Ospedale del Nord Barese, Emiliano non decide ancora
A breve tavolo tecnico regionale sull'individuazione dell'ospedale di primo livello
sabato 4 febbraio 2017
13.29
È durato più di un'ora il tour del governatore Michele Emiliano nell'ospedale Sarcone di Terlizzi. Scortato da medici, operatori sanitari e amministratori comunali, Emiliano per la prima volta ha preso visione delle infrastrutture e dell'impiantistica avanzata del nostro nosocomio.
«Sarà individuata la struttura che con maggiori servizi ospiterà l'ospedale di primo livello. Ci siamo accorti che abbiamo tre ospedali sottoutilizzati. L'idea dell'accorpamento viene confermata come valida» dichiara alla stampa il presidente della Regione che ha visitato questa mattina anche le strutture ospedaliere di Molfetta e Corato, «Sarà costituito un gruppo di lavoro tecnico con l'assessorato regionale che valuterà le proposte più idonee. Il tutto sotto lo sguardo vigile della direzione strategica aziendale dell'ASL Bari».
Insomma, siamo ancora a nulla. L'ospedale del Nord Barese si farà ma non si sa né dove, né come, né quando. Emiliano definisce questa operazione come un «esperimento che non è mai stato tentato prima» e ravvisa delle note positive nel fatto che si sta «azzerando il campanilismo e che occorre stare fuori dalle logiche elettorali».
Il governatore è stato accolto con entusiasmo dalla politica terlizzese, un po' meno dai tanti pazienti che ha incontrato nelle unità operative e nei relativi reparti. «Non chiudeteci l'ospedale. È nuovo e ne abbiamo bisogno», prega Raffaele, un anziano signore sull'uscio della sua camera dove è ricoverato.
In termini di territorialità e di struttura, il Sarcone sembra soddisfare tutte le aspettative di un potenziale ospedale di primo livello. «Tanti sono gli spazi a disposizione che sono stati ottimizzati diversamente», riflette il dottor Michele Tricarico che ha assunto le vesti di cicerone durante la visita guidata. L'ampiezza degli ambienti, l'innovazione degli apparecchi e le competenze del personale mal si conciliano con gli smantellamenti che ha dovuto subire nel corso del tempo. Numerosi reparti sono stati convertiti in uffici, perdendo la loro operatività sul campo.
«Tanti anni di esperienza, maestri di medicina hanno fatto la storia qui da noi», commenta rattristato il dottor Giuseppe Cerini, a cui si aggiungono le riflessioni della dottoressa Angela Gattulli «I nostri reparti sono ben fatti a livello ingegneristico. Letti e divanetti sono stati recuperati anche dalla dismissione del vecchio ospedale di Altamura».
«Sarà individuata la struttura che con maggiori servizi ospiterà l'ospedale di primo livello. Ci siamo accorti che abbiamo tre ospedali sottoutilizzati. L'idea dell'accorpamento viene confermata come valida» dichiara alla stampa il presidente della Regione che ha visitato questa mattina anche le strutture ospedaliere di Molfetta e Corato, «Sarà costituito un gruppo di lavoro tecnico con l'assessorato regionale che valuterà le proposte più idonee. Il tutto sotto lo sguardo vigile della direzione strategica aziendale dell'ASL Bari».
Insomma, siamo ancora a nulla. L'ospedale del Nord Barese si farà ma non si sa né dove, né come, né quando. Emiliano definisce questa operazione come un «esperimento che non è mai stato tentato prima» e ravvisa delle note positive nel fatto che si sta «azzerando il campanilismo e che occorre stare fuori dalle logiche elettorali».
Il governatore è stato accolto con entusiasmo dalla politica terlizzese, un po' meno dai tanti pazienti che ha incontrato nelle unità operative e nei relativi reparti. «Non chiudeteci l'ospedale. È nuovo e ne abbiamo bisogno», prega Raffaele, un anziano signore sull'uscio della sua camera dove è ricoverato.
In termini di territorialità e di struttura, il Sarcone sembra soddisfare tutte le aspettative di un potenziale ospedale di primo livello. «Tanti sono gli spazi a disposizione che sono stati ottimizzati diversamente», riflette il dottor Michele Tricarico che ha assunto le vesti di cicerone durante la visita guidata. L'ampiezza degli ambienti, l'innovazione degli apparecchi e le competenze del personale mal si conciliano con gli smantellamenti che ha dovuto subire nel corso del tempo. Numerosi reparti sono stati convertiti in uffici, perdendo la loro operatività sul campo.
«Tanti anni di esperienza, maestri di medicina hanno fatto la storia qui da noi», commenta rattristato il dottor Giuseppe Cerini, a cui si aggiungono le riflessioni della dottoressa Angela Gattulli «I nostri reparti sono ben fatti a livello ingegneristico. Letti e divanetti sono stati recuperati anche dalla dismissione del vecchio ospedale di Altamura».