Roberto Menia con Ninni Gemmato nelle scuole per il Giorno del Ricordo
Presentato alla "Gesmundo" il libro "10 febbraio. Dalle foibe all’esodo"
giovedì 13 febbraio 2020
15.41
In una settimana in cui, in tutta Italia, si susseguono i momenti celebrativi del Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe e l'esodo istriano-giuliano-dalmata, anche Terlizzi non ha voluto dimenticare quanto accadde sul confine orientale della penisola al termine della Secondo guerra Mondiale.
Questa mattina, il Sindaco Ninni Gemmato e l'Assessore alla Cultura, Lucrezia Chiapparino, hanno partecipato, nella scuola "Gesmundo-Moro-Fiore" di Terlizzi, alla presentazione del libro "10 febbraio. Dalle foibe all'esodo", scritto dall'On. Roberto Menia, tra i primi a battersi per l'istituzione di questa giornata tra memoria e riscoperta dei fatti storici taciuti a lungo. Presente anche Vito Angelo Ippedico, che ha moderato l'incontro.
Un libro, come altri sul tema delle persecuzioni e delle atrocità commesse dalle truppe comuniste di Tito, che racconta le storie di persone che vengono da quel passato di cui in tanti si sono vergognati e scava nella memoria, parola spesso abusata.
Storie conosciute, di persone che ce l'hanno fatta a riconquistarsi una vita altrove, e soprattutto storie che «stavano nascoste ai più e riemergono dai cassetti dei ricordi di uomini e donne che sono ormai gli ultimi testimoni dell'italianità dell'Adriatico orientale».
Si tratta di ricordi che non possono essere persi, annebbiati dal trascorrere inesorabile del tempo, e dei quali invece c'è un bisogno profondo di tramandarli ed affidarli alla coscienza nazionale «come insegnamento e monito». Sono storie di vita vissuta e persa, di dolore atroce, che parlano di eroismo e di sofferenza, di attaccamento alle radici, di stoicismo in qualche modo indotto dalla sofferenza, sino a sublimarsi, in taluni casi, in santità. Menia lo ha definito un «inno all'italianità ed alla libertà», non solo come mero riconoscimento identitario, ma come reale appartenenza ad un patrimonio umano, storico e linguistico che non può disperdersi.
«Se oggi siamo qui e in tutta Italia a rievocare quei tragici giorni - ha scritto il sindaco Ninni Gemmato dopo l'incontro con i giovani alunni -, lo dobbiamo anche a Roberto Menia, autentico padre della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, grazie alla quale la Comunità Nazionale si è riappropriata di una parte della propria storia.
Ringrazio di questa bellissima mattinata, oltre allo stesso Roberto Menia, il Dirigente Scolastico Prof. Domenico Cosmai e il corpo docente della Scuola "Gesmundo" che con la loro disponibilità hanno reso possibile l'evento», la sua conclusione.
Questa mattina, il Sindaco Ninni Gemmato e l'Assessore alla Cultura, Lucrezia Chiapparino, hanno partecipato, nella scuola "Gesmundo-Moro-Fiore" di Terlizzi, alla presentazione del libro "10 febbraio. Dalle foibe all'esodo", scritto dall'On. Roberto Menia, tra i primi a battersi per l'istituzione di questa giornata tra memoria e riscoperta dei fatti storici taciuti a lungo. Presente anche Vito Angelo Ippedico, che ha moderato l'incontro.
Un libro, come altri sul tema delle persecuzioni e delle atrocità commesse dalle truppe comuniste di Tito, che racconta le storie di persone che vengono da quel passato di cui in tanti si sono vergognati e scava nella memoria, parola spesso abusata.
Storie conosciute, di persone che ce l'hanno fatta a riconquistarsi una vita altrove, e soprattutto storie che «stavano nascoste ai più e riemergono dai cassetti dei ricordi di uomini e donne che sono ormai gli ultimi testimoni dell'italianità dell'Adriatico orientale».
Si tratta di ricordi che non possono essere persi, annebbiati dal trascorrere inesorabile del tempo, e dei quali invece c'è un bisogno profondo di tramandarli ed affidarli alla coscienza nazionale «come insegnamento e monito». Sono storie di vita vissuta e persa, di dolore atroce, che parlano di eroismo e di sofferenza, di attaccamento alle radici, di stoicismo in qualche modo indotto dalla sofferenza, sino a sublimarsi, in taluni casi, in santità. Menia lo ha definito un «inno all'italianità ed alla libertà», non solo come mero riconoscimento identitario, ma come reale appartenenza ad un patrimonio umano, storico e linguistico che non può disperdersi.
«Se oggi siamo qui e in tutta Italia a rievocare quei tragici giorni - ha scritto il sindaco Ninni Gemmato dopo l'incontro con i giovani alunni -, lo dobbiamo anche a Roberto Menia, autentico padre della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, grazie alla quale la Comunità Nazionale si è riappropriata di una parte della propria storia.
Ringrazio di questa bellissima mattinata, oltre allo stesso Roberto Menia, il Dirigente Scolastico Prof. Domenico Cosmai e il corpo docente della Scuola "Gesmundo" che con la loro disponibilità hanno reso possibile l'evento», la sua conclusione.