Rifiuti Zero, il Consiglio regionale dice "no"
La proposta del M5S sostenuta solo da Damscelli e da Blasi
giovedì 7 marzo 2019
10.10
"Dall'inizio di questa legislatura il Consiglio non ha voce in capitolo sui rifiuti. Non esiste ad oggi una programmazione in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti e anche l'aggiornamento del piano dei rifiuti è in forte ritardo. Oggi la Commissione avrebbe avuto finalmente l'occasione per approvare una proposta di legge per introdurre i principi dell'economia circolare e in grado di fornire alla Giunta indirizzi e principi per la programmazione sui rifiuti. Peccato che la maggior parte dei consiglieri abbia deciso di rinunciare a questa prerogativa, lasciando carta bianca ad un Governo regionale, finora inesistente sul tema, che ha dato parere negativo a una proposta che lo stesso assessore Stea ha condiviso nei contenuti". Così il Vicepresidente della Commissione Ambiente Antonio Trevisi del M5S, dopo la bocciatura in V Commissione della proposta di legge a sua prima "Verso un'economia circolare a rifiuti zero". presentata nel 2016 ed esaminata soltanto oggi.
"Una bocciatura - continua il pentastellato - arrivata nonostante tutti, all'unanimità, abbiano certificato il fallimento della Giunta Emiliano nella chiusura del ciclo dei rifiuti. Peccato che alla prova dei fatti, solo i consiglieri Blasi e Damascelli abbiano avuto il coraggio di votare a favore della proposta. La nostra non era una legge manifesto, come sostenuto dal Consigliere Amati, a cui evidentemente, avendola letta oggi frettolosamente in Commissione per la prima volta, è sfuggito che il testo disciplinava la gestione dei rifiuti sulla base di quanto previsto dall'Unione Europea, che sostiene l'adozione di misure volte alla prevenzione, alla preparazione per il riutilizzo, al riciclaggio e a ogni altra operazione di recupero di materia, con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia, contrariamente invece a quanto indicato dal Piano rifiuti - incalza il pentastellato - che sembra prediligere nella fase transitoria il ricorso a impianti di recupero energetico e nella fase a regime la produzione di "CSS end of waste" da destinare a cementifici e centrali termoelettriche. Purtroppo per i pugliesi si continuerà a operare con soluzioni temporanee per tamponare l'emergenza e ben poco potrà fare un piano rifiuti che fissa gli obiettivi della differenziata al 2020 (siamo nel 2019), tra l'altro prevedendo una riduzione pro capite dei rifiuti urbani del 10% entro il prossimo anno rispetto alla produzione del 2010: obiettivo già raggiunto e superato nel 2017. Ci sembra quantomeno strano che per Amati misure volte alla riduzione della produzione dei rifiuti come il compostaggio domestico o quello di comunità, peraltro previste anche nel piano rifiuti, siano ritenute irrealizzabili, quando già ci sono esperienze concrete della loro applicazione da parte di Comuni e cittadini virtuosi. Il centrosinistra è al governo della regione dal 2005, e l'obiettivo del 65% della differenziata avrebbe dovuto essere stato raggiunto già entro il 2012. Ogni scempio in campo rifiuti degli ultimi 14 anni è da addebitare a loro, che sono riusciti a far sviluppare il business delle discariche in Puglia. Discariche - conclude - dannose per tutti, tranne che per le lobbies dei rifiuti che antepongono il profitto alla salute dei cittadini".
"Una bocciatura - continua il pentastellato - arrivata nonostante tutti, all'unanimità, abbiano certificato il fallimento della Giunta Emiliano nella chiusura del ciclo dei rifiuti. Peccato che alla prova dei fatti, solo i consiglieri Blasi e Damascelli abbiano avuto il coraggio di votare a favore della proposta. La nostra non era una legge manifesto, come sostenuto dal Consigliere Amati, a cui evidentemente, avendola letta oggi frettolosamente in Commissione per la prima volta, è sfuggito che il testo disciplinava la gestione dei rifiuti sulla base di quanto previsto dall'Unione Europea, che sostiene l'adozione di misure volte alla prevenzione, alla preparazione per il riutilizzo, al riciclaggio e a ogni altra operazione di recupero di materia, con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia, contrariamente invece a quanto indicato dal Piano rifiuti - incalza il pentastellato - che sembra prediligere nella fase transitoria il ricorso a impianti di recupero energetico e nella fase a regime la produzione di "CSS end of waste" da destinare a cementifici e centrali termoelettriche. Purtroppo per i pugliesi si continuerà a operare con soluzioni temporanee per tamponare l'emergenza e ben poco potrà fare un piano rifiuti che fissa gli obiettivi della differenziata al 2020 (siamo nel 2019), tra l'altro prevedendo una riduzione pro capite dei rifiuti urbani del 10% entro il prossimo anno rispetto alla produzione del 2010: obiettivo già raggiunto e superato nel 2017. Ci sembra quantomeno strano che per Amati misure volte alla riduzione della produzione dei rifiuti come il compostaggio domestico o quello di comunità, peraltro previste anche nel piano rifiuti, siano ritenute irrealizzabili, quando già ci sono esperienze concrete della loro applicazione da parte di Comuni e cittadini virtuosi. Il centrosinistra è al governo della regione dal 2005, e l'obiettivo del 65% della differenziata avrebbe dovuto essere stato raggiunto già entro il 2012. Ogni scempio in campo rifiuti degli ultimi 14 anni è da addebitare a loro, che sono riusciti a far sviluppare il business delle discariche in Puglia. Discariche - conclude - dannose per tutti, tranne che per le lobbies dei rifiuti che antepongono il profitto alla salute dei cittadini".