Tutte le FOTO della Sagra della Quartecèdde a Terlizzi

Don Gianni Rafanelli: «La tradizione locale necessariamente da legare alla fede»

domenica 3 novembre 2024 0.05
A cura di Paolo Alberto Malerba
Un momento di condivisione popolare, uno stare insieme sano, un legame tra il mondo contadino del passato con quello contemporaneo e un sottile filo di ricordi tra il mondo dei vivi e quello dei defunti, con profondo rispetto. Questo è stato l'incipit con cui si è svolta nel corso della serata di sabato 2 novembre, giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, la sagra della Quartecèdde. L'evento, patrocinato dal Comune di Terlizzi, ha avuto luogo a partire dalle ore 19.30 in piazza Plebiscito dove appena prima c'era stata la benedizione della Croce, e ha visto una straordinaria partecipazione di pubblico giunto anche dai paesi limitrofi.

Ad organizzare la serata la parrocchia dell'Immacolata guidata da don Gianni Rafanelli, ed impegnatissima col suo splendido gruppo di lavoro a preparare, farcire, distribuire, la protagonista assoluta della serata: la Quartecèdde. Il filoncino affusolato come consuetudine è stato condito con ricotta forte, tonno e acciughe.
Tuttavia la tradizione antica e a cui dare molto peso, nelle parole di don Gianni «è quella di partecipare alla Santa Messa a pregare per i defunti, benedire il pane e non semplicemente come atto di vendita del pane/arte culinaria. La preghiera per i defunti, l'accensione del lumino, la benedizione della Croce antistante la chiesa e quindi il cibo diventa come dire, la parte ultima di un'antica tradizione di un antico rito» sono state le sue parole.

Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba
Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba
Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba
Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba
Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba
Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba
Sagra della Quartecèdde © Paolo Alberto Malerba

La sagra è stata animata ed impreziosita dalla delicatezza della musica del gruppo "Tanto pe cantà", composto da Vittorio De Sario chitarra e voce, Mario de Chirico sax, chitarra classica e voce, Alessio Paparella percussioni che hanno saputo intrattenere e coinvolgere il pubblico. Tra i celebri brani reinterpretati dalla band, artisti del calibro di De Andrè, De Gregori, Dalla, Battisti, Vecchioni, Mannarino, Guccini e molti altri ancora.
Una tradizione che si è rinnovata anche in questa edizione, certificando il forte collegamento con il passato e che continua ancora oggi a rinsaldare i legami tra generazioni, nella memoria di chi non è più tra noi e nella preghiera dei fedeli. Del resto anche nella quotidianità, la liturgia riserva sempre un piccolo spazio detto con una locuzione latina "memento, Domine" che vuol dire "ricordati, Signore".