Terlizzi dice addio alla Chirurgia, sarà trasferita a Corato

Altro che Carta di Ruvo, la Regione va avanti per la sua strada

sabato 16 giugno 2018 9.46
A cura di Cosma Cacciapaglia
L'ospedale di Terlizzi dice addio alla la Chirurgia. Dopo lo stop ai ricoveri di emergenza e le voci della chiusura del pronto soccorso, arriva un'altra brutta notizia per il presidio "Michele Sarcone". La Regione Puglia di Michele Emiliano trasferisce tutta la Chirurgia da Terlizzi a Corato. Il commissario straordinario dell'Asl Bari, Vito Montanaro, ha disposto l'attivazione di 15 posti letto di Chirurgia nell'ospedale «Umberto I» di Corato destinati all'emergenza-urgenza, lasciando nel presidio di Terlizzi soltanto il day service una volta a settimana per gli interventi chirurgici minori (quelli che necessitano solo un'anestesia locale).

«Sono pervenute reiterate segnalazioni - spiega lo stesso Montanaro nel documento - inerenti la situazione di gravi criticità e di potenziale pericolo per i pazienti affetti da gravi patologie di interesse chirurgico che, giunti negli ospedali di Corato e Terlizzi, richiedono tempestivo trattamento di emergenza-urgenza. Ad oggi - spiega ancora il direttore dell'Asl Bari - risulta impossibile, con l'attuale organizzazione, garantire la presenza su entrambi i presidi di un'equipe dedicata (chirurgica ed anestesiologica), tale da poter assicurare e garantire tutte le eventuali emergenze».

Che fine ha fatto la Carta di Ruvo? Lo avevamo detto in tempi non sospetti e oggi i fatti, purtroppo, confermano quei timori: quel documento firmato a Ruvo dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e dal presidente del Comitato ospedale unico del Nord Barese Felice Spaccavento (anestesista in servizio a Corato), era solo una complice trovata mediatica per prendere tempo. Tant'è che se un anno e mezzo fa si lanciava l'idea di un ospedale unico di eccellenza, un unico presidio che comprendesse gli ospedali di Terlizzi, Molfetta e Corato per concentrare all'interno tutte le eccellenze mediche, oggi si punta tutto su Corato. E chi invece si era preso il compito di rappresentare medici e pazienti, oggi cambia il nome a quello stesso piano e si rimangia tutto: macchè un unico presidio, facciamone tre, tre poli integrati… ma, guarda caso, è proprio il copia-incolla del piano di riordino regionale. Non serviva aspettare un altro anno e mezzo.
Terlizzi e Molfetta hanno tutto il diritto ora di sentirsi presi in giro.

Furiosa la reazione del sindaco Ninni Gemmato che alla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi parla di una «oscenità amministrativa».