Traffico e spaccio di cocaina nel Salento, a processo anche un 26enne di Terlizzi
Dopo sei mesi dall'operazione "Amici miei", il giudice dispone il giudizio immediato anche per Luca Di Battista
giovedì 17 gennaio 2019
8.58
«Un'impresa criminale» è così che il giudice per le indagini preliminari Simona Panzera aveva definito l'associazione che avrebbe spacciato cocaina a Gallipoli, Taviano, Matino, Alezio e nei paesi vicini, smantellata lo 17 settembre con l'operazione "Amici miei".
E c'è la firma dello stesso giudice nel decreto di giudizio immediato emesso qualche giorno fa (su richiesta del sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza) con il quale è fissato per il 1 marzo l'inizio del processo nei riguardi, tra gli altri 11, di Luca Di Battista, 26enne nato a Terlizzi e residente a Mancaversa. Sono 60 le cessioni di stupefacenti contestate dall'accusa e documentate carabinieri della compagnia di Gallipoli, dall'ottobre del 2016 al giugno 2017.
Stando alle indagini, la modalità di vendita utilizzata era soprattutto quella del "Drug&drive": dosi e soldi venivano scambiati dai finestrini di due auto accostate in luoghi isolati. Le conversazioni intercettate non lasciano spazio a dubbi per gli inquirenti e per il gip: il termine "vagnona" (ragazza) stava per la cocaina allo stato grezzo, mentre "birre", "giocatori" e "amici" (che ha dato il nome all'operazione) le dosi dello stupefacente.
Adesso, che è stato notificato il decreto di giudizio immediato, gli imputati valuteranno (attraverso i loro avvocati difensori) se fare richiesta di rito abbreviato o di patteggiamento.
E c'è la firma dello stesso giudice nel decreto di giudizio immediato emesso qualche giorno fa (su richiesta del sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza) con il quale è fissato per il 1 marzo l'inizio del processo nei riguardi, tra gli altri 11, di Luca Di Battista, 26enne nato a Terlizzi e residente a Mancaversa. Sono 60 le cessioni di stupefacenti contestate dall'accusa e documentate carabinieri della compagnia di Gallipoli, dall'ottobre del 2016 al giugno 2017.
Stando alle indagini, la modalità di vendita utilizzata era soprattutto quella del "Drug&drive": dosi e soldi venivano scambiati dai finestrini di due auto accostate in luoghi isolati. Le conversazioni intercettate non lasciano spazio a dubbi per gli inquirenti e per il gip: il termine "vagnona" (ragazza) stava per la cocaina allo stato grezzo, mentre "birre", "giocatori" e "amici" (che ha dato il nome all'operazione) le dosi dello stupefacente.
Adesso, che è stato notificato il decreto di giudizio immediato, gli imputati valuteranno (attraverso i loro avvocati difensori) se fare richiesta di rito abbreviato o di patteggiamento.