"Pax Christi" di Terlizzi si rivolge a Giorgia Meloni
Una lettera aperta al Presidente del Consiglio italiano per demilitarizzare il Mediterraneo
venerdì 2 giugno 2023
Il punto pace di Terlizzi "Pax Christi" ha rivolto una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, apprezzando la scelta della Puglia come sede del G7 nel giugno 2024. Il collettivo cristiano ha colto l'occasione per sollecitare le istituzioni a demilitarizzare il Mediterraneo in un'ottica solidaristica verso coloro che scappano dai Paesi di provenienza per ragioni umanitarie.
La riflessione critica completa è riportata di seguito.
«Gentile Signora Presidente,
con estremo interesse abbiamo accolto la sua proposta fatta a Hiroshima di scegliere la Puglia come sede del G7 nel giugno 2024. Lei ha motivato la scelta evidenziando come la Puglia storicamente ha svolto la funzione di ponte tra occidente e oriente. Lei ha perfettamente ragione: la nostra ricchezza artistico-culturale nasce dalle tante contaminazioni che dall'oriente sono giunte fino a noi in Italia, passando per il sud e per la Puglia in particolare.
Questo ci lascia pensare che Lei, presidente, stia considerando la demilitarizzazione del Mediterraneo, perché il "cuore della terra" sia luogo di incontro e di solidarietà, abolendo così la proposta da lei suggerita di creare un blocco navale per fermare le orde di invasori. Questi 'irregolari' sono spinti dalla povertà, dalla fame e dalle guerre a guardare a chi ha impunemente "prelevato" risorse e mantiene tutti loro in uno stato di sottosviluppo. Adesso inoltre, siamo ad accaparrarci vaste zone di terra in Africa, fenomeno che è conosciuto come land-grabbing. Gli impoveriti migrano seguendo l'odore del cibo, e non ci sarà alcuna barriera militare che potrà reggere alla forza d'urto della disperazione umana, di chi si ritrova sfrattato dalla terra sulla quale è nato.
Forse la Puglia potrebbe tornare ad essere ponte nel bacino Mediterraneo se gli stanziamenti italiani alla cooperazione e allo sviluppo andassero ben oltre la irrisoria percentuale dello 0,28% del Pil nel 2021, sapendo che da quelle briciole sono prelevate, purtroppo, le spese per la costruzione e la gestione dei centri di trattenimento per gli stranieri irregolari e i fondi per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. (https://pagellapolitica.it/fact-checking/taglio-fondi-cooperazionesviluppo)
La Puglia potrebbe tornare ad essere terra di pace se poggiasse la sua cultura sulla "non vittoria", e come evidenzia Nicola Colaianni, nel quotidiano la Repubblica di martedì 23 maggio, se si adoperasse per una politica di coerenza della pace, come nell'esperienza quotidiana di Emergency, come nei tanti progetti umanitari di Un ponte per, della galassia dei gruppi di ispirazione cristiana, da Pax Christi a Beati i costruttori di pace, alla comunità di Sant'Egidio e con azioni concrete contro la costruzione e il commercio delle armi, che con il loro sistema lobbistico sono in grado di orientare le scelte politiche del governo. Forse così facendo potremmo assumere una dimensione politica di lungimiranza per dichiarare guerra alla guerra, dissociandoci dal diktat Nato con il suo obiettivo del 2% del Pil come soglia minima di investimento per la difesa. Il report della Nato ha indicato che l'Italia nel 2022 ha stanziato l'1,51% del proprio Pil, vale a dire 28,75 miliardi. Se riversassimo quei soldi in sanità, ambiente e spesa sociale certamente tanti nostri giovani non sarebbero costretti a migrare in cerca di lavoro e dignità.
Già nel 1988 i vescovi della metropolia di Bari, in un documento intitolato Puglia Arca di Pace e non Arco di Guerra, portavano all'attenzione dell'opinione pubblica le gravi conseguenze derivanti dalla crescente militarizzazione del territorio, e dicevano: "oggi, più che mai, infatti la Puglia è chiamata dalla storia e dalla geografia, a protendersi nel suo mare come Arca di Pace e non a curvarsi minacciosamente come arco di guerra". (https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-einiziative/rubriche/approfondimenti/documenti/1503-puglia-arca-di-pace-non-arco-di-guerra)
Le auguriamo di restare Presidente di un Paese capace di prendersi cura degli impoveriti.
Punto Pace Pax Christi Piazza Cavour, 10 70038 Terlizzi (Ba)».
La riflessione critica completa è riportata di seguito.
«Gentile Signora Presidente,
con estremo interesse abbiamo accolto la sua proposta fatta a Hiroshima di scegliere la Puglia come sede del G7 nel giugno 2024. Lei ha motivato la scelta evidenziando come la Puglia storicamente ha svolto la funzione di ponte tra occidente e oriente. Lei ha perfettamente ragione: la nostra ricchezza artistico-culturale nasce dalle tante contaminazioni che dall'oriente sono giunte fino a noi in Italia, passando per il sud e per la Puglia in particolare.
Questo ci lascia pensare che Lei, presidente, stia considerando la demilitarizzazione del Mediterraneo, perché il "cuore della terra" sia luogo di incontro e di solidarietà, abolendo così la proposta da lei suggerita di creare un blocco navale per fermare le orde di invasori. Questi 'irregolari' sono spinti dalla povertà, dalla fame e dalle guerre a guardare a chi ha impunemente "prelevato" risorse e mantiene tutti loro in uno stato di sottosviluppo. Adesso inoltre, siamo ad accaparrarci vaste zone di terra in Africa, fenomeno che è conosciuto come land-grabbing. Gli impoveriti migrano seguendo l'odore del cibo, e non ci sarà alcuna barriera militare che potrà reggere alla forza d'urto della disperazione umana, di chi si ritrova sfrattato dalla terra sulla quale è nato.
Forse la Puglia potrebbe tornare ad essere ponte nel bacino Mediterraneo se gli stanziamenti italiani alla cooperazione e allo sviluppo andassero ben oltre la irrisoria percentuale dello 0,28% del Pil nel 2021, sapendo che da quelle briciole sono prelevate, purtroppo, le spese per la costruzione e la gestione dei centri di trattenimento per gli stranieri irregolari e i fondi per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. (https://pagellapolitica.it/fact-checking/taglio-fondi-cooperazionesviluppo)
La Puglia potrebbe tornare ad essere terra di pace se poggiasse la sua cultura sulla "non vittoria", e come evidenzia Nicola Colaianni, nel quotidiano la Repubblica di martedì 23 maggio, se si adoperasse per una politica di coerenza della pace, come nell'esperienza quotidiana di Emergency, come nei tanti progetti umanitari di Un ponte per, della galassia dei gruppi di ispirazione cristiana, da Pax Christi a Beati i costruttori di pace, alla comunità di Sant'Egidio e con azioni concrete contro la costruzione e il commercio delle armi, che con il loro sistema lobbistico sono in grado di orientare le scelte politiche del governo. Forse così facendo potremmo assumere una dimensione politica di lungimiranza per dichiarare guerra alla guerra, dissociandoci dal diktat Nato con il suo obiettivo del 2% del Pil come soglia minima di investimento per la difesa. Il report della Nato ha indicato che l'Italia nel 2022 ha stanziato l'1,51% del proprio Pil, vale a dire 28,75 miliardi. Se riversassimo quei soldi in sanità, ambiente e spesa sociale certamente tanti nostri giovani non sarebbero costretti a migrare in cerca di lavoro e dignità.
Già nel 1988 i vescovi della metropolia di Bari, in un documento intitolato Puglia Arca di Pace e non Arco di Guerra, portavano all'attenzione dell'opinione pubblica le gravi conseguenze derivanti dalla crescente militarizzazione del territorio, e dicevano: "oggi, più che mai, infatti la Puglia è chiamata dalla storia e dalla geografia, a protendersi nel suo mare come Arca di Pace e non a curvarsi minacciosamente come arco di guerra". (https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-einiziative/rubriche/approfondimenti/documenti/1503-puglia-arca-di-pace-non-arco-di-guerra)
Le auguriamo di restare Presidente di un Paese capace di prendersi cura degli impoveriti.
Punto Pace Pax Christi Piazza Cavour, 10 70038 Terlizzi (Ba)».