Polo Liceale Sylos-Fiore Terlizzi: quando il ricordo si fa impegno
Mercoledì 27 gennaio gli studenti hanno celebrato la Giornata della Memoria
domenica 31 gennaio 2021
Giornata intensa, anche emotivamente, quella di mercoledì 27 gennaio, per gli studenti della 2 A Classico e della 2 B Linguistico del Polo Liceale Sylos-Fiore di Terlizzi.
In occasione della Giornata della Memoria e con la guida della prof.ssa A. Mangiatordi, gli alunni e le alunne hanno ripercorso il dramma dell'Olocausto attraverso la ricerca di immagini significative, che con il loro potere documentario ed evocativo hanno permesso di percorrere i meandri più profondi di questa pagina oscura della storia recente.
La lezione, realizzata con la metodologia della flipped classroom, ha toccato temi e luoghi poco noti, come la persecuzione degli omosessuali nei Lager e il memoriale "Le scarpe sulla riva del Danubio" a Budapest, ma è stata anche occasione per allargare lo sguardo al presente e discutere sui campi di lavoro forzato nella Corea del Nord e sui profughi che, sotto la neve come gli ebrei ad Auschwitz nel 1945, attendono in Bosnia di poter raggiungere un luogo migliore. Una lezione diversa, che ci sembra abbia dato senso ai versi di P. Levi: «Meditate che questo è stato». Nel guardare le foto di centinaia di migranti bloccati nella neve in Bosnia, al confine con la Croazia, che vivono al gelo senza acqua né cibo vengono i brividi, sembrano foto già viste 70 anni fa.
L'atteggiamento di alcuni Stati membri dell'Unione europea, che chiudono i loro confini e poi costruiscono lager in Bosnia Erzegovina, odora molto di ipocrisia. Se non vogliamo che un giorno un bambino qualsiasi ci chieda come sia stato possibile che tutti sapessero e nessuno abbia fatto nulla per fermare queste sofferenze, dobbiamo iniziare a smontare la logica del filo spinato che abbiamo eretto in questi anni.
In occasione della Giornata della Memoria e con la guida della prof.ssa A. Mangiatordi, gli alunni e le alunne hanno ripercorso il dramma dell'Olocausto attraverso la ricerca di immagini significative, che con il loro potere documentario ed evocativo hanno permesso di percorrere i meandri più profondi di questa pagina oscura della storia recente.
La lezione, realizzata con la metodologia della flipped classroom, ha toccato temi e luoghi poco noti, come la persecuzione degli omosessuali nei Lager e il memoriale "Le scarpe sulla riva del Danubio" a Budapest, ma è stata anche occasione per allargare lo sguardo al presente e discutere sui campi di lavoro forzato nella Corea del Nord e sui profughi che, sotto la neve come gli ebrei ad Auschwitz nel 1945, attendono in Bosnia di poter raggiungere un luogo migliore. Una lezione diversa, che ci sembra abbia dato senso ai versi di P. Levi: «Meditate che questo è stato». Nel guardare le foto di centinaia di migranti bloccati nella neve in Bosnia, al confine con la Croazia, che vivono al gelo senza acqua né cibo vengono i brividi, sembrano foto già viste 70 anni fa.
L'atteggiamento di alcuni Stati membri dell'Unione europea, che chiudono i loro confini e poi costruiscono lager in Bosnia Erzegovina, odora molto di ipocrisia. Se non vogliamo che un giorno un bambino qualsiasi ci chieda come sia stato possibile che tutti sapessero e nessuno abbia fatto nulla per fermare queste sofferenze, dobbiamo iniziare a smontare la logica del filo spinato che abbiamo eretto in questi anni.