Pallottola al sindaco, scoperto l'autore delle minacce
L'uomo non potrà avvicinarsi a meno di 500 metri dal sindaco
mercoledì 19 aprile 2017
9.03
È stato scoperto l'autore delle minacce al sindaco Ninni Gemmato che il 7 marzo scorso aveva posto una pallottola dietro la porta del primo cittadino di Terlizzi. Si tratta di un trentenne del posto per il quale ora scatta il divieto di avvicinamento al sindaco e al consigliere comunale Pierre Parisi.
La vicenda, che aveva scosso non poco l'intera comunità terlizzese, aveva visto il suo culmine il 6 marzo scorso, quando sotto la porta dell'ufficio del sindaco Gemmato fu inserita una fotocopia riproducente un proiettile e, successivamente, la mattina dopo, veniva attaccato, con del nastro adesivo, un proiettile sulla vetrata della medesima porta d'ingresso. Le immediate indagini, le escussioni di testimoni, le acquisizioni di immagini del sistema di video sorveglianza, nonché le classiche attività tecniche hanno consentito di attribuire tali atti di minaccia ad un trentenne di Terlizzi. Seguito dai servizi sociali poiché in stato di bisogno, a suo dire, non sarebbe stato assistito adeguatamente dal Comune di Terlizzi dopo essere stato raggiunto da un provvedimento di sfratto. L'uomo, infatti, seppure non avesse i requisiti previsti dalla Legge per l'assegnazione di un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), aveva posto in essere tali gesti intimidatori al fine di costringere i due amministratori locali a compiere un gesto contrario ai loro doveri d'ufficio: assegnargli una casa comunale. Cosa che, ovviamente, non si era realizzata.
Dalle indagini è emerso che il trentenne, già nel mese di febbraio, si era rivolto al Sindaco, Gemmato e al Consigliere Comunale con delega ai Servizi Sociali del medesimo Comune, con messaggi dal contenuto intimidatorio, inoltrati attraverso social network o mediante Whatsapp, nei quali, nell'esternare le sue richieste, non aveva esitato a minacciare, anche di morte, i due.
Il contenuto dei messaggi non lasciava ombra di dubbio. Le immagini, prontamente acquisite, del sistema di video sorveglianza, hanno consentito di restringere il cerchio attorno all'uomo, che negli orari in cui si verificavano le minacce, entrava nel parcheggio comunale per poi, dopo aver parcheggiato la sua Alfa, entrare nel Municipio. Una prova ulteriore è stata fornita dai testimoni che hanno riconosciuto nell'uomo colui che, sempre in quegli orari, si aggirava nei corridoi del piano ove hanno sede alcuni uffici comunali. Infine, la fotocopia che raffigurava il proiettile, inserita sotto la porta, era stata fatta utilizzando la macchina fotocopiatrice sita a pochi metri dall'ufficio del Sindaco. Sempre in quell' orario in cui unicamente il trentenne ha usato il fotoriproduttore.
La misura cautelare, emessa dal Gip di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, trae origine dalla necessità che il soggetto ad essa sottoposta non debba assolutamente avvicinarsi al Municipio di Terlizzi e alle abitazioni dei due amministratori locali coinvolti nelle minacce, mantenendo da detti luoghi la distanza di almeno 500 metri; inoltre, gli è fatto divieto di contattare il Sindaco ed il suo Consigliere con alcun mezzo, ivi compreso il telefono e il web, pena il carcere.
La vicenda, che aveva scosso non poco l'intera comunità terlizzese, aveva visto il suo culmine il 6 marzo scorso, quando sotto la porta dell'ufficio del sindaco Gemmato fu inserita una fotocopia riproducente un proiettile e, successivamente, la mattina dopo, veniva attaccato, con del nastro adesivo, un proiettile sulla vetrata della medesima porta d'ingresso. Le immediate indagini, le escussioni di testimoni, le acquisizioni di immagini del sistema di video sorveglianza, nonché le classiche attività tecniche hanno consentito di attribuire tali atti di minaccia ad un trentenne di Terlizzi. Seguito dai servizi sociali poiché in stato di bisogno, a suo dire, non sarebbe stato assistito adeguatamente dal Comune di Terlizzi dopo essere stato raggiunto da un provvedimento di sfratto. L'uomo, infatti, seppure non avesse i requisiti previsti dalla Legge per l'assegnazione di un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), aveva posto in essere tali gesti intimidatori al fine di costringere i due amministratori locali a compiere un gesto contrario ai loro doveri d'ufficio: assegnargli una casa comunale. Cosa che, ovviamente, non si era realizzata.
Dalle indagini è emerso che il trentenne, già nel mese di febbraio, si era rivolto al Sindaco, Gemmato e al Consigliere Comunale con delega ai Servizi Sociali del medesimo Comune, con messaggi dal contenuto intimidatorio, inoltrati attraverso social network o mediante Whatsapp, nei quali, nell'esternare le sue richieste, non aveva esitato a minacciare, anche di morte, i due.
Il contenuto dei messaggi non lasciava ombra di dubbio. Le immagini, prontamente acquisite, del sistema di video sorveglianza, hanno consentito di restringere il cerchio attorno all'uomo, che negli orari in cui si verificavano le minacce, entrava nel parcheggio comunale per poi, dopo aver parcheggiato la sua Alfa, entrare nel Municipio. Una prova ulteriore è stata fornita dai testimoni che hanno riconosciuto nell'uomo colui che, sempre in quegli orari, si aggirava nei corridoi del piano ove hanno sede alcuni uffici comunali. Infine, la fotocopia che raffigurava il proiettile, inserita sotto la porta, era stata fatta utilizzando la macchina fotocopiatrice sita a pochi metri dall'ufficio del Sindaco. Sempre in quell' orario in cui unicamente il trentenne ha usato il fotoriproduttore.
La misura cautelare, emessa dal Gip di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, trae origine dalla necessità che il soggetto ad essa sottoposta non debba assolutamente avvicinarsi al Municipio di Terlizzi e alle abitazioni dei due amministratori locali coinvolti nelle minacce, mantenendo da detti luoghi la distanza di almeno 500 metri; inoltre, gli è fatto divieto di contattare il Sindaco ed il suo Consigliere con alcun mezzo, ivi compreso il telefono e il web, pena il carcere.