Tutto pieno al Mat per Chicca Maralfa e il suo ultimo giallo: «è un'indagine sull'uomo»
La giornalista è già all'opera per il prossimo romanzo
martedì 1 marzo 2022
È un'indagine sull'uomo l'ultima fatica letteraria della giornalista Chicca Maralfa, presentata in anteprima nazionale nella fredda e piovosa serata di domenica 27 febbraio, all'interno dell'accogliente teatro del Mat-laboratorio urbano, grazie all'iniziativa dell'associazione "Un panda sulla luna". Un palco prestigioso e autorevole ha attratto una platea nutrita e qualificata nell'illustrazione de "Lo strano delitto delle sorelle Bedin" (Newton Compton Editori).
Un duo titolato e di spessore ha, infatti, accompagnato l'autrice in una dissertazione entusiasta e frizzante: Roberto Rossi, procuratore capo di Bari, e Maria Antonietta Malerba, medico legale, hanno solleticato la curiosità dei lettori offrendo alcune chiavi di lettura sull'attività investigativa che si svolge tra le pareti della giustizia, supportata dalla consulenza di appositi periti.
Il fascino dell'investigazione consiste nel «ricercare il perché delle cose», scoprendo i meccanismi più oscuri sottesi alla realtà. Lo afferma il procuratore Rossi dal suo quotidiano osservatorio privilegiato, «investigare sulle vicende esterne significa investigare su se stessi». Toccare con mano il dramma del dolore umano attraverso episodi di violenza efferata conduce inevitabilmente a interrogarsi sulla parte più oscura che appartiene a ogni essere umano. Investigare richiede un approccio libero da condizionamenti mentali, non imbrigliato negli schemi delle convenzioni sociali.
Talvolta la sofferenza inquieta gli stessi investigatori: per quanto ci si possa tenere distaccati dalle vicende che andranno eventualmente vagliate all'interno di un processo, diventa un esercizio costante governare la propria sfera emotiva a fronte del male che si epifanizza nelle sue peggiori espressioni.
Il giallo di Maralfa è scorrevole e alterna introspezioni più profonde a scene divertenti: equilibrato e ben costruito, denota uno studio a monte dei luoghi del vicentino, dalla natura paesaggistica alla storia della grande guerra fino all'immersione nel dialetto veneto che deriva dal cimbro tedesco. Asiago, paese dove è ambientato principalmente il romanzo, è stato percorso dall'autrice in lungo e in largo: vi è approdata con gli occhi della «turista» per andare via con quelli della «testimone».
Maralfa trae ispirazione da fatti di cronaca vera per poi rielaborarli secondo la sua fantasia. I personaggi sono frutto dell'immaginazione, fatta eccezione soprattutto per due di essi: il protagonista Gaetano Ravidà che un po' le assomiglia caratterialmente per essere «un orsetto munito di corazza»; il medico legale Maria Antonietta Malerba, inserita nelle pagine con la sua vera identità, a sottolineare la forte amicizia che permea nella realtà il legame tra le due donne.
«Un bel libro», dunque, puntuale anche nel riportare i dettagli tecnici come i rapporti tra pubblici ministeri e polizia giudiziaria oltre che le relazioni dei consulenti. Nero su bianco è stato messo finanche il trauma del primo conflitto mondiale, la cui aria amara continua tristemente a respirarsi nelle località coinvolte, tra le trincee, quali musei storici a cielo aperto.
Chicca Maralfa è già all'opera per il suo prossimo scritto. «Spero che le storie possano aiutare a sviluppare un pensiero», conclude l'autrice, «la scrittura non è solo un intrattenimento ma anche uno strumento di analisi interiore».
Un duo titolato e di spessore ha, infatti, accompagnato l'autrice in una dissertazione entusiasta e frizzante: Roberto Rossi, procuratore capo di Bari, e Maria Antonietta Malerba, medico legale, hanno solleticato la curiosità dei lettori offrendo alcune chiavi di lettura sull'attività investigativa che si svolge tra le pareti della giustizia, supportata dalla consulenza di appositi periti.
Il fascino dell'investigazione consiste nel «ricercare il perché delle cose», scoprendo i meccanismi più oscuri sottesi alla realtà. Lo afferma il procuratore Rossi dal suo quotidiano osservatorio privilegiato, «investigare sulle vicende esterne significa investigare su se stessi». Toccare con mano il dramma del dolore umano attraverso episodi di violenza efferata conduce inevitabilmente a interrogarsi sulla parte più oscura che appartiene a ogni essere umano. Investigare richiede un approccio libero da condizionamenti mentali, non imbrigliato negli schemi delle convenzioni sociali.
Talvolta la sofferenza inquieta gli stessi investigatori: per quanto ci si possa tenere distaccati dalle vicende che andranno eventualmente vagliate all'interno di un processo, diventa un esercizio costante governare la propria sfera emotiva a fronte del male che si epifanizza nelle sue peggiori espressioni.
Il giallo di Maralfa è scorrevole e alterna introspezioni più profonde a scene divertenti: equilibrato e ben costruito, denota uno studio a monte dei luoghi del vicentino, dalla natura paesaggistica alla storia della grande guerra fino all'immersione nel dialetto veneto che deriva dal cimbro tedesco. Asiago, paese dove è ambientato principalmente il romanzo, è stato percorso dall'autrice in lungo e in largo: vi è approdata con gli occhi della «turista» per andare via con quelli della «testimone».
Maralfa trae ispirazione da fatti di cronaca vera per poi rielaborarli secondo la sua fantasia. I personaggi sono frutto dell'immaginazione, fatta eccezione soprattutto per due di essi: il protagonista Gaetano Ravidà che un po' le assomiglia caratterialmente per essere «un orsetto munito di corazza»; il medico legale Maria Antonietta Malerba, inserita nelle pagine con la sua vera identità, a sottolineare la forte amicizia che permea nella realtà il legame tra le due donne.
«Un bel libro», dunque, puntuale anche nel riportare i dettagli tecnici come i rapporti tra pubblici ministeri e polizia giudiziaria oltre che le relazioni dei consulenti. Nero su bianco è stato messo finanche il trauma del primo conflitto mondiale, la cui aria amara continua tristemente a respirarsi nelle località coinvolte, tra le trincee, quali musei storici a cielo aperto.
Chicca Maralfa è già all'opera per il suo prossimo scritto. «Spero che le storie possano aiutare a sviluppare un pensiero», conclude l'autrice, «la scrittura non è solo un intrattenimento ma anche uno strumento di analisi interiore».