«No a posizioni bizzarre»: disappunto del sindaco per l'uscita dall'aula di Uniti a Sinistra

Gemmato: «Necessario riannodare la normale dialettica maggioranza-opposizione.»

martedì 3 marzo 2015 21.59
Esprime disappunto, il sindaco Ninni Gemmato, per l'ennesima uscita dall'aula dei consigli comunali di Uniti a Sinistra. Avevamo teso la mano ma a quanto pare non è servito a nulla, dice in sintesi nel suo intervento in aula. Gemmato si riferisce alla scelta da parte della maggioranza, venerdì scorso, di ritirare alcuni punti all'ordine del giorno accettando un aggiornamento di quattro giorni. «E' stato un gesto teso al ripristino della normale dialettica maggioranza-opposizione e al ripristino delle condizioni di vivibilità del consiglio comunale» ha dichiarato il primo cittadino «ora le buone intenzioni devono trasformarsi in atti concreti: è necessario un ritorno alle buone abitudini istituzionali, è necessario riannodare la dialettica politica e ripristinare le regole di galateo istituzionale che devono contraddistinguere tutti i consiglieri comunali. E la dialettica istituzionale passa innanzitutto attraverso la presenza di tutti in aula.»

Questo - precisa Gemmato - non vuole dire rinunciare alle contrapposizioni, non significa invitare l'altra parte ad essere accondiscendente o a chiudere un occhio nei confronti dell'amministrazione o della maggioranza: «Il confronto in aula è sempre una opportunità per fare il bene della città. è sempre un'occasione per rappresentare in maniera chiara e pubblica le proprie posizioni pubbliche che devono essere conclamate e non dette all'orecchio di qualcuno. Poi ogni cittadino trarrà le proprie conclusione.»

«E' un grosso errore - dice il sindaco - spostare questa dialettica in altre sedi attraverso posizioni pittoresche e bizzarre, solo per attirare l'attenzione di qualcuno e crearsi una piccola rendita politico-elettorale. Io delle piccole rendite elettorali non so che farmene. Noi della maggioranza piuttosto pensiamo a quello che è il nostro dovere istituzionale sempre con il metro del bene comune.»