Prostituzione, due nigeriani fermati a Terlizzi
Erano i guardiaspalle di alcune donne straniere
lunedì 9 luglio 2018
10.03
La Polizia Locale di Terlizzi ha fermato due nigeriani accusati di favoreggiamento della prostituzione, sorpresi a fare da «guardiani» presso i casolari di alcune meretrici del posto.
I due uomini, 48 e 32 anni, richiedenti asilo, entrambi residenti a Bari, in particolare sono accusati di aver prestato attività di «guardiania e assistenza» a favore di cinque donne (tre colombiane, una venezuelana e una dominicana) che ogni giorno stazionavano all'interno di casolari lungo la complanare «lato monte» strada provinciale 231 ad altezza di Terlizzi.
Secondo le indagini condotte dagli agenti del Nucleo Stranieri e Prostituzione della Polizia Locale di Terlizzi (anche con l'ausilio di riprese fotografiche e pedinamenti), i due fungevano da veri e propri guardiaspalle delle cinque donne, le scortavano sia all'arrivo sul posto di lavoro sia al ritorno e le assistevano per tutte le attività quotidiane. Una attività di protezione a tutto tondo diventata necessaria in questa zona a causa del dilagare del fenomeno delle rapine alle prostitute, fa sapere il responsabile del Nucleo Stranieri e Prostituzione, il maresciallo Gaetano Barione.
Grazie alle testimonianze delle donne e dei clienti ascoltati, la polizia locale ha potuto ricostruire la giornata tipo dei due nigeriani: alle ore 08.00 del mattino partivano in due taxi distinti con le meretrici fino a tre casolari in territorio terlizzese; una volta giunti sul posto, il primo si nascondeva all'interno di una intercapedine tra due «casette», mentre l'altro si rifugiava tra la vegetazione di fronte a un terzo casolare.
Restavano così per tutta la giornata svolgendo funzioni di vedetta, oltre che di supporto logistico (si occupavano della fornitura di acqua e di altro materiale). A sera, intorno alle ore 19.00, tornavano indietro a Bari sempre in taxi. Il blitz della della Polizia Locale è scattato lo scorso 23 giugno al termine di una serie di osservazioni sul campo: gli agenti, accompagnati da una interprete, hanno fermato i due stranieri risultati privi di documenti di identità.
«L'intervento si è reso necessario per una questione di ordine pubblico e di sicurezza, anche a seguito delle numerose proteste ricevute dai residenti che vivono nelle zone dell'agro a ridosso della complanare», spiega il comandante della Polizia Locale, Giovanni Di Capua. I due nigeriani, entrambi con piccoli precedenti, sono stati identificati nella caserma dei Carabinieri di Molfetta.
Al momento del fermo uno dei due stava posizionato su una sdraio, mentre l'altro si trovava all'ombra sotto alcuni alberi di pino. Le indagini ora sono al vaglio della Procura della Repubblica di Trani.
I due uomini, 48 e 32 anni, richiedenti asilo, entrambi residenti a Bari, in particolare sono accusati di aver prestato attività di «guardiania e assistenza» a favore di cinque donne (tre colombiane, una venezuelana e una dominicana) che ogni giorno stazionavano all'interno di casolari lungo la complanare «lato monte» strada provinciale 231 ad altezza di Terlizzi.
Secondo le indagini condotte dagli agenti del Nucleo Stranieri e Prostituzione della Polizia Locale di Terlizzi (anche con l'ausilio di riprese fotografiche e pedinamenti), i due fungevano da veri e propri guardiaspalle delle cinque donne, le scortavano sia all'arrivo sul posto di lavoro sia al ritorno e le assistevano per tutte le attività quotidiane. Una attività di protezione a tutto tondo diventata necessaria in questa zona a causa del dilagare del fenomeno delle rapine alle prostitute, fa sapere il responsabile del Nucleo Stranieri e Prostituzione, il maresciallo Gaetano Barione.
Grazie alle testimonianze delle donne e dei clienti ascoltati, la polizia locale ha potuto ricostruire la giornata tipo dei due nigeriani: alle ore 08.00 del mattino partivano in due taxi distinti con le meretrici fino a tre casolari in territorio terlizzese; una volta giunti sul posto, il primo si nascondeva all'interno di una intercapedine tra due «casette», mentre l'altro si rifugiava tra la vegetazione di fronte a un terzo casolare.
Restavano così per tutta la giornata svolgendo funzioni di vedetta, oltre che di supporto logistico (si occupavano della fornitura di acqua e di altro materiale). A sera, intorno alle ore 19.00, tornavano indietro a Bari sempre in taxi. Il blitz della della Polizia Locale è scattato lo scorso 23 giugno al termine di una serie di osservazioni sul campo: gli agenti, accompagnati da una interprete, hanno fermato i due stranieri risultati privi di documenti di identità.
«L'intervento si è reso necessario per una questione di ordine pubblico e di sicurezza, anche a seguito delle numerose proteste ricevute dai residenti che vivono nelle zone dell'agro a ridosso della complanare», spiega il comandante della Polizia Locale, Giovanni Di Capua. I due nigeriani, entrambi con piccoli precedenti, sono stati identificati nella caserma dei Carabinieri di Molfetta.
Al momento del fermo uno dei due stava posizionato su una sdraio, mentre l'altro si trovava all'ombra sotto alcuni alberi di pino. Le indagini ora sono al vaglio della Procura della Repubblica di Trani.