Povertà e solitudine in via Carelli: un uomo vive nella sua auto
Si tratta di un marocchino sulla cinquantina
martedì 14 gennaio 2020
0.50
In questo periodo di gelo invernale, in via Carelli, si sta consumando una storia di povertà e solitudine. Vive, infatti, da solo nella sua auto, un uomo sulla cinquantina di origine marocchina, giunto a Terlizzi molto probabilmente lo scorso dicembre nel pieno della campagna olivicola.
Alcuni cittadini terlizzesi di buon cuore, notando nei giorni passati la presenza fissa della vettura parcheggiata insieme al suo proprietario, gli si sono avvicinati domandandogli se avesse bisigno di aiuto.
«Una persona gentile e di grande dignità», così lo descrivono i nostri compaesani che spontaneamente gli hanno offerto un pasto caldo e un po' di conforto umano.
Bushiba sarebbe il suo nome, secondo le testimonianze di chi è riuscito a scambiare qualche parola con lui. Prima del suo arrivo qui da noi, Bushiba conduceva la sua esistenza a Taranto con un lavoro e un tetto sopra la testa. Poi, disgraziatamente, è rimasto senza un'occupazione e si è messo in marcia verso il nord barese alla ricerca di fortuna.
Ci sono giornate in cui Bushiba presta la sua manodopera nella raccolta delle olive nel nostro territorio, ma ce ne sono altre in cui non si ha bisogno di lui. E così rimane nella sua casa mobile, ai margini della comunità, senza dar fastidio a nessuno.
Pare che ci siano altri immigrati che vivano più o meno nelle medesime condizioni nello stesso tratto di strada.
Sarebbe auspicabile che chi di competenza predisponesse le misure idonee per garantire un riparo adeguato a chi al momento versa in condizioni di forte difficoltà.
Finora, infatti, si è attivata solamente una piccola rete di solidarietà da parte di coloro che, mossi da uno spirito di compassione, hanno tentato di alleviare, in base alle loro disponibilità, le sofferenze di un uomo che sta combattendo per la sopravvivenza lontano dalla sua terra e forse dai suoi affetti.
Alcuni cittadini terlizzesi di buon cuore, notando nei giorni passati la presenza fissa della vettura parcheggiata insieme al suo proprietario, gli si sono avvicinati domandandogli se avesse bisigno di aiuto.
«Una persona gentile e di grande dignità», così lo descrivono i nostri compaesani che spontaneamente gli hanno offerto un pasto caldo e un po' di conforto umano.
Bushiba sarebbe il suo nome, secondo le testimonianze di chi è riuscito a scambiare qualche parola con lui. Prima del suo arrivo qui da noi, Bushiba conduceva la sua esistenza a Taranto con un lavoro e un tetto sopra la testa. Poi, disgraziatamente, è rimasto senza un'occupazione e si è messo in marcia verso il nord barese alla ricerca di fortuna.
Ci sono giornate in cui Bushiba presta la sua manodopera nella raccolta delle olive nel nostro territorio, ma ce ne sono altre in cui non si ha bisogno di lui. E così rimane nella sua casa mobile, ai margini della comunità, senza dar fastidio a nessuno.
Pare che ci siano altri immigrati che vivano più o meno nelle medesime condizioni nello stesso tratto di strada.
Sarebbe auspicabile che chi di competenza predisponesse le misure idonee per garantire un riparo adeguato a chi al momento versa in condizioni di forte difficoltà.
Finora, infatti, si è attivata solamente una piccola rete di solidarietà da parte di coloro che, mossi da uno spirito di compassione, hanno tentato di alleviare, in base alle loro disponibilità, le sofferenze di un uomo che sta combattendo per la sopravvivenza lontano dalla sua terra e forse dai suoi affetti.