Disastro colposo. Fantini Scianatico e Laterificio Pugliese, due condanne per inquinamento.
Si conclude al Tribunale di Trani il processo sulle due aziende terlizzesi
mercoledì 23 marzo 2016
22.00
Termina con due condanne ad un anno di reclusione per ciascun imputato il processo sull'inquinamento prodotto fino al 2010 dalle imprese terlizzesi Fantini Scianatico e Laterificio Pugliese, imprese leader nella produzione di laterizi e materiali edili.
Il Tribunale di Trani (giudice Andrea D'Angeli) ha condannato per l'accusa di disastro colposo Maria Luisa Garofalo, 78 anni, barese, legale rappresentante delle due società, e Pasquale Vendola, 48 anni, terlizzese, direttore responsabile dello stabilimento Laterificio Pugliese Spa. I due sono stati, invece, assolti all'ulteriore accusa di getto pericoloso di cose perché il fatto non sussiste. La pena detentiva rimarrà sospesa se gli imputati entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza (ma sembra ipotizzarsi il processo d'appello) pagheranno, a titolo risarcitorio, ventimila euro al Circolo Legambiente di Terlizzi ed un acconto di ulteriori ventimila euro (il maggior danno sarà quantificato dal giudice civile).in favore del Comune.
Nel 2007 Legambiente denunciò il grave inquinamento ambientale, con possibili-probabili ricadute sulla salute, ritenuto imputabile alle due Società. Tutto partì con l'esito dei monitoraggi dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, che individuò forti criticità ambientali.
Per il pubblico ministero tranese Antonio Savasta, che coordinò le indagini, con la produzione di laterizi sarebbero state immesse nell'atmosfera sostanze nocive. Il tutto a poca distanza dal centro urbano e superando la soglia annua consentita: circa 14 tonnellate annue fino a giugno 2010, quando cessarono le attività produttive.
Il Tribunale di Trani (giudice Andrea D'Angeli) ha condannato per l'accusa di disastro colposo Maria Luisa Garofalo, 78 anni, barese, legale rappresentante delle due società, e Pasquale Vendola, 48 anni, terlizzese, direttore responsabile dello stabilimento Laterificio Pugliese Spa. I due sono stati, invece, assolti all'ulteriore accusa di getto pericoloso di cose perché il fatto non sussiste. La pena detentiva rimarrà sospesa se gli imputati entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza (ma sembra ipotizzarsi il processo d'appello) pagheranno, a titolo risarcitorio, ventimila euro al Circolo Legambiente di Terlizzi ed un acconto di ulteriori ventimila euro (il maggior danno sarà quantificato dal giudice civile).in favore del Comune.
Nel 2007 Legambiente denunciò il grave inquinamento ambientale, con possibili-probabili ricadute sulla salute, ritenuto imputabile alle due Società. Tutto partì con l'esito dei monitoraggi dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, che individuò forti criticità ambientali.
Per il pubblico ministero tranese Antonio Savasta, che coordinò le indagini, con la produzione di laterizi sarebbero state immesse nell'atmosfera sostanze nocive. Il tutto a poca distanza dal centro urbano e superando la soglia annua consentita: circa 14 tonnellate annue fino a giugno 2010, quando cessarono le attività produttive.