Ospedale, Gemmato alza la voce ma le proteste a singhiozzo non funzionano
La Regione ha deciso: il "Sarcone" di Terlizzi è da sacrificare
mercoledì 1 giugno 2016
7.10
Terlizzi vive con il fiato sospeso in attesa di capire quale futuro attende l'ospedale cittadino. Il 6 giugno è prevista la sospensione dei ricoveri in Chirurgia, mentre si aggira (almeno sulle pagine dei giornali) lo spettro della chiusura del pronto soccorso. Quel che è certo è che la Regione di Michele Emiliano ha le idee chiare: il presidio di Terlizzi, nonostante i milioni di euro spesi in questi ultimi anni per ammodernare le strutture, è da sacrificare sull'alt. Al contrario, gli ospedali di Molfetta e Corato sono "politicamente" più sensibili ed è meglio andarci più piano.
Tutto insomma è stato già deciso, quello che manca ora è solo il nulla osta dai ministeri di Roma.
Nell'attesa, il sindaco Ninni Gemmato ricomincia il suo tour de force tra il "Sarcone" e gli uffici regionali. Il primo cittadino ieri ha visitato i reparti, si è fatto fotografare, ha pubblicato su Facebook: "Sono momenti concitati - scrive - in cui si rincorrono le notizie non proprio confortanti che si leggono sulla stampa e le informazioni che si apprendono dal personale medico del nostro Ospedale. In ogni caso, ho chiesto un incontro urgentissimo sia al Direttore Generale Asl, Vito Montanaro, che al Presidente della Regione, Michele Emiliano. Incontri che, mi auguro, si tengano comunque prima dell'emissione di qualsiasi provvedimento concernente il 'Michele Sarcone' di Terlizzi.
Ovviamente il sindaco si dice contrario alla chiusura del pronto soccorso e al blackout di Chirurgia, seppur temporaneao come promesso dall'Asl. E va bene.
Francamente, però, c'è da rilevare qusto modus operandi a singhiozzo da parte dell'amministrazione comunale. A nostro parere, invece, non si ottiene nulla scendendo un giorno in strada con tanto di striscione per poi riaddormentarsi per mesi interi senza toccare mai l'argomento e poi ancora strepitare dopo un titolo di giornale. Assomiglia alla politica del chiudere i cancelli quando i buoi sono ormai scappati. Quando si rincorrono i titoli di giornali vuol dire che è ormai troppo tardi e che tutto è deciso. Si rischia solo di passare per presenzialisti e basta. Certo almeno il sindaco qualcosa la dice - potrebbe obiettare qualcuno - di fronte alla sconcertante inerizia e all'assoluto silenzio del Partito Democratico.
Il punto è un altro: ogni santissimo giorno bisognerebbe urlare contro la Regione Puglia e chiedere conto del perchè non venga stanziato ancora un euro, né se ne parli, del futuro ospedale del Nord Barese. Il tema sanità è fondamentale per i cittadini ed è innanzitutto con loro che va avviato un percorso di riflessione, analisi, confronto. Diversamente, l'unico risultato - che è poi quello che si sta verificando - è che la città finisca per vivere il tutto come spettatrice, come estranea, scambiando ragioni vere come propaganda e viceversa.
Se è vero, come è vero, che il modello un ospedale in ogni città non funziona quale è il nuovo paradigma della sanità in Puglia? A che punto siamo con i presidi di circondario? Che significa assistenza sanitaria territoriale? Queste domande nessuno se le sta ponendo.
Tutto insomma è stato già deciso, quello che manca ora è solo il nulla osta dai ministeri di Roma.
Nell'attesa, il sindaco Ninni Gemmato ricomincia il suo tour de force tra il "Sarcone" e gli uffici regionali. Il primo cittadino ieri ha visitato i reparti, si è fatto fotografare, ha pubblicato su Facebook: "Sono momenti concitati - scrive - in cui si rincorrono le notizie non proprio confortanti che si leggono sulla stampa e le informazioni che si apprendono dal personale medico del nostro Ospedale. In ogni caso, ho chiesto un incontro urgentissimo sia al Direttore Generale Asl, Vito Montanaro, che al Presidente della Regione, Michele Emiliano. Incontri che, mi auguro, si tengano comunque prima dell'emissione di qualsiasi provvedimento concernente il 'Michele Sarcone' di Terlizzi.
Ovviamente il sindaco si dice contrario alla chiusura del pronto soccorso e al blackout di Chirurgia, seppur temporaneao come promesso dall'Asl. E va bene.
Francamente, però, c'è da rilevare qusto modus operandi a singhiozzo da parte dell'amministrazione comunale. A nostro parere, invece, non si ottiene nulla scendendo un giorno in strada con tanto di striscione per poi riaddormentarsi per mesi interi senza toccare mai l'argomento e poi ancora strepitare dopo un titolo di giornale. Assomiglia alla politica del chiudere i cancelli quando i buoi sono ormai scappati. Quando si rincorrono i titoli di giornali vuol dire che è ormai troppo tardi e che tutto è deciso. Si rischia solo di passare per presenzialisti e basta. Certo almeno il sindaco qualcosa la dice - potrebbe obiettare qualcuno - di fronte alla sconcertante inerizia e all'assoluto silenzio del Partito Democratico.
Il punto è un altro: ogni santissimo giorno bisognerebbe urlare contro la Regione Puglia e chiedere conto del perchè non venga stanziato ancora un euro, né se ne parli, del futuro ospedale del Nord Barese. Il tema sanità è fondamentale per i cittadini ed è innanzitutto con loro che va avviato un percorso di riflessione, analisi, confronto. Diversamente, l'unico risultato - che è poi quello che si sta verificando - è che la città finisca per vivere il tutto come spettatrice, come estranea, scambiando ragioni vere come propaganda e viceversa.
Se è vero, come è vero, che il modello un ospedale in ogni città non funziona quale è il nuovo paradigma della sanità in Puglia? A che punto siamo con i presidi di circondario? Che significa assistenza sanitaria territoriale? Queste domande nessuno se le sta ponendo.