Patto tra Agenzia Entrate, Procura della Repubblica e Guardia di Finanza per lotta all'evasione
Sottoscritto a Bari un protocollo investigativo in materia di reati tributari
venerdì 29 gennaio 2021
15.43
È stato sottoscritto a Bari un protocollo investigativo in materia di reati tributari tra la Procura della Repubblica di Bari, il Comando Regionale Puglia della Guardia di Finanza e la Direzione Regionale Puglia dell'Agenzia delle Entrate.
Il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, il comandante regionale Puglia della Guardia di Finanza, il generale di divisione Francesco Mattana ed il direttore regionale della Puglia dell'Agenzia delle Entrate, Michele Andriola, hanno infatti siglato un protocollo di intesa volto a rafforzare il coordinamento investigativo, tra l'Autorità Giudiziaria e l'Amministrazione finanziaria in ambito locale.
L'accordo si pone quale principale obiettivo quello di potenziare l'azione di repressione dell'evasione fiscale, con particolare riguardo ai fatti di maggiore pericolosità e allarme sociale, come le frodi transnazionali, l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la creazione di schermi societari al solo scopo di inquinare i mercati e il conseguente riciclaggio dei proventi illeciti.
Infatti, sovente, le frodi fiscali, l'utilizzo di fatture false e di contabilità opache o artefatte sono reati spia di disegni criminali di più vasta portata, che permettono anche a pericolose e organizzate consorterie criminali di infiltrarsi nel tessuto economico e imprenditoriale, creando risorse finanziarie occulte e nascondendosi dietro prestanome e società artatamente costituite.
Pertanto, al fine di potenziare l'efficacia e la tempestività dell'azione di contrasto, le tre parti del protocollo si sono impegnate a implementare, semplificare e accelerare i flussi di comunicazione reciproci, sfruttando l'innovazione tecnologica dello strumento telematico. Ciò onde permettere a questa Autorità Giudiziaria inquirente di assumere celermente la direzione delle indagini, assicurando nel contempo un coordinamento costante ed efficace tra gli sviluppi amministrativi e penali dei singoli contesti oggetto di investigazione.
L'accordo - frutto di un articolato lavoro preparatorio - disciplina, in più, una serie di adempimenti procedurali tesi a garantire, in tempi rapidi, la tassazione dei proventi illeciti derivanti da qualsivoglia attività criminale e l'indeducibilità fiscale dei cosiddetti "costi da reato", al fine di recuperare ulteriori risorse al gettito fiscale da destinare alla collettività.
Inoltre, il protocollo prevede momenti di specifico confronto operativo tra le due "anime" dell'Amministrazione finanziaria, con il coordinamento di questa Procura, nei casi in cui emergano fattispecie di particolare pericolosità criminale, per il contrasto delle quali è fondamentale l'attivazione tempestiva dei poteri e delle tecniche investigative propri della polizia giudiziaria.
Infine, è stato puntualmente definito il percorso operativo per gli accertamenti economico-patrimoniali volti a risalire alle modalità di reimpiego delle risorse finanziarie illecitamente accumulate grazie all'evasione fiscale, nonché a individuare i beni nella disponibilità, anche di fatto, degli evasori, al fine di procedere al loro rapido sequestro e, quindi, alla loro confisca definitiva.
Il protocollo così formalizzato costituisce, pertanto, un decisivo passo in avanti nell'azione di contrasto alla criminalità economico-finanziaria e all'illecito arricchimento di quegli operatori che, in spregio delle regole del mercato, recano un grave danno all'economia legale del Paese, soprattutto nell'attuale, sfavorevole congiuntura finanziaria.
Il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, il comandante regionale Puglia della Guardia di Finanza, il generale di divisione Francesco Mattana ed il direttore regionale della Puglia dell'Agenzia delle Entrate, Michele Andriola, hanno infatti siglato un protocollo di intesa volto a rafforzare il coordinamento investigativo, tra l'Autorità Giudiziaria e l'Amministrazione finanziaria in ambito locale.
L'accordo si pone quale principale obiettivo quello di potenziare l'azione di repressione dell'evasione fiscale, con particolare riguardo ai fatti di maggiore pericolosità e allarme sociale, come le frodi transnazionali, l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la creazione di schermi societari al solo scopo di inquinare i mercati e il conseguente riciclaggio dei proventi illeciti.
Infatti, sovente, le frodi fiscali, l'utilizzo di fatture false e di contabilità opache o artefatte sono reati spia di disegni criminali di più vasta portata, che permettono anche a pericolose e organizzate consorterie criminali di infiltrarsi nel tessuto economico e imprenditoriale, creando risorse finanziarie occulte e nascondendosi dietro prestanome e società artatamente costituite.
Pertanto, al fine di potenziare l'efficacia e la tempestività dell'azione di contrasto, le tre parti del protocollo si sono impegnate a implementare, semplificare e accelerare i flussi di comunicazione reciproci, sfruttando l'innovazione tecnologica dello strumento telematico. Ciò onde permettere a questa Autorità Giudiziaria inquirente di assumere celermente la direzione delle indagini, assicurando nel contempo un coordinamento costante ed efficace tra gli sviluppi amministrativi e penali dei singoli contesti oggetto di investigazione.
L'accordo - frutto di un articolato lavoro preparatorio - disciplina, in più, una serie di adempimenti procedurali tesi a garantire, in tempi rapidi, la tassazione dei proventi illeciti derivanti da qualsivoglia attività criminale e l'indeducibilità fiscale dei cosiddetti "costi da reato", al fine di recuperare ulteriori risorse al gettito fiscale da destinare alla collettività.
Inoltre, il protocollo prevede momenti di specifico confronto operativo tra le due "anime" dell'Amministrazione finanziaria, con il coordinamento di questa Procura, nei casi in cui emergano fattispecie di particolare pericolosità criminale, per il contrasto delle quali è fondamentale l'attivazione tempestiva dei poteri e delle tecniche investigative propri della polizia giudiziaria.
Infine, è stato puntualmente definito il percorso operativo per gli accertamenti economico-patrimoniali volti a risalire alle modalità di reimpiego delle risorse finanziarie illecitamente accumulate grazie all'evasione fiscale, nonché a individuare i beni nella disponibilità, anche di fatto, degli evasori, al fine di procedere al loro rapido sequestro e, quindi, alla loro confisca definitiva.
Il protocollo così formalizzato costituisce, pertanto, un decisivo passo in avanti nell'azione di contrasto alla criminalità economico-finanziaria e all'illecito arricchimento di quegli operatori che, in spregio delle regole del mercato, recano un grave danno all'economia legale del Paese, soprattutto nell'attuale, sfavorevole congiuntura finanziaria.