Terlizzi fuori dai comuni pugliesi "ricicloni". La nota di Legambiente
Lo scorso 16 gennaio si è tenuto l'Ecoforum regionale. Non comunicati i dati per ben 10 mesi
mercoledì 22 gennaio 2025
Il 16 gennaio scorso è stato presentato a Bari, nell'ambito della IV Edizione dell'Ecoforum Puglia, il Rapporto Comuni Ricicloni 2024 di Legambiente. E Terlizzi purtroppo non figurava nell'elenco dei comuni pugliesi premiati. Di seguito riportiamo le considerazioni di Michelangelo Guastamacchia, presidente del locale Circolo di Legambiente.
Lo scorso 16 gennaio a Bari si è tenuta la IV Edizione dell'Ecoforum Puglia, durante il quale è stato presentato il Rapporto Comuni Ricicloni 2024 di Legambiente.
Anche quest'anno, per il secondo anno consecutivo, il Comune di Terlizzi figura tra i Comuni "Non Ricicloni".
A nulla è servita la pessima figura dell'anno scorso dovuta al fatto che il Comune non avesse comunicato all'Osservatorio Regionale Rifiuti i dati di raccolta differenziata relativi a due mesi del 2022. Anzi, per il 2023 è stato fatto di peggio: sono, infatti, ben 10 i mesi i cui dati non risultano essere stati comunicati all'Osservatorio.
E' il caso di ricordare che ai sensi della legge regionale 27 marzo 2018, n. 8, i Comuni hanno l'obbligo di inserire i dati sul portale ambientale della Regione Puglia entro e non oltre il giorno 15 del mese successivo al mese di riferimento e che la mancata trasmissione e/o il ritardo nella comunicazione dei dati mensili ha come conseguenza la non ammissibilità ai finanziamenti previsti in materia di gestione dei rifiuti.
Inoltre i Comuni inadempienti, e Terlizzi è uno di questi, possono essere esclusi dalla partecipazione alle procedure per l'assegnazione di contributi per la rimozione di rifiuti, per operazioni di bonifica e per interventi finanziati con risorse gestite dalla Sezione Regionale Ciclo Rifiuti e Bonifiche.
«Se andiamo, comunque, ad analizzare i dati presenti sul sito della SANB, seppur non ufficiali in quanto non comunicati all'Osservatorio Regionale, ci accorgiamo che rispetto al 2022 non ci sono progressi. La percentuale di raccolta differenziata si ferma al 66,6%, mentre la quantità di rifiuto indifferenziato residuo rimane decisamente alta, intorno a 126 kg per abitante, ben lontana dall'obbiettivo dei 75 kg procapite che consente di definire virtuoso un Comune, annoverandolo così tra i Comuni Rifiuti Free», è l'amara constatazione di Michelangelo Guastamacchia, presidente del Circolo Legambiente di Terlizzi "Amici di Vito e Clara".
«L'abbattimento della quantità di rifiuto residuo da conferire in discarica significa minori costi di smaltimento. Ma non solo. Grazie alle convenzioni che i Comuni, incluso Terlizzi, hanno stipulato con i principali Consorzi nazionali che si occupano della raccolta, recupero e riciclo dei diversi imballaggi (plastica, vetro, carta, alluminio, ecc.) ai quali gli stessi Comuni cedono i rifiuti differenziati, incrementare la percentuale di raccolta differenziata significa per il Comune incamerare maggiori introiti; i Consorzi, infatti, versano ai Comuni un corrispettivo per ogni tonnellata di rifiuto differenziato ceduto, e tali corrispettivi sono tanto maggiori quanto più elevata è la qualità dei rifiuti differenziati raccolti. Tutto ciò si traduce nella riduzione, per i cittadini, della tanto odiata Ta.Ri», prosegue Guastamacchia.
«E' assolutamente improcrastinabile un netto cambio di passo che auspichiamo da tempo, da parte di tutti: Amministrazione comunale, gestore del servizio, cittadini. Ridurre la quantità di rifiuti prodotti ed aumentare la qualità dei rifiuti differenziati conferiti, sono le assolute priorità che ciascuno degli attori coinvolti deve perseguire mettendo in campo i comportamenti e le azioni di competenza» conclude Guastamacchia.
Lo scorso 16 gennaio a Bari si è tenuta la IV Edizione dell'Ecoforum Puglia, durante il quale è stato presentato il Rapporto Comuni Ricicloni 2024 di Legambiente.
Anche quest'anno, per il secondo anno consecutivo, il Comune di Terlizzi figura tra i Comuni "Non Ricicloni".
A nulla è servita la pessima figura dell'anno scorso dovuta al fatto che il Comune non avesse comunicato all'Osservatorio Regionale Rifiuti i dati di raccolta differenziata relativi a due mesi del 2022. Anzi, per il 2023 è stato fatto di peggio: sono, infatti, ben 10 i mesi i cui dati non risultano essere stati comunicati all'Osservatorio.
E' il caso di ricordare che ai sensi della legge regionale 27 marzo 2018, n. 8, i Comuni hanno l'obbligo di inserire i dati sul portale ambientale della Regione Puglia entro e non oltre il giorno 15 del mese successivo al mese di riferimento e che la mancata trasmissione e/o il ritardo nella comunicazione dei dati mensili ha come conseguenza la non ammissibilità ai finanziamenti previsti in materia di gestione dei rifiuti.
Inoltre i Comuni inadempienti, e Terlizzi è uno di questi, possono essere esclusi dalla partecipazione alle procedure per l'assegnazione di contributi per la rimozione di rifiuti, per operazioni di bonifica e per interventi finanziati con risorse gestite dalla Sezione Regionale Ciclo Rifiuti e Bonifiche.
«Se andiamo, comunque, ad analizzare i dati presenti sul sito della SANB, seppur non ufficiali in quanto non comunicati all'Osservatorio Regionale, ci accorgiamo che rispetto al 2022 non ci sono progressi. La percentuale di raccolta differenziata si ferma al 66,6%, mentre la quantità di rifiuto indifferenziato residuo rimane decisamente alta, intorno a 126 kg per abitante, ben lontana dall'obbiettivo dei 75 kg procapite che consente di definire virtuoso un Comune, annoverandolo così tra i Comuni Rifiuti Free», è l'amara constatazione di Michelangelo Guastamacchia, presidente del Circolo Legambiente di Terlizzi "Amici di Vito e Clara".
«L'abbattimento della quantità di rifiuto residuo da conferire in discarica significa minori costi di smaltimento. Ma non solo. Grazie alle convenzioni che i Comuni, incluso Terlizzi, hanno stipulato con i principali Consorzi nazionali che si occupano della raccolta, recupero e riciclo dei diversi imballaggi (plastica, vetro, carta, alluminio, ecc.) ai quali gli stessi Comuni cedono i rifiuti differenziati, incrementare la percentuale di raccolta differenziata significa per il Comune incamerare maggiori introiti; i Consorzi, infatti, versano ai Comuni un corrispettivo per ogni tonnellata di rifiuto differenziato ceduto, e tali corrispettivi sono tanto maggiori quanto più elevata è la qualità dei rifiuti differenziati raccolti. Tutto ciò si traduce nella riduzione, per i cittadini, della tanto odiata Ta.Ri», prosegue Guastamacchia.
«E' assolutamente improcrastinabile un netto cambio di passo che auspichiamo da tempo, da parte di tutti: Amministrazione comunale, gestore del servizio, cittadini. Ridurre la quantità di rifiuti prodotti ed aumentare la qualità dei rifiuti differenziati conferiti, sono le assolute priorità che ciascuno degli attori coinvolti deve perseguire mettendo in campo i comportamenti e le azioni di competenza» conclude Guastamacchia.