Tagli alla sanità, mannaia sull'ospedale Sarcone

Confermato il blocco delle 8 case di cura destinate all'estinzione: c'è anche Terlizzi

venerdì 24 giugno 2016 8.15
Entro il 2017 dovranno essere istituite in Puglia trenta postazioni del 118 all'interno degli ospedali già chiusi (22) e di quelli (8) prossimi a calare la saracinesca. È, questo, il principale impegno che il Ministero della Salute reclama dalla Regione Puglia.

Il 22 giugno scorso, a Roma, la squadra della Lorenzin ha sdoganato comunque il piano di riordino della Puglia. Confermato, secondo il quotidiano la Repubblica, il blocco delle ultime otto case di cura pubbliche destinate all'estinzione: tre nel Brindisino, a Mesagne, San Pietro Vernotico e Fasano, due nel Barese, Triggiano e Terlizzi, due nella Bat, Canosa e Trani, una nel Tarantino, a Grottaglie.

Evita la mannaia solo il nosocomio di Lucera, che in un primo tempo era finito nel girone dei dannati. E in un tweet che la dice lunga sull'aria che tira, Michele Emiliano, governatore e assessore "al ramo", non va per il sottile. Senza tentennamenti, scrive: «Ne dobbiamo chiudere molti altri, di ospedali inutili e pericolosi. E farne pochi, molto efficienti».

Intanto, sempre secondo il quotidiano regionale, non è chiaro ancora quale personale sarà impiegato per la riconversione dei trenta punti di primo intervento. Come non si capisce, ad oggi, se nei 28 nosocomi sopravvissuti (sette nel Leccese, cinque nel Tarantino e altrettanti nel Barese, quattro nel Brindisino e quattro nella provincia di Foggia, tre nella Bat) quali e quanti benedetti-maledetti reparti saranno sbarrati.

Compresi quelli organizzati nell'ambito delle cliniche private convenzionate con il servizio sanitario.