Sentenza Scianatico, il sindaco: "L’allora sindaco Di Tria minimizzò sulla vicenda"

La sentenza prevede un risarcimento nei confronti del Comune e di Legambiente

mercoledì 23 marzo 2016 12.17
Si è detto pienamente soddisfatto il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, appena appresa la notizia della condanna degli imputati nel processo per le polveri sottili a rischio tossicologico.
La sentenza del 'processo Scianatico', dal nome di una delle due aziende condannate, prevede, infatti, un risarcimento danni nei confronti sia del circolo Legambiente di Terlizzi che del Comune che si era costituito parte civile proprio per volontà di Gemmato.

"Quello di utilizzare tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento per la tutela degli interessi collettivi era un impegno preso quando ero ancora candidato Sindaco - ha ricordato proprio il primo cittadino- la costituzione di 'parte civile' dell'Amministrazione, lungi dall'essere un atto meramente simbolico, era un atto assolutamente dovuto visto che era stata la stessa Procura della Repubblica ad individuare nel nostro Comune una 'parte lesa'.

Era l'aprile 2012, infatti, quando Gemmato, durante la campagna elettorale che lo avrebbe portato all'elezione, aveva ufficialmente 'promesso' alla città che, nel caso di rinvio a giudizio, avrebbe posto in essere ogni precauzione in tutela del diritto alla salute dei terlizzesi, essendo pronto, per l'appunto, a costituirsi in giudizio.

La vicenda, in realtà, ha origini ancora più lontane, come ha ricordato lo stesso Gemmato: "Ero ancora Consigliere comunale quando sollevammo la questione dinnanzi all'allora sindaco Di Tria che minimizzò sulla vicenda e non rese pubblici i dati che chiedevamo durante una pubblica assise in cui personalmente sottolineai il pericolo per la salute dei cittadini. All'epoca, fummo ignorati, oggi, la sentenza del Tribunale ci dà ragione in questa battaglia che ci ha visti impegnati insieme a Legambiente. Ma si tratta di una vittoria soprattutto per il territorio! ".

Al Comune, in qualità di parte civile spetta un risarcimento danni quantificato in 20 mila euro sul maggior importo che il Tribunale Civile si riserva di quantificare.