Turnazione consiliare: Città Civile fa il punto

«Perdita di centralità del consiglio comunale a causa delle modalità telematiche »

sabato 17 aprile 2021 12.13
A cura di Vincenza Urbano
«Essere consigliere comunale significa ricoprire un ruolo di servizio e non di vertice». È una delle frasi chiave emerse nel corso della conferenza stampa di Città Civile, tenuta sulla piattaforma virtuale venerdì scorso 16 aprile, in merito al principio di turnazione consiliare.

A introdurre la riflessione è stato Pasquale Vitagliano, leader del movimento civico, che dopo la sconfitta elettorale del 2017, ha scelto di rinunciare alla carica di consigliere comunale così da cedere il posto a Daniela Zappatore.

La turnazione consiliare è il «lascito politico» di Città Civile che punta alla formazione di una nuova classe dirigente. «Naturalmente la turnazione richiede sia fiducia sia garanzia non solo del rispetto delle regole condivise all'interno del movimento ma anche di tutti i principi che ispirano l'agire degli aderenti», precisa Vitagliano nella sua veste di militante, «Infatti, nel primo mandato Gemmato la turnazione è stata bloccata proprio perché erano venuti meno da parte di taluni alcuni pilastri fondamentali».

Esercitare le funzioni di consigliere comunale è di certo un privilegio, ma comporta una responsabilità con molti oneri. E bene lo testimonia Daniela Zappatore che negli ultimi anni si è distinta notevolmente per la competenza e le qualità umane, assumendo un peso di rilievo all'interno del movimento.

In Città Civile, è stata l'unica donna che ha conquistato sin da subito un grande consenso per i valori di cui si fa portatrice: un merito che le è valso dapprima il ruolo di consigliera comunale e dopo quello di segretaria. Tra i suoi obiettivi si annovera la costruzione di un laboratorio politico, in virtù del quale praticare l'arte politica in maniera nuova e sperimentale, data pure la disaffezione alla cosa pubblica che si registra negli ultimi tempi.

«Ci vuole coraggio per lasciare la sedia e la postazione», commenta Zappatore, «Vogliamo dimostrare che si può fare politica in maniera diversa».

Se personalmente entrare in consiglio comunale è «un'esperienza bella», d'altro canto si sviluppa una sorta di «forma di depressione», perché talvolta ci si sente «impotenti» nel realizzare le aspettative cui si ambisce, disattendendo i risultati prefissi.

«Gli spazi per fare politica si sono ridotti», è la percezione di Roberto Lusito, attuale consigliere di Città Civile, succeduto di fatto a Vito D'amato. L'impressione, nemmeno peregrina, è che il consiglio comunale abbia perso di centralità a causa delle difficoltà di interazione causate dallo svolgimento virtuale delle sedute di massima assise cittadina.

«Alle spalle ho un grande gruppo. Siamo una forza civica progressista», conclude Lusito, «Chiamiamo i cittadini a un loro contributo per una politica innovativa e di progetto».

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