Pino Gesmundo ospite del tgr:«Il 40% degli universitari pugliesi studia fuori la Puglia»
A Molfetta il 14,3% dei giovani lascia il suo paese
sabato 26 agosto 2017
Il terlizzese Pino Gesmundo, segretario CGIL della Puglia, ospite del tg regionale di Rai 3, ha commentato l'esodo di massa dei giovani pugliesi verso il centro e il nord Italia o gli Stati esteri:«Abbiamo il 51% di disoccupazione giovanile sul nostro territorio ed emigrare è diventato una sorta di obbligo rispetto alla possibilità di potersi affermare, di potersi esprimere con le proprie capacità e competenze».
A partire dal 2008 sino a oggi, infatti, circa ventimila pugliesi under trenta hanno abbandonato i loro paesi per ragioni di studio o di lavoro. Secondo un dossier della CGIL che ha stilato una graduatoria delle città che registrano la maggior fuga di cervelli, Molfetta è in testa alle classifiche con una percentuale di 14,3% di intelligenze scappate via, fra i 18 e i 30 anni.
«Questo è un fenomeno rispetto al quale i giovani sono costretti a fare delle scelte dolorose, sin dalla individuazione dell'università. Il 40% degli universitari pugliesi studia fuori la nostra regione», prosegue Gesmundo. La Puglia, così, ne risente fortemente non solo in termini di riduzione delle risorse economiche ma anche di perdita del valore sociale.
La CGIL, inoltre, si è unita all'allarme lanciato dall'ANCE, associazione dei costruttori edili, circa il mancato utilizzo dei fondi stanziati per le opere infrastrutturali. «È un tema che attiene alla farraginosità del sistema e, dunque, a un meccanismo burocratico che complica la vita di chi deve utilizzare queste risorse. Ci sono anche dei ritardi che abbiamo sempre denunciato», spiega il segretario della CGIL Puglia.
Gesmundo illustra che le risorse comunitarie, soprattutto in Puglia, sono spesso le uniche a disposizione e utili a favorire condizioni di sviluppo: esse attengono, ad esempio, all'apertura dei cantieri, che puntano a un'occupazione immediata, ma anche alle grandi infrastrutture, che coinvolgono i trasporti. «Pensiamo al piano del turismo nella nostra regione: potrebbe essere un turismo diverso, maggiormente valorizzato, professionalizzato e attrattivo ma ci vogliono servizi, occorre che si creino anche infrastrutture sociali. Le risorse devono essere utilizzate al meglio e subito».
Un'osservazione alquanto critica viene compiuta nei confronti delle stazioni appaltanti, a causa della gestione discutibile delle risorse loro assegnate:«Le stazioni appaltanti devono azionare delle procedure perché si possano trasformare i progetti in cantieri e opere. E lì c'è un intoppo che spesso impedisce che le risorse vengano utilizzate», chiarisce Gesmundo che fa un appello alle istituzioni «Chiediamo quindi alla regione un monitoraggio costante e un intervento diretto rispetto a questo».
Nonostante per i giovani in procinto di fuggire le prospettive di condurre una vita dignitosa siano minime, Pino Gesmundo tenta di rassicurare gli animi facendo leva sulle opportunità pugliesi: «Sul nostro territorio si può e si deve lavorare perché qui ci sono tutti gli asset e le condizioni per poter creare sviluppo, buona occupazione e benessere per tutti».
A partire dal 2008 sino a oggi, infatti, circa ventimila pugliesi under trenta hanno abbandonato i loro paesi per ragioni di studio o di lavoro. Secondo un dossier della CGIL che ha stilato una graduatoria delle città che registrano la maggior fuga di cervelli, Molfetta è in testa alle classifiche con una percentuale di 14,3% di intelligenze scappate via, fra i 18 e i 30 anni.
«Questo è un fenomeno rispetto al quale i giovani sono costretti a fare delle scelte dolorose, sin dalla individuazione dell'università. Il 40% degli universitari pugliesi studia fuori la nostra regione», prosegue Gesmundo. La Puglia, così, ne risente fortemente non solo in termini di riduzione delle risorse economiche ma anche di perdita del valore sociale.
La CGIL, inoltre, si è unita all'allarme lanciato dall'ANCE, associazione dei costruttori edili, circa il mancato utilizzo dei fondi stanziati per le opere infrastrutturali. «È un tema che attiene alla farraginosità del sistema e, dunque, a un meccanismo burocratico che complica la vita di chi deve utilizzare queste risorse. Ci sono anche dei ritardi che abbiamo sempre denunciato», spiega il segretario della CGIL Puglia.
Gesmundo illustra che le risorse comunitarie, soprattutto in Puglia, sono spesso le uniche a disposizione e utili a favorire condizioni di sviluppo: esse attengono, ad esempio, all'apertura dei cantieri, che puntano a un'occupazione immediata, ma anche alle grandi infrastrutture, che coinvolgono i trasporti. «Pensiamo al piano del turismo nella nostra regione: potrebbe essere un turismo diverso, maggiormente valorizzato, professionalizzato e attrattivo ma ci vogliono servizi, occorre che si creino anche infrastrutture sociali. Le risorse devono essere utilizzate al meglio e subito».
Un'osservazione alquanto critica viene compiuta nei confronti delle stazioni appaltanti, a causa della gestione discutibile delle risorse loro assegnate:«Le stazioni appaltanti devono azionare delle procedure perché si possano trasformare i progetti in cantieri e opere. E lì c'è un intoppo che spesso impedisce che le risorse vengano utilizzate», chiarisce Gesmundo che fa un appello alle istituzioni «Chiediamo quindi alla regione un monitoraggio costante e un intervento diretto rispetto a questo».
Nonostante per i giovani in procinto di fuggire le prospettive di condurre una vita dignitosa siano minime, Pino Gesmundo tenta di rassicurare gli animi facendo leva sulle opportunità pugliesi: «Sul nostro territorio si può e si deve lavorare perché qui ci sono tutti gli asset e le condizioni per poter creare sviluppo, buona occupazione e benessere per tutti».