Potere Al Popolo contro l'impianto a biogas di Terlizzi
Una nota per spiegare la posizione del partito
martedì 13 aprile 2021
Di seguito la posizione di Potere Al Popolo dell'Area Metropolitana di Bari sulla possibilità della nascita dell'impianto di biogas a Terlizzi.
«Come Potere Al Popolo siam con le lotte e le istanze sociali, politiche ed ambientali dei territorio e come ci trovate nel Salento con i Notap, a Taranto, in cui si vive il ricatto decennale salute e lavoro con l'ExIlva, attuale Arcelor Mittal, o a Brindisi inquinato da pertrolchimico e centrali a carbone, cosi è doveroso essere presenti a Terlizzi, che in passato ha vissuto già la tragedia di Scianatico e dove ora si vuol costruire una centrale a biomasse.
Infatti a Terlizzi, in località "Strada Comunale Monte Serino", potrebbe nascere un impianto a biogas per produrre metano liquido per autotrazione e da parte della Sorgenia Bio Power. L'area scelta per la realizzazione è a ridosso di una zona dell'agro di rilevanza storica, culturale e natura quale la via Francigena-Appia Traiana, fra l'altro possibile tratto del piano ciclabile nazionale, che invece con l'impianto vedrà l'aumentare del traffico di mezzi pesanti e relative conseguenze per un'area ancora incontaminata.
In tale zona l'impianto dovrebbe estendersi per 47.000 metri quadri, l'equivalente di 6 campi da calcio, e la produzione di gas sarebbe pari a 500 smc/h. Si tratta di un impianto a digestione anaerobica alimentato prevalentemente da sansa (sottolavorazione olive), ma anche pollina (deiezioni di natura avicola) e sottoprodotti
ortofrutticoli.
Nonostante le rassicurazioni che Sorgenia pubblica sul suo sito, in cui si legge: "La realizzazione dell'impianto comporterà la rimozione di circa 400 olivi che verranno comunque sostituiti da nuovi alberi, come richiede l'ispettorato agricolo. Molti degli ulivi saranno riposizionati ai confini dell'impianto stesso per mitigarne la visibilità. Altri saranno donati al Comune per valorizzare aree urbane degradate", non possiamo non chiederci che impatto avrà tale impianto sull'ambiente e sul territorio?!
Inoltre, stando sempre a quanto dichiara Sorgenia, l'impianto per alimentarsi avrà bisogno di circa "73.500 tonnellate (pari all'82% del totale)" per produrre "oltre 70.000 tonnellate di digestato" e solo 3000 tonnellate di bio GNL. Che si fa di quel digestato?
L'azienda sostiene che il digestato prodotto andrebbe poi usato in agricoltura come fertilizzante, ma in realtà la normativa vigente lo considera un rifiuto che non può essere riversato sui campi liberamente come avviene per un ammendante compostato misto.
Negli ultimi anni la realizzazione di tali impianti è sempre più frequente per via degli incentivi di cui questi impianti considerati "sostenibili" godono e infatti anche nella bozza del PNRR (Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza) ci sarebbe uno stanziamento pari a 2,2 Mld euro per nuove realizzazioni. Il vantaggio di tali incentivi è molto alto permettendo a chi investe di ottenere un introito diverse volte maggiore rispetto al valore di mercato del prodotto finale. Le tempistiche di questi incentivi sono, tra l'altro, stringenti e questo spinge le aziende a realizzare gli impianti il più velocemente possibile, mettendo a rischio la sicurezza come avvenuto in alcuni casi dove a causa della scarsa cura nella realizzazione e manutenzione degli stessi nel tempo ci sono stati sversamenti nei terreni e fuoriuscite di olezzi anche sulla lunga
distanza.
L'impianto di Terlizzi fa nascere dubbi fin dal suo iter procedimentale, prima una PAS (procedura autorizzativa semplificata) rigettata, ora Autorizzazione Unica comunque mancante di numerosi dettagli necessari ai fini valutativi, ma perché non una Valutazione di Impatto Ambientale? Osservazione posta anche dalla Regione attraverso l'Arpa.
La sansa, quindi, dal momento in cui da essa si ricavano altri oli alimentari è davvero uno "scarto" di produzione o è una risorsa? Perché un'associazione di categoria di produttori di oli alimentari (Assitol) ha fatto un esposto al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) chiedendo di eliminare la sansa dalla lista redatta dal GSE, di sotto-prodotti e scarti impiegati per estrarre gas?
Come PotereAlPopolo riteniamo che la cittadinanza vada informata sui possibili rischi che quest'opera porta con sé. Per tutte le contraddizioni evidenziate e per tutte le domande che ci siamo posti/e fin qui, riteniamo che la realizzazione di questo impianto sia troppo impattante e che non vada costruito.
Del resto spesso e volentieri laddove ci sono grandi investimenti di capitale in mano ad aziende private, l'interesse comunitario passa in secondo piano, come la vita ed il benessere delle persone a favore del profitto di pochi, ed a scapito dell'ambiente. Quindi, cui prodest?
Come Potere al Popolo Bari e provincia siamo pronti a sostenere la lotta della comunità locale auspicandoci che sempre più persone si interessino alla questione perché riteniamo che solo una cittadinanza consapevole possa affrancarsi da un sistema che la desidera silente sulle scelte prese sulle proprie teste e vite».
Potere Al Popolo Bari e provincia
«Come Potere Al Popolo siam con le lotte e le istanze sociali, politiche ed ambientali dei territorio e come ci trovate nel Salento con i Notap, a Taranto, in cui si vive il ricatto decennale salute e lavoro con l'ExIlva, attuale Arcelor Mittal, o a Brindisi inquinato da pertrolchimico e centrali a carbone, cosi è doveroso essere presenti a Terlizzi, che in passato ha vissuto già la tragedia di Scianatico e dove ora si vuol costruire una centrale a biomasse.
Infatti a Terlizzi, in località "Strada Comunale Monte Serino", potrebbe nascere un impianto a biogas per produrre metano liquido per autotrazione e da parte della Sorgenia Bio Power. L'area scelta per la realizzazione è a ridosso di una zona dell'agro di rilevanza storica, culturale e natura quale la via Francigena-Appia Traiana, fra l'altro possibile tratto del piano ciclabile nazionale, che invece con l'impianto vedrà l'aumentare del traffico di mezzi pesanti e relative conseguenze per un'area ancora incontaminata.
In tale zona l'impianto dovrebbe estendersi per 47.000 metri quadri, l'equivalente di 6 campi da calcio, e la produzione di gas sarebbe pari a 500 smc/h. Si tratta di un impianto a digestione anaerobica alimentato prevalentemente da sansa (sottolavorazione olive), ma anche pollina (deiezioni di natura avicola) e sottoprodotti
ortofrutticoli.
Nonostante le rassicurazioni che Sorgenia pubblica sul suo sito, in cui si legge: "La realizzazione dell'impianto comporterà la rimozione di circa 400 olivi che verranno comunque sostituiti da nuovi alberi, come richiede l'ispettorato agricolo. Molti degli ulivi saranno riposizionati ai confini dell'impianto stesso per mitigarne la visibilità. Altri saranno donati al Comune per valorizzare aree urbane degradate", non possiamo non chiederci che impatto avrà tale impianto sull'ambiente e sul territorio?!
Inoltre, stando sempre a quanto dichiara Sorgenia, l'impianto per alimentarsi avrà bisogno di circa "73.500 tonnellate (pari all'82% del totale)" per produrre "oltre 70.000 tonnellate di digestato" e solo 3000 tonnellate di bio GNL. Che si fa di quel digestato?
L'azienda sostiene che il digestato prodotto andrebbe poi usato in agricoltura come fertilizzante, ma in realtà la normativa vigente lo considera un rifiuto che non può essere riversato sui campi liberamente come avviene per un ammendante compostato misto.
Negli ultimi anni la realizzazione di tali impianti è sempre più frequente per via degli incentivi di cui questi impianti considerati "sostenibili" godono e infatti anche nella bozza del PNRR (Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza) ci sarebbe uno stanziamento pari a 2,2 Mld euro per nuove realizzazioni. Il vantaggio di tali incentivi è molto alto permettendo a chi investe di ottenere un introito diverse volte maggiore rispetto al valore di mercato del prodotto finale. Le tempistiche di questi incentivi sono, tra l'altro, stringenti e questo spinge le aziende a realizzare gli impianti il più velocemente possibile, mettendo a rischio la sicurezza come avvenuto in alcuni casi dove a causa della scarsa cura nella realizzazione e manutenzione degli stessi nel tempo ci sono stati sversamenti nei terreni e fuoriuscite di olezzi anche sulla lunga
distanza.
L'impianto di Terlizzi fa nascere dubbi fin dal suo iter procedimentale, prima una PAS (procedura autorizzativa semplificata) rigettata, ora Autorizzazione Unica comunque mancante di numerosi dettagli necessari ai fini valutativi, ma perché non una Valutazione di Impatto Ambientale? Osservazione posta anche dalla Regione attraverso l'Arpa.
La sansa, quindi, dal momento in cui da essa si ricavano altri oli alimentari è davvero uno "scarto" di produzione o è una risorsa? Perché un'associazione di categoria di produttori di oli alimentari (Assitol) ha fatto un esposto al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) chiedendo di eliminare la sansa dalla lista redatta dal GSE, di sotto-prodotti e scarti impiegati per estrarre gas?
Come PotereAlPopolo riteniamo che la cittadinanza vada informata sui possibili rischi che quest'opera porta con sé. Per tutte le contraddizioni evidenziate e per tutte le domande che ci siamo posti/e fin qui, riteniamo che la realizzazione di questo impianto sia troppo impattante e che non vada costruito.
Del resto spesso e volentieri laddove ci sono grandi investimenti di capitale in mano ad aziende private, l'interesse comunitario passa in secondo piano, come la vita ed il benessere delle persone a favore del profitto di pochi, ed a scapito dell'ambiente. Quindi, cui prodest?
Come Potere al Popolo Bari e provincia siamo pronti a sostenere la lotta della comunità locale auspicandoci che sempre più persone si interessino alla questione perché riteniamo che solo una cittadinanza consapevole possa affrancarsi da un sistema che la desidera silente sulle scelte prese sulle proprie teste e vite».
Potere Al Popolo Bari e provincia