Pappagallini verdi: la Regione Puglia decide di intervenire
Le azioni tenderanno alla eradicazione o al controllo delle popolazioni dei parrocchetti monaco
sabato 4 maggio 2024
In merito alla massiccia presenza di pappagallini verdi, parrocchetti monaco, in provincia di Bari, è pervenuta la risposta di Donato Pentassuglia, Assessore regionale all'agricoltura, all'industria e alle risorse agroalimentari, a fronte della richiesta effettuata lo scorso 17 aprile da Michelangelo De Palma, Assessore comunale all'agricoltura e alla floricoltura, circa i danni cagionati dagli stessi volatili alle produzioni agricole, soprattutto alberi da frutto e mandorleti.
Nella nota regionale, si osserva che la specie esotica del parrocchetto monaco, originaria del Sud America, si è nidificata stabilmente in Italia, tanto da risultare di carattere invasivo. Per quanto attiene alla Puglia, Terlizzi risulta uno dei territori maggiormente colonizzati dai pappagallini insieme a Molfetta, Bari, Modugno, Bitritto, Bitetto, Torre a Mare, Triggiano, Mola di Bari, Rutigliano e Noicattaro; al momento attuale si registra, dunque, una loro assenza nelle altre province.
Si tratta di una "specie alloctona", proprio perché si insedia in un territorio diverso dal suo areale storico, autosostenendosi dal punto di vista riproduttivo nel nuovo habitat e compromettendo gli ecosistemi originari. Dal documento dell'Assessore Pentassuglia si evince espressamente che «in quanto specie alloctona sul territorio nazionale, la sua gestione è finalizzata all'eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni».
Sicché, si rende necessario procedere con l'implementazione, dapprima, di un piano di censimento volto a definire la consistenza numerica effettiva e le aree interessate dai parrocchetti monaco e, successivamente, di un piano di contenimento.
In particolare, il piano di interventi diretti sulla fauna in commento deve tener conto anche di molteplici modalità di intervento che si coniughino con le caratteristiche del territorio mediante, ad esempio, disturbo ai rooster, cattura degli adulti, disturbo in fase di riproduzione con asportazione dei nidi e shooting.
Infine, l'Assessore Pentassuglia sollecita l'avvio di una campagna di comunicazione, affinché si possano arginare potenziali resistenze da parte dei cittadini residenti circa le azioni da intraprendere contro gli stessi pappagalli.
«La suddetta specie è finalmente ritenuta di carattere invasivo e alloctona. Quindi, se inizialmente l'ISPRA la considerava come fauna selvatica e come tale oggetto di tutela, oggi si ritiene opportuno intervenire per eradicare o comunque controllare l'aumento crescente della popolazione», commenta soddisfatto Michele Volpe, consigliere comunale di Città Civile, per i riscontri ottenuti a livello regionale. «La nota regionale prende ufficialmente atto del problema reale che affligge le nostre campagne e nel contempo sollecita ad intervenire rapidamente».
Lo stesso Volpe in passato ha allarmato le istituzioni sui danni ingenti provocati ai frutti pendenti sotto maturazione, mettendo così a rischio il reddito delle aziende agricole dopo un anno di lavoro. «Dunque, ufficialmente è stato dato mandato all'Ambito Territoriale Caccia di Bari/Bat, in collaborazione con l'Osservatorio Faunistico regionale, di studiare e proporre un piano di contenimento della specie e successivamente chiedere definitiva approvazione all'ISPRA».
Nella nota regionale, si osserva che la specie esotica del parrocchetto monaco, originaria del Sud America, si è nidificata stabilmente in Italia, tanto da risultare di carattere invasivo. Per quanto attiene alla Puglia, Terlizzi risulta uno dei territori maggiormente colonizzati dai pappagallini insieme a Molfetta, Bari, Modugno, Bitritto, Bitetto, Torre a Mare, Triggiano, Mola di Bari, Rutigliano e Noicattaro; al momento attuale si registra, dunque, una loro assenza nelle altre province.
Si tratta di una "specie alloctona", proprio perché si insedia in un territorio diverso dal suo areale storico, autosostenendosi dal punto di vista riproduttivo nel nuovo habitat e compromettendo gli ecosistemi originari. Dal documento dell'Assessore Pentassuglia si evince espressamente che «in quanto specie alloctona sul territorio nazionale, la sua gestione è finalizzata all'eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni».
Sicché, si rende necessario procedere con l'implementazione, dapprima, di un piano di censimento volto a definire la consistenza numerica effettiva e le aree interessate dai parrocchetti monaco e, successivamente, di un piano di contenimento.
In particolare, il piano di interventi diretti sulla fauna in commento deve tener conto anche di molteplici modalità di intervento che si coniughino con le caratteristiche del territorio mediante, ad esempio, disturbo ai rooster, cattura degli adulti, disturbo in fase di riproduzione con asportazione dei nidi e shooting.
Infine, l'Assessore Pentassuglia sollecita l'avvio di una campagna di comunicazione, affinché si possano arginare potenziali resistenze da parte dei cittadini residenti circa le azioni da intraprendere contro gli stessi pappagalli.
«La suddetta specie è finalmente ritenuta di carattere invasivo e alloctona. Quindi, se inizialmente l'ISPRA la considerava come fauna selvatica e come tale oggetto di tutela, oggi si ritiene opportuno intervenire per eradicare o comunque controllare l'aumento crescente della popolazione», commenta soddisfatto Michele Volpe, consigliere comunale di Città Civile, per i riscontri ottenuti a livello regionale. «La nota regionale prende ufficialmente atto del problema reale che affligge le nostre campagne e nel contempo sollecita ad intervenire rapidamente».
Lo stesso Volpe in passato ha allarmato le istituzioni sui danni ingenti provocati ai frutti pendenti sotto maturazione, mettendo così a rischio il reddito delle aziende agricole dopo un anno di lavoro. «Dunque, ufficialmente è stato dato mandato all'Ambito Territoriale Caccia di Bari/Bat, in collaborazione con l'Osservatorio Faunistico regionale, di studiare e proporre un piano di contenimento della specie e successivamente chiedere definitiva approvazione all'ISPRA».