Nella commozione di don Franco c'è il sentimento di tanti terlizzesi
Il sacerdote: «La Madonna come una mamma ci dice: coraggio, io ci sono!»
venerdì 17 aprile 2020
17.49
Lo avevamo notato durante il tradizionale rito devozionale alla Vergine Santissima di Sovereto delle ore 14.00, mai come ieri diverso, mai come ieri accompagnato da un velo di tristezza.
Don Franco Vitagliano, parroco della Concattedrale di San Michele Arcangelo, desolatamente vuota, era emozionato. Si trattava dell'emozione di un buon padre di famiglia quando vede sgretolarsi le speranze dei suoi figli e fa appello alla Vergine. Per i terlizzesi è la Vergine Santissima di Sovereto, Madre delle madri, che non abbandona i suoi figli.
Lo ha ripetuto in video lo stesso sacerdote: «Lei, la Madonna, come una mamma ci dice: coraggio, io ci sono!» e mentre lo diceva la voce si era fatta flebile, con un groppo in gola che non andava né in su né in giù.
Ieri per Terlizzi è stata una giornata triste, senza dubbio, come triste era la Concattedrale priva di fedeli. In quel silenzio però è penetrato un sentimento autentico di devozione alla Patrona. Un sentimento che sa di affidamento, come è sempre accaduto nella storia recente di una città che sa dividersi su tutto, ma che ritrova coesione davanti a quella icona.
Ed è stato un "sì" incondizionato da parte dei tanti fedeli che hanno seguito la diretta streaming. Un atto di affidamento totale alla Madre misericordiosa che non lascia i suoi figli nel guado, che li accompagna ed è pronta a farli «accucciare» sulle sue gambe.
Terlizzi riparte dalla sua Patrona, non perde la speranza ed invoca la fine della pandemia. Fanno effetto, senza dubbio, i video delle campane che alle 14.00 hanno suonato a festa, mentre le strade erano insolitamente deserte. Fanno effetto, eccome, è vero. Ma saranno immagini che entreranno nella storia della città, che ricorderanno in tanti negli anni a venire e che tuttavia non significano in alcun modo resa.
I terlizzesi non si arrendono alla morte, ai silenzi, alla vita da reclusi. Rialzano la testa, la volgono al Cielo dove c'è chi li ha sempre ascoltati e continuerà a farlo. E quel sacerdote emozionato è il loro simbolo, il simbolo di chi ama profondamente la protettrice che ridarà pace a tutta la comunità.
Terlizzi ci crede. Terlizzi lo sa da sempre.
Don Franco Vitagliano, parroco della Concattedrale di San Michele Arcangelo, desolatamente vuota, era emozionato. Si trattava dell'emozione di un buon padre di famiglia quando vede sgretolarsi le speranze dei suoi figli e fa appello alla Vergine. Per i terlizzesi è la Vergine Santissima di Sovereto, Madre delle madri, che non abbandona i suoi figli.
Lo ha ripetuto in video lo stesso sacerdote: «Lei, la Madonna, come una mamma ci dice: coraggio, io ci sono!» e mentre lo diceva la voce si era fatta flebile, con un groppo in gola che non andava né in su né in giù.
Ieri per Terlizzi è stata una giornata triste, senza dubbio, come triste era la Concattedrale priva di fedeli. In quel silenzio però è penetrato un sentimento autentico di devozione alla Patrona. Un sentimento che sa di affidamento, come è sempre accaduto nella storia recente di una città che sa dividersi su tutto, ma che ritrova coesione davanti a quella icona.
Ed è stato un "sì" incondizionato da parte dei tanti fedeli che hanno seguito la diretta streaming. Un atto di affidamento totale alla Madre misericordiosa che non lascia i suoi figli nel guado, che li accompagna ed è pronta a farli «accucciare» sulle sue gambe.
Terlizzi riparte dalla sua Patrona, non perde la speranza ed invoca la fine della pandemia. Fanno effetto, senza dubbio, i video delle campane che alle 14.00 hanno suonato a festa, mentre le strade erano insolitamente deserte. Fanno effetto, eccome, è vero. Ma saranno immagini che entreranno nella storia della città, che ricorderanno in tanti negli anni a venire e che tuttavia non significano in alcun modo resa.
I terlizzesi non si arrendono alla morte, ai silenzi, alla vita da reclusi. Rialzano la testa, la volgono al Cielo dove c'è chi li ha sempre ascoltati e continuerà a farlo. E quel sacerdote emozionato è il loro simbolo, il simbolo di chi ama profondamente la protettrice che ridarà pace a tutta la comunità.
Terlizzi ci crede. Terlizzi lo sa da sempre.