Rifiuti e roghi in località "Padula"
Puliamo Terlizzi propone "foto trappola", ma è una soluzione difficile da realizzare concretamente
venerdì 9 ottobre 2015
E' ancora allarme per la situazione dei rifiuti abbandonati nell'agro terlizzese. Un fenomeno che per la verità affligge tutti i comuni del circondario e per contrastare il quale le amministrazione hanno pochi strumenti a disposizione.
L'allarme ancora una volta è lanciato dall'associazione ambientalista Puliamo Terlizzi che sul proprio sito denuncia la presenza, il 6 ottobre scorso, di rifiuti e roghi nella zona denominata "Padula": "Si tratta di una delle aree meno protette del territorio di Terlizzi dato che, anche dopo le numerose segnalazioni della nostra Associazione, continua ad essere obiettivo costante di sversamenti illeciti di rifiuti (anche tossici) e di roghi di rifiuti" afferma l'associazione sul proprio sito.
L'area de la "Padula" (o Palude) è situata a poche decine di metri dal tratturo dell'Appia-Traiana, vicinissima alla provinciale per Mariotto, in una depressione naturale da cui il nome, in quanto in passato (ma accade anche oggi), in caso di piogge abbondanti, l'area diveniva un laghetto o per l'appunto una palude. Quando allagata ed in determinati periodi dell'anno è un luogo di sosta anche per alcuni uccelli migratori come l'Airone Cenerino.
La località è tutelata dal Piano Comunale dei Tratturi come "Area di pregio paesaggistico da salvaguardare. Secondo l'associazione Puliamo Terlizzi basterebbe collocare una foto-trappola per individuare, quasi ogni giorno, incivili che commettono illeciti e veri e propri reati ambientali. Più facile a dirsi che a farsi: è facile, infatti, immaginare come sia impossibile trasformare tutte le campagne terlizzesi in un mega grande fratello: chi effettua sversamenti illeciti di rifiuti, al primo occhio elettronico avvistato, sceglierà un altro angolo sperduto di terreno e saremo punto e a capo. Per non parlare di tutti i vincoli legati al rispetto della privacy (bisognerebbe riempire l'agro di cartelli che avvertono della presenza di telecamere). Piuttosto, sarebbe necessario un servizio di ronda, da parte delle forze di polizia competenti o attraverso convenzioni con agenzie di vigilanza, più capillare e continuo. Soprattutto servirebbe maggiore senso civico da parte dei cittadini, il coraggio di denunciare e sanzioni severissime come deterrente.
L'allarme ancora una volta è lanciato dall'associazione ambientalista Puliamo Terlizzi che sul proprio sito denuncia la presenza, il 6 ottobre scorso, di rifiuti e roghi nella zona denominata "Padula": "Si tratta di una delle aree meno protette del territorio di Terlizzi dato che, anche dopo le numerose segnalazioni della nostra Associazione, continua ad essere obiettivo costante di sversamenti illeciti di rifiuti (anche tossici) e di roghi di rifiuti" afferma l'associazione sul proprio sito.
L'area de la "Padula" (o Palude) è situata a poche decine di metri dal tratturo dell'Appia-Traiana, vicinissima alla provinciale per Mariotto, in una depressione naturale da cui il nome, in quanto in passato (ma accade anche oggi), in caso di piogge abbondanti, l'area diveniva un laghetto o per l'appunto una palude. Quando allagata ed in determinati periodi dell'anno è un luogo di sosta anche per alcuni uccelli migratori come l'Airone Cenerino.
La località è tutelata dal Piano Comunale dei Tratturi come "Area di pregio paesaggistico da salvaguardare. Secondo l'associazione Puliamo Terlizzi basterebbe collocare una foto-trappola per individuare, quasi ogni giorno, incivili che commettono illeciti e veri e propri reati ambientali. Più facile a dirsi che a farsi: è facile, infatti, immaginare come sia impossibile trasformare tutte le campagne terlizzesi in un mega grande fratello: chi effettua sversamenti illeciti di rifiuti, al primo occhio elettronico avvistato, sceglierà un altro angolo sperduto di terreno e saremo punto e a capo. Per non parlare di tutti i vincoli legati al rispetto della privacy (bisognerebbe riempire l'agro di cartelli che avvertono della presenza di telecamere). Piuttosto, sarebbe necessario un servizio di ronda, da parte delle forze di polizia competenti o attraverso convenzioni con agenzie di vigilanza, più capillare e continuo. Soprattutto servirebbe maggiore senso civico da parte dei cittadini, il coraggio di denunciare e sanzioni severissime come deterrente.