IV Novembre divenne per una volta uguale a piazza del Popolo a Roma o a piazza del Duomo a Milano.
Italia Campione del Mondo di calcio, vittoriosa in finale per 3-1 contro la Germania nello scenario del "Santiago Bernabeu", marcature aperte da Paolo Rossi, che da quella sera sarebbe diventato Pablito, il Pablito Mundial, capocannoniere inatteso di quella manifestazione con 6 reti. Era l'11 luglio 1982.
È morto Paolo Rossi, ha lasciato la moglie Federica ed i figli Sofia Elena, Maria Vittoria ed Alessandro nella notte, a 64 anni. Ha perso la partita più dura e con lui se ne è andato un pezzo importante dell'estate più bella degli italiani che amano lo sport. Quella estate avrà sempre la sua faccia e quella del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, così come resterà indelebile la pipa e la smorfia da fruilano paziente di Enzo Bearzot.
Fu il primo calciatore della storia a vincere nello stesso anno il titolo di Campione del Mondo, di capocannoniere e il Pallone d'Oro, ma è anche stato inserito in una lista planetaria dei 125 calciatori viventi migliori. Suo, con Bobo Vieri e Roberto Baggio, il record italiano di gol nella rassegna iridata, ben 9.
Con lui, che negli ultimi anni si era ritagliato un posto da commentatore Sky prima e Rai poi, va via uno dei più grandi bomber italiani, il rapace d'aria di rigore, il ragazzo cresciuto nella provincia del calcio che seppe affermarsi anche con la maglia della Juventus. Amatissimo da tutti, soprattutto da chi visse quegli anni in una Italia che si prendeva finalmente il suo destino dopo le paure del decennio precedente.
Paolo Rossi è stato, così come gli altri protagonisti di quella cavalcata impronosticabile in Spagna, considerato sempre a metà strada tra l'estrema concretezza delle sue gesta ed il mito sportivo di chi fece l'impresa in terra iberica.
È morto il centravanti che tutti avrebbero voluto in squadra. È morto Paolo Rossi, l'eterno ragazzo che calciava in porta sospinto da un popolo pronto ad esultare e che lo ricorderà sempre con affetto.
Sino all'alba, senza soste, il popolo italiano celebrò il suo riscatto sociale maturato su un campo di pallone. Piazza IV Novembre divenne per una volta uguale a piazza del Popolo a Roma o a piazza del Duomo a Milano.
Italia Campione del Mondo di calcio, vittoriosa in finale per 3-1 contro la Germania nello scenario del "Santiago Bernabeu", marcature aperte da Paolo Rossi, che da quella sera sarebbe diventato Pablito, il Pablito Mundial, capocannoniere inatteso di quella manifestazione con 6 reti. Era l'11 luglio 1982.
È morto Paolo Rossi, ha lasciato la moglie Federica ed i figli Sofia Elena, Maria Vittoria ed Alessandro nella notte, a 64 anni. Ha perso la partita più dura e con lui se ne è andato un pezzo importante dell'estate più bella degli italiani che amano lo sport. Quella estate avrà sempre la sua faccia e quella del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, così come resterà indelebile la pipa e la smorfia da fruilano paziente di Enzo Bearzot.
Fu il primo calciatore della storia a vincere nello stesso anno il titolo di Campione del Mondo, di capocannoniere e il Pallone d'Oro, ma è anche stato inserito in una lista planetaria dei 125 calciatori viventi migliori. Suo, con Bobo Vieri e Roberto Baggio, il record italiano di gol nella rassegna iridata, ben 9.
Con lui, che negli ultimi anni si era ritagliato un posto da commentatore Sky prima e Rai poi, va via uno dei più grandi bomber italiani, il rapace d'aria di rigore, il ragazzo cresciuto nella provincia del calcio che seppe affermarsi anche con la maglia della Juventus. Amatissimo da tutti, soprattutto da chi visse quegli anni in una Italia che si prendeva finalmente il suo destino dopo le paure del decennio precedente.
Paolo Rossi è stato, così come gli altri protagonisti di quella cavalcata impronosticabile in Spagna, considerato sempre a metà strada tra l'estrema concretezza delle sue gesta ed il mito sportivo di chi fece l'impresa in terra iberica.
È morto il centravanti che tutti avrebbero voluto in squadra. È morto Paolo Rossi, l'eterno ragazzo che calciava in porta sospinto da un popolo pronto ad esultare e che lo ricorderà sempre con affetto.