«Parcelle per procedimenti mai fatti»: avvocato a giudizio per truffa

I fatti risalgono al 2021, dopo un incidente stradale in cui la presunta vittima, Nicolò Valente, ha perso il proprio figlio, Ivan

mercoledì 19 marzo 2025 10.36
A cura di Nicola Miccione
S'è dovuto difendere proprio da chi avrebbe dovuto difenderlo. È la storia di Nicolò Valente, 54enne di Terlizzi, al quale il suo legale, Vito Angelo Ippedico, 59enne di Ruvo di Puglia, avrebbe chiesto denaro per una causa mai fatta, quella per ottenere un risarcimento in sede civile dopo la scomparsa del figlio Ivan, nel 2017.

Il professionista è finito a giudizio con l'ipotesi di truffa «perché - si legge - mediante artifizi e raggiri consistiti nella falsa rappresentazione della realtà per mezzo della contraffazione di provvedimenti giurisdizionali, nonché dell'indicazione di falsi numeri di registro generale dei procedimenti e dell'esibizione di atti relativi a dei procedimenti mai intrapresi, induceva in errore la persona offesa, ottenendo così il pagamento dei vari emolumenti per prestazioni professionali mai rese».

I fatti risalgono al periodo fra il 2021 ed il 2023, quando Valente, dopo la morte del figlio Ivan, avvenuta l'8 settembre 2017 in un incidente ad Olbia, in Sardegna, e la condanna del responsabile a 2 anni e 9 mesi ha dato mandato a Ippedico di formulare una richiesta risarcitoria. Tramite degli accertamenti, però, non solo ha scoperto che non l'aveva mai rappresentato, ma aveva realizzato «una truffa mediante ricorso a dei raggiri ravvisabili nella falsa rappresentazione della realtà».

Il 54enne è assistito ora dall'avvocato Gianni Stella, mentre il 59enne avvocato, stavolta nelle vesti di imputato dopo aver ricevuto il decreto di citazione a giudizio con l'ipotesi di truffa, dovrà comparire in aula il 6 aprile 2026, davanti al giudice del Tribunale di Trani, Sara Pedone. È assistito dall'avvocato Aldo Balducci.