Non è Martin Bohdal
I carabinieri della Tenenza di Terlizzi hanno identificato il senzatetto di corso Garibaldi
venerdì 16 ottobre 2015
Non è Martin Bohdal. L'uomo che da mesi ha trovato dimora su una panchina di corso Garibaldi a Terlizzi non è il giovane nobile austriaco misteriosamente scomparso 17 anni fa dopo una festa trascorsa con amici. Si tratta invece di un cittadino ungherese senza fissa dimora che già da diverso tempo vagabonda in diverse località italiane.
E' quanto si apprende dai carabinieri della Tenenza di Terlizzi che nei giorni scorsi hanno provveduto a identificare il senzatetto arrivato qui prima dell'estate. La presunta aggressione avvenuta ieri ai danni di due donne che passavano da quelle parti (l'uomo, per qualche ragione alterato, le avrebbe rincorse spaventandole) non c'entra nulla. L'identificazione era stata disposta già diversi giorni fa: le impronte digitali dell'uomo corrispondono a quelle già in archivio nei database delle forze di polizia italiane e risultano appartenere a un cittadino di origini ungheresi che si sposta da una città all'altra, fermandosi qua e là senza una destinazione precisa.
Le autorità mantengono il più stretto riserbo sull'identità di questa persona. Difficile pure capire come e perché sia giunta fin sopra quella panchina di corso Garibaldi. Fatto sta che non si tratta del redivivo Martin Bohdal. Quella cicatrice sulla parte alta del setto nasale è purtroppo solo una coincidenza, un indizio di somiglianza che per diversi mesi ha fatto pensare si trattasse della stessa persona ritenuta morta da una Corte federale austriaca (ma non ancora per la polizia della Carinzia).
Dopo l'interessamento da parte della stampa italiana e austriaca, negli ultimi giorni anche l'Interpol era tornata a occuparsi della vicenda. Intanto, i carabinieri di Terlizzi hanno provveduto a comunicare l'esito dell'identificazione all'ambasciata austriaca: per la famiglia Bohdal si è spezzato l'ennesimo sottile filo di speranza.
E' quanto si apprende dai carabinieri della Tenenza di Terlizzi che nei giorni scorsi hanno provveduto a identificare il senzatetto arrivato qui prima dell'estate. La presunta aggressione avvenuta ieri ai danni di due donne che passavano da quelle parti (l'uomo, per qualche ragione alterato, le avrebbe rincorse spaventandole) non c'entra nulla. L'identificazione era stata disposta già diversi giorni fa: le impronte digitali dell'uomo corrispondono a quelle già in archivio nei database delle forze di polizia italiane e risultano appartenere a un cittadino di origini ungheresi che si sposta da una città all'altra, fermandosi qua e là senza una destinazione precisa.
Le autorità mantengono il più stretto riserbo sull'identità di questa persona. Difficile pure capire come e perché sia giunta fin sopra quella panchina di corso Garibaldi. Fatto sta che non si tratta del redivivo Martin Bohdal. Quella cicatrice sulla parte alta del setto nasale è purtroppo solo una coincidenza, un indizio di somiglianza che per diversi mesi ha fatto pensare si trattasse della stessa persona ritenuta morta da una Corte federale austriaca (ma non ancora per la polizia della Carinzia).
Dopo l'interessamento da parte della stampa italiana e austriaca, negli ultimi giorni anche l'Interpol era tornata a occuparsi della vicenda. Intanto, i carabinieri di Terlizzi hanno provveduto a comunicare l'esito dell'identificazione all'ambasciata austriaca: per la famiglia Bohdal si è spezzato l'ennesimo sottile filo di speranza.