Primo grado processo Censum: 5 anni per Redavid e 3 anni e 6 mesi per Panzini

Entrambi interdetti in perpetuo dai pubblici uffici

mercoledì 9 gennaio 2019 17.50
A cura di Vincenza Urbano
Si è concluso oggi pomeriggio, con la lettura del dispositivo presso il Tribunale di Trani, il primo grado di giudizio del processo Censum che vedeva come imputati Vito Redavid e Francesca Panzini, rispettivamente, ai tempi dei fatti contestati, legale rappresentante della Censum spa, la società di gestione in concessione della riscossione delle entrate pubbliche operante a Terlizzi, e dirigente del I settore affari economici presso il Comune di Terlizzi.

Entrambi sono stati assolti dai reati di tentata concussione e di abuso d'ufficio. Invece, le condanne sono state emesse per il reato di peculato. Precisamente, Redavid è stato condannato a 5 anni di reclusione, perché ritenuto colpevole del reato di peculato continuato in concorso. Panzini è stata invece condannata alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, perché ritenuta colpevole dei reati di peculato continuato in concorso e di abuso di ufficio continuato.

Entrambi, inoltre, sono interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.

Nel dispositivo si legge anche che viene ordinata la confisca per equivalente superiore a 1 milione di euro (1.115.084,30), costituente profitto di reato di peculato continuato, da eseguirsi in solido sui beni nella disponibilità di Redavid e Panzini.

È previsto un risarcimento dei danni pure nei confronti delle parti civili. In particolare, Redavid deve risarcire il Comune di Terlizzi (al quale deve essere assegnata una provvisionale di 100.000 euro) e il movimento politico Città Civile. Panzini, invece, è tenuta a risarcire i danni solamente a Città Civile.

La motivazione della sentenza sarà depositata entro 90 giorni.