Revocata la selezione per il posto di Dirigente Tecnico, Città Civile all'attacco
Una finzione la riduzione dei tempi per la copertura dei posti vacanti
giovedì 25 luglio 2019
13.19
Ancora una bacchettata proviene da Città Civile nei confronti dell'amministrazione comunale, questa volta in tema di revoca della selezione pubblica per mobilità esterna per la copertura di un posto di Dirigente Tecnico. È stata, infatti, revocata la procedura selettiva di mobilità già avviata per la copertura dei posti in organico di Dirigente Tecnico e Dirigente Amministrativo – Comandante di Polizia Locale, al fine di ridurre i tempi di copertura dei posti vacanti.
In particolare, nella determinazione dirigenziale, resa esecutiva lunedì scorso, si richiama la norma di cui all'art. 3 comma 8 della "Legge concretezza" n. 56/2019, secondo cui, al fine di ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego nel triennio 2019-2021, le procedure concorsuali bandite dalle P.A. e le conseguenti assunzioni possono essere effettuate senza il previo svolgimento delle procedure previste dall'articolo 30 del d.lgs. n.165/2001.
Stabilita la revoca, l'amministrazione non solo provvederà a comunicarla ai candidati che hanno presentato la domanda per la selezione ma si riserva anche l'adozione di successivi provvedimenti relativi alla effettuazione della procedura selettiva in questione.
Ebbene, Città Civile contesta proprio l'erronea interpretazione da parte della maggioranza della suddetta legge del 2019, affermando che la normativa stabilisce che, per ridurre i tempi, le amministrazioni hanno la facoltà, e non l'obbligo, di non procedere con la mobilità ma di ricorrere direttamente al concorso esterno.
La revoca del bando di mobilità, secondo il movimento civico, allungherebbe di molto le tempistiche, dal momento che occorrerà stenderne uno nuovo al quale potrebbero partecipare più candidati da esaminare, comportando di conseguenza ulteriori rinvii per l'assunzione del prossimo dirigente tecnico.
Di seguito, la nota integrale di Città Civile:
"A Terlizzi i dirigenti contano più dei sindaci, lo sappiamo. Abbiamo fatto leggere ad un esperto il provvedimento di revoca della selezione pubblica per l'assunzione del nuovo dirigente dell'Ufficio Tecnico. La legge n. 56/2019 prevede una deroga alle procedure di mobilità "per ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego." Ma il comune, all'opposto, la interpreta revocando la selezione, in evidente contraddizione con lo spirito della norma che vorrebbe applicare.
Terlizzi non è mai caduta così in basso. Hanno distrutto la macchina amministrativa. E continuano in questo processo di degenerazione amministrativa.Ci sarebbero gli estremi per ricorrere in quanto la motivazione della revoca da loro indicata nella determina è in contraddizione con le finalità perseguite.
Una pubblica amministrazione, ai sensi del d. lgs. 165/2001, prima di bandire un concorso pubblico DEVE esperire la procedura della mobilità esterna (cioè verificare se ci sono dipendenti di altre amministrazioni che vogliono trasferirsi).
La legge 56/2019 all'art.3, invece, stabilisce che per RIDURRE I TEMPI le amministrazioni POSSONO (e non devono) NON fare la mobilità ma direttamente il concorso esterno.
Ma nel nostro caso il Comune aveva già fatto la mobilità: il bando già pubblicato e già in scadenza. Nel giro di pochi giorni avremmo avuto già a Terlizzi i nuovi dirigenti.
Ora, la delibera dei Gemmato e C. che revoca il bando di mobilità, in realtà, non riduce i tempi ma li allunga. E di molto. Perché ora devono fare un nuovo bando, ci saranno molti più candidati, le prove sono più lunghe (scritte e orali), correzione delle prove…ecc.
Quindi chi ha partecipato alla mobilità potrebbe fare sicuramente ricorso contro la delibera di revoca in quanto le motivazioni riportate sono in palese contrasto con le finalità.
E' evidente che altre sono state le motivazioni che hanno indotto questi personaggi a revocare i bandi di mobilità. Le ipotesi posso essere tante…forse qualche candidato non era simpatico all'amministrazione?"
In particolare, nella determinazione dirigenziale, resa esecutiva lunedì scorso, si richiama la norma di cui all'art. 3 comma 8 della "Legge concretezza" n. 56/2019, secondo cui, al fine di ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego nel triennio 2019-2021, le procedure concorsuali bandite dalle P.A. e le conseguenti assunzioni possono essere effettuate senza il previo svolgimento delle procedure previste dall'articolo 30 del d.lgs. n.165/2001.
Stabilita la revoca, l'amministrazione non solo provvederà a comunicarla ai candidati che hanno presentato la domanda per la selezione ma si riserva anche l'adozione di successivi provvedimenti relativi alla effettuazione della procedura selettiva in questione.
Ebbene, Città Civile contesta proprio l'erronea interpretazione da parte della maggioranza della suddetta legge del 2019, affermando che la normativa stabilisce che, per ridurre i tempi, le amministrazioni hanno la facoltà, e non l'obbligo, di non procedere con la mobilità ma di ricorrere direttamente al concorso esterno.
La revoca del bando di mobilità, secondo il movimento civico, allungherebbe di molto le tempistiche, dal momento che occorrerà stenderne uno nuovo al quale potrebbero partecipare più candidati da esaminare, comportando di conseguenza ulteriori rinvii per l'assunzione del prossimo dirigente tecnico.
Di seguito, la nota integrale di Città Civile:
"A Terlizzi i dirigenti contano più dei sindaci, lo sappiamo. Abbiamo fatto leggere ad un esperto il provvedimento di revoca della selezione pubblica per l'assunzione del nuovo dirigente dell'Ufficio Tecnico. La legge n. 56/2019 prevede una deroga alle procedure di mobilità "per ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego." Ma il comune, all'opposto, la interpreta revocando la selezione, in evidente contraddizione con lo spirito della norma che vorrebbe applicare.
Terlizzi non è mai caduta così in basso. Hanno distrutto la macchina amministrativa. E continuano in questo processo di degenerazione amministrativa.Ci sarebbero gli estremi per ricorrere in quanto la motivazione della revoca da loro indicata nella determina è in contraddizione con le finalità perseguite.
Una pubblica amministrazione, ai sensi del d. lgs. 165/2001, prima di bandire un concorso pubblico DEVE esperire la procedura della mobilità esterna (cioè verificare se ci sono dipendenti di altre amministrazioni che vogliono trasferirsi).
La legge 56/2019 all'art.3, invece, stabilisce che per RIDURRE I TEMPI le amministrazioni POSSONO (e non devono) NON fare la mobilità ma direttamente il concorso esterno.
Ma nel nostro caso il Comune aveva già fatto la mobilità: il bando già pubblicato e già in scadenza. Nel giro di pochi giorni avremmo avuto già a Terlizzi i nuovi dirigenti.
Ora, la delibera dei Gemmato e C. che revoca il bando di mobilità, in realtà, non riduce i tempi ma li allunga. E di molto. Perché ora devono fare un nuovo bando, ci saranno molti più candidati, le prove sono più lunghe (scritte e orali), correzione delle prove…ecc.
Quindi chi ha partecipato alla mobilità potrebbe fare sicuramente ricorso contro la delibera di revoca in quanto le motivazioni riportate sono in palese contrasto con le finalità.
E' evidente che altre sono state le motivazioni che hanno indotto questi personaggi a revocare i bandi di mobilità. Le ipotesi posso essere tante…forse qualche candidato non era simpatico all'amministrazione?"