«Prima di parlare di mafia, sconfiggiamo il mafioso che è in noi»

Molto intenso anche il terzo appuntamento del Festival per la Legalità con Ismaele La Vardera

domenica 19 maggio 2019 11.59
A cura di Vincenza Urbano
Soltanto venticinque anni e avere il coraggio di schierarsi contro l'omertà politica di fronte alla telecamere nazionali, mosso dallo spirito di rendere la stessa politica una «scatola trasparente». È questa l'idea che guida le azioni di Ismaele La Vardera, il giornalista de Le Iene, ospite del terzo appuntamento del Festival per la Legalità, andato in scena venerdì scorso, 17 maggio, nel Chiostro delle Clarisse.

«Prima di parlare di mafia, sconfiggiamo il mafioso che è in noi» è il fil rouge che lo impegna da anni a dare l'esempio di cittadino attento alle pratiche del vivere civile. «Buttare le carte per terra, parcheggiare in doppia fila, chiedere favori ai politici» sono gesti che per molte persone si rivelano quotidiani, alimentando così un ciclo vizioso di scorrettezza e mala fede.

Dal «ciuffo rosso», curioso, simpatico e mediatico, La Vardera si è candidato a sindaco di Palermo nel 2017 a ventitre anni, risultando il primo candidato sindaco più giovane del capoluogo siciliano e ottenendo un risultato pari al 3% dei voti. Ismaele era partito con l'idea di fare il sindaco, sostenuto dalla Meloni e da Salvini. Ma durante il percorso elettorale, ha maturato la consapevolezza di dover registrare di nascosto tutte le situazioni scomode che si è trovato a fronteggiare. Solo a urne chiuse, ha deciso di rivelare a tutti di aver in mente di produrre un documentario.

"Il Sindaco. Italian Politics for Dummies" è il «trionfo dell'ovvietà in cui è presente tutto che quello che sapete già». Corteggiato da tanti politici nel corso delle elezioni, La Vardera è entrato in contatto con moltissimi personaggi discutibili, tra cui boss mafiosi che detengono ancora oggi le fila del potere. «Qual è il confine tra l'accordo politico e il voto di scambio politico-mafioso?» è il quesito che percorre il docufilm.

Gli sono state proposte tante nefandezze, ma Ismaele ha saputo rispondere di no, fedele solo alla sua coscienza civica. Non solo proposte allettanti come quella di fare il deputato nazionale a tredicimila euro al mese, ma anche acquistare voti a 30 euro l'uno, motivo per il quale ha denunciato il fatto in questura.

Il docufilm, prodotto da Le Iene, è stato trasmesso al cinema, attestandosi come la seconda pellicola più vista nei giorni in cui è stato proiettato. Su Italia 1, invece, ha registrato quasi due milioni di ascolti. Tutta questa visibilità, però, gli è costata una misura di protezione per sé e la propria famiglia. «La paura oggi è di meno - ha ammesso - ma non mi blocca. Qual è la ragione di fare qualcosa se poi non cambia nulla? In realtà, vedere il film e parlarne è già qualcosa», afferma Ismaele.

Davanti a tanto marciume nelle collusioni politica-mafia, diventa sempre più forte la tentazione di tirarsi indietro e di intraprendere la strada dell'indifferenza. «Però l'indifferenza è il peso morto della storia. Essere indifferenti non è una scelta neutra. La prima cosa da evitare è l'astensionismo. Bisogna intraprendere la strada della speranza e dell'impegno», spiega Daniela Zappatore, consigliere comunale di Città Civile, «Dobbiamo ridare dignità al voto. Le sfide possono essere vinte con serietà e rigore etico, ricercando la competenza. Solo così possiamo sperare di cambiare».