«Traffico di stupefacenti rilevante a nord di Bari»
Le parole del comandante Molinese. Tra gli arrestati anche un uomo contiguo al clan Capriati di Bari
giovedì 17 marzo 2016
16.39
Non solo Terlizzi, ma anche Trani, Bisceglie e Corato i comuni interessati dalla vendita, capillare, di cocaina, hashish, marijuana ed eroina con un volume d'affari che arriva a 150mila euro al mese.
Le indagini, condotte dai Carabinieri di Bisceglie, in collaborazione con la Compagnia di Trani, a partire dal luglio 2014 e fino al giugno 2015, hanno accertato come la tentacolare presenza del cartello della droga, disarticolato questa mattina, si estendeva nei quattro comuni, potendo contare in ognuno dei centri cittadini su decine di pusher assoldati per rifornire con continuità le piazze di spaccio di cocaina, hashish, marijuana ed eroina.
In tutto sono stati una decina gli arresti eseguiti oggi e tra i nomi dei destinatari dell'ordinanza c'è anche quello di una persona contigua al clan Capriati di Bari. «È un'operazione che dimostra - ha affermato il comandante provinciale Vincenzo Molinese - quanto il traffico di sostanze stupefacenti sia rilevante e concreto nelle aree del nord barese a cavallo tra le due province, ma non solo. Dimostra anche come l'influenza dei clan cittadini si estenda proprio in queste aree considerato che il capo dell'organizzazione, oggi fortemente depotenziata, è un personaggio contiguo ad un noto clan della città di Bari».
L'attività investigativa ha permesso, infatti, di ben delineare la struttura della consorteria criminale, all'interno della quale spiccavano Domenico Amoruso (detto "Mimmo il biondo"), vero e proprio promotore dell'associazione nell'area biscegliese, Michele Migliaccio (detto "il napoletano") in qualità di organizzatore, partecipante e fornitore di stupefacenti nelle aree di Corato, Trani e Bisceglie ed i fratelli Gioacchino (detto "u kiù") e Vincenzo Baldassare, con il ruolo di partecipanti all'associazione e di fornitori di stupefacenti in tutta l'area, attori in prima persona del panorama malavitoso del nord-barese ed in grado, unitamente ai restanti membri del gruppo, di acquistare e rivendere cospicui quantitativi di stupefacente.
«È una dimostrazione certa di quanto possa essere fiorente il traffico delle sostante stupefacenti - ha proseguito Molinese - e di come certi comuni rappresentino delle ricche piazze di spaccio per i delinquenti». La pericolosità dell'associazione è risultata ancor più marcata per l'accertata disponibilità di armi e munizioni (acquistate anche on-demand con estrema facilità e a prezzi contenuti), nonché per la diversificata natura degli interessi nutriti.
Le indagini, condotte dai Carabinieri di Bisceglie, in collaborazione con la Compagnia di Trani, a partire dal luglio 2014 e fino al giugno 2015, hanno accertato come la tentacolare presenza del cartello della droga, disarticolato questa mattina, si estendeva nei quattro comuni, potendo contare in ognuno dei centri cittadini su decine di pusher assoldati per rifornire con continuità le piazze di spaccio di cocaina, hashish, marijuana ed eroina.
In tutto sono stati una decina gli arresti eseguiti oggi e tra i nomi dei destinatari dell'ordinanza c'è anche quello di una persona contigua al clan Capriati di Bari. «È un'operazione che dimostra - ha affermato il comandante provinciale Vincenzo Molinese - quanto il traffico di sostanze stupefacenti sia rilevante e concreto nelle aree del nord barese a cavallo tra le due province, ma non solo. Dimostra anche come l'influenza dei clan cittadini si estenda proprio in queste aree considerato che il capo dell'organizzazione, oggi fortemente depotenziata, è un personaggio contiguo ad un noto clan della città di Bari».
L'attività investigativa ha permesso, infatti, di ben delineare la struttura della consorteria criminale, all'interno della quale spiccavano Domenico Amoruso (detto "Mimmo il biondo"), vero e proprio promotore dell'associazione nell'area biscegliese, Michele Migliaccio (detto "il napoletano") in qualità di organizzatore, partecipante e fornitore di stupefacenti nelle aree di Corato, Trani e Bisceglie ed i fratelli Gioacchino (detto "u kiù") e Vincenzo Baldassare, con il ruolo di partecipanti all'associazione e di fornitori di stupefacenti in tutta l'area, attori in prima persona del panorama malavitoso del nord-barese ed in grado, unitamente ai restanti membri del gruppo, di acquistare e rivendere cospicui quantitativi di stupefacente.
«È una dimostrazione certa di quanto possa essere fiorente il traffico delle sostante stupefacenti - ha proseguito Molinese - e di come certi comuni rappresentino delle ricche piazze di spaccio per i delinquenti». La pericolosità dell'associazione è risultata ancor più marcata per l'accertata disponibilità di armi e munizioni (acquistate anche on-demand con estrema facilità e a prezzi contenuti), nonché per la diversificata natura degli interessi nutriti.