Reparto Oculistica "Sarcone": assolto il primario Antonio Acquaviva
Caso "Open Eyes", per i giudici il fatto non sussiste
mercoledì 22 febbraio 2017
22.15
Il Tribunale di Trani ha assolto "perchè il fatto non sussiste" tre medici baresi imputati per abuso d'ufficio e falso, con riferimento a presunte irregolarità commesse nel 2012 nel reparto di Oculistica dell'ospedale 'Sarcone' di Terlizzi. I giudici hanno assolto da ogni accusa l'allora primario Antonio Acquaviva, attualmente primario di oculistica presso l'ospedale Di Venere di Bari, accusato di aver "gestito il reparto alla stregua di una clinica privata". In particolare il pm di Trani Simona Merra contestava al medico (difeso dai penalisti Carmelo Piccolo e Francesco Paolo Sisto) di aver procurato benefici e vantaggi patrimoniali a se stesso, mantenendo il ruolo di primario, e ad altri due medici "grazie alla pubblicita' ottenuta dagli interventi eseguiti".
Anche i due coimputati, i medici specialisti Vincenzo Mangione, difeso dagli avvocati Michele De Benedictis e Mario Malcangi, e Giuseppe Fanelli, difeso da Giuseppe Giulitto e Giuseppe Modesti, sono stati assolti con formula piena. Nell'ambito di questa indagine, ribattezzata dai finanzieri di Molfetta 'Open Eyes', Acquaviva fu sottoposto agli arresti domiciliari per 81 giorni e poi al divieto di dimora per altri quattro mesi, fino al maggio 2013. Stando all'ipotesi accusatoria, Acquaviva aveva consentito fra marzo e luglio 2012 ai due medici (il primo in pensione e il secondo non legato da alcun contratto con la Asl) di partecipare ad interventi chirurgici di propri pazienti privati - che avrebbero ottenuto operazioni gratuite senza lunghi tempi di attesa, arrecando cosi' un danno di oltre 130mila euro alla struttura ospedaliera. Al medico veniva anche contestato di aver falsificato le cartelle cliniche di quei pazienti. Nel processo conclusosi con tre assoluzioni, l'accusa aveva chiesto la condanna di Acquaviva a 2 anni e 2 mesi di reclusione, di Fanelli e Mangione alla pena di 1 anno e 6 mesi.
Anche i due coimputati, i medici specialisti Vincenzo Mangione, difeso dagli avvocati Michele De Benedictis e Mario Malcangi, e Giuseppe Fanelli, difeso da Giuseppe Giulitto e Giuseppe Modesti, sono stati assolti con formula piena. Nell'ambito di questa indagine, ribattezzata dai finanzieri di Molfetta 'Open Eyes', Acquaviva fu sottoposto agli arresti domiciliari per 81 giorni e poi al divieto di dimora per altri quattro mesi, fino al maggio 2013. Stando all'ipotesi accusatoria, Acquaviva aveva consentito fra marzo e luglio 2012 ai due medici (il primo in pensione e il secondo non legato da alcun contratto con la Asl) di partecipare ad interventi chirurgici di propri pazienti privati - che avrebbero ottenuto operazioni gratuite senza lunghi tempi di attesa, arrecando cosi' un danno di oltre 130mila euro alla struttura ospedaliera. Al medico veniva anche contestato di aver falsificato le cartelle cliniche di quei pazienti. Nel processo conclusosi con tre assoluzioni, l'accusa aveva chiesto la condanna di Acquaviva a 2 anni e 2 mesi di reclusione, di Fanelli e Mangione alla pena di 1 anno e 6 mesi.