Censum, beni per quasi 19 milioni sequestrati ai vertici Censum
Per Terlizzi una garanzia in più per recuperare l'ammanco di 1,2 milioni di euro
lunedì 19 settembre 2016
13.38
Quasi 19 milioni di euro. A Tanto ammonta la somma posta sotto sequestro dal Tribunale civile di Bari, a titolo conservativo, a carico del patrimonio di diverse soggetti tra ex amministratori ed ex componenti del collegio sindacale della società (dal 2009 in poi) della società Censum, già concessionaria dei Tributi del comune di Terlizzi. Oltre al processo che si sta svolgendo presso il Tribunale di Trani sull'ammanco di 1.200.000 euro circa mai versati nelle casse comunali (il 28 settembre è prevista la prossima udienza), un'altra battaglia giudiziaria ha preso il via davanti al Tribunale civile di Bari, avviata dalla curatela fallimentare della società di Rutigliano che si occupava di riscossioni tributi soprattutto per conto di diversi Comuni.
A darne notizie ieri un articolo pubblicato sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. La Censum è fallita nel 2015. Il giudice delegato al fallimento Francesco Cavone ha quindi disposto il sequestro in sede civile su proposta del curatore, avvocato Francesco Grieco. I dirigenti della società coinvolti sono ritenuti presunti responsabili «per non avere vigilato in conformità degli obblighi della loro carica» e quindi per altre irregolarità procedurali e gestionali. Ovviamente, si tratta di un sequestro di carattere cautelare, a garanzia dei creditori terzi, disposto senza ascoltare le ragioni delle persone coinvolte che potranno quindi difendersi nel giudizio di merito.
Fatto sta che, tra le ragioni del dissesto, viene elencata proprio il mancato versamento dei tributi ai Comuni committenti e quindi la mancata riscossione delle provvigioni. Un modus operandi che riguarda da vicino proprio Terlizzi, visto che la Censum è stata ex concessionaria del Comune di Terlizzi per diversi anni, in particolare nel periodo in cui sindaco era Vincenzo di Tria, all'epoca esponente del Partito Democratico. La società si occupava direttamente della raccolta dei tributi per conto del Comune: all'epoca la scelta fatta contrattualmente fu quella di far transitare i soldi dei contribuenti direttamente sui conti della società Censum (e non su un conto comunale), soldi che la stessa società successivamente versava (o avrebbe dovuto versare) al Comune di Terlizzi. Nel 2012 fu poi scoperto il buco di 1.200.000 euro di soldi versati dai contribuenti e mai riversati nelle casse comunali (dal 2008 all'estate del 2012 a conclusione delle indagini). Tra le persone raggiunge dal sequestro anche Livio Tenerelli noto anche per la sua attività politica visto che è componente della segreteria provinciale del Partito Democratico.
Per Terlizzi questo sequestro significa che oggi esiste una garanzia in più per recuperare quelle risorse - ben 1,2 milioni di euro - denaro che appartiene ai cittadini di Terlizzi e che ora potrebbero più concretamente tornare nelle casse comunali.
A darne notizie ieri un articolo pubblicato sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. La Censum è fallita nel 2015. Il giudice delegato al fallimento Francesco Cavone ha quindi disposto il sequestro in sede civile su proposta del curatore, avvocato Francesco Grieco. I dirigenti della società coinvolti sono ritenuti presunti responsabili «per non avere vigilato in conformità degli obblighi della loro carica» e quindi per altre irregolarità procedurali e gestionali. Ovviamente, si tratta di un sequestro di carattere cautelare, a garanzia dei creditori terzi, disposto senza ascoltare le ragioni delle persone coinvolte che potranno quindi difendersi nel giudizio di merito.
Fatto sta che, tra le ragioni del dissesto, viene elencata proprio il mancato versamento dei tributi ai Comuni committenti e quindi la mancata riscossione delle provvigioni. Un modus operandi che riguarda da vicino proprio Terlizzi, visto che la Censum è stata ex concessionaria del Comune di Terlizzi per diversi anni, in particolare nel periodo in cui sindaco era Vincenzo di Tria, all'epoca esponente del Partito Democratico. La società si occupava direttamente della raccolta dei tributi per conto del Comune: all'epoca la scelta fatta contrattualmente fu quella di far transitare i soldi dei contribuenti direttamente sui conti della società Censum (e non su un conto comunale), soldi che la stessa società successivamente versava (o avrebbe dovuto versare) al Comune di Terlizzi. Nel 2012 fu poi scoperto il buco di 1.200.000 euro di soldi versati dai contribuenti e mai riversati nelle casse comunali (dal 2008 all'estate del 2012 a conclusione delle indagini). Tra le persone raggiunge dal sequestro anche Livio Tenerelli noto anche per la sua attività politica visto che è componente della segreteria provinciale del Partito Democratico.
Per Terlizzi questo sequestro significa che oggi esiste una garanzia in più per recuperare quelle risorse - ben 1,2 milioni di euro - denaro che appartiene ai cittadini di Terlizzi e che ora potrebbero più concretamente tornare nelle casse comunali.