Un impero da oltre 20 milioni di euro: sequestrato il tesoro di Dello Russo
Operazione dei Carabinieri: sigilli a cinque terreni, quattro fabbricati - fra cui la villa dove risiede - e due società di capitali
giovedì 23 marzo 2023
10.04
Terreni, fabbricati, società di capitali, disponibilità bancarie e mezzi. Ad apporre i sigilli, su disposizione della magistratura, all'impero economico - pari ad oltre 20 milioni di euro - di Roberto Dello Russo, sono stati i Carabinieri che questa mattina hanno eseguito un decreto di prevenzione finalizzato alla confisca dei beni.
I militari del Comando Provinciale di Bari, con l'aiuto della locale Tenenza, hanno eseguito il provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo pugliese (presidente Giulia Romanazzi) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari a carico del 43enne, pregiudicato e indagato per aver promosso e diretto un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti operante su Terlizzi e nelle zone vicine.
[YOUTUBE]
Secondo l'accusa l'associazione avrebbe «gestito in modo monopolistico la piazza di spaccio di Terlizzi» e per tali reati, Dello Russo, tuttora detenuto in carcere - è stato arrestato il 16 marzo scorso nell'ambito dell'operazione "Cocktail" - e ritenuto «il capo indiscusso dell'omonimo clan», da sempre egemone in città, è stato recentemente condannato in primo grado dal Tribunale di Bari a 20 anni di reclusione dopo l'operazione "Anno Zero" eseguita dai Carabinieri ad inizio del 2020.
Il valore del patrimonio sottratto questa mattina alla disponibilità dell'uomo e del suo nucleo familiare è stimato in oltre 20 milioni di euro ed è composto da:
Il provvedimento del Tribunale di Bari ha accolto la proposta dell'Antimafia della locale Procura della Repubblica, formulata sulla base delle verifiche patrimoniali effettuati dalla sezione specializzata del Nucleo Investigativo che ha ricostruito sia la carriera criminale dell'uomo, sia gli introiti del nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario sulla illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe «il compendio del traffico di droga».
«L'importante risultato odierno, frutto della collaborazione tra magistratura e le componenti investigative - si legge in una nota - rappresenta un'ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione, ma attraverso attente ed scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, due preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie locali».
Inoltre, durante gli accertamenti, i militari hanno rilevato l'esistenza di una sproporzione tra il patrimonio a disposizione dell'uomo ed il possesso di beni che non trovavano attinenza col reddito dichiarato. Per gli inquirenti la sua ricchezza, accumulata durante gli ultimi 20 anni, costituirebbe il risultato del traffico di droga.
I militari del Comando Provinciale di Bari, con l'aiuto della locale Tenenza, hanno eseguito il provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo pugliese (presidente Giulia Romanazzi) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari a carico del 43enne, pregiudicato e indagato per aver promosso e diretto un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti operante su Terlizzi e nelle zone vicine.
[YOUTUBE]
Secondo l'accusa l'associazione avrebbe «gestito in modo monopolistico la piazza di spaccio di Terlizzi» e per tali reati, Dello Russo, tuttora detenuto in carcere - è stato arrestato il 16 marzo scorso nell'ambito dell'operazione "Cocktail" - e ritenuto «il capo indiscusso dell'omonimo clan», da sempre egemone in città, è stato recentemente condannato in primo grado dal Tribunale di Bari a 20 anni di reclusione dopo l'operazione "Anno Zero" eseguita dai Carabinieri ad inizio del 2020.
Il valore del patrimonio sottratto questa mattina alla disponibilità dell'uomo e del suo nucleo familiare è stimato in oltre 20 milioni di euro ed è composto da:
- 5 terreni (uliveti, mandorleti, vigneti, seminativi) per un'estensione di oltre 2 ettari ubicati in agro di Terlizzi;
- 4 fabbricati (un appartamento, la sontuosa villa ove risiede il proposto e due estesi capannoni industriali);
- 2 società di capitali, denominate Nuova Adriatica Car s.r.l. e M. Auto s.r.l. ed i relativi compendi aziendali, il cui oggetto sociale è il riciclaggio industriale di metalli e concessionarie di autovetture e di mezzi pesanti. Al 31 dicembre 2021, il volume d'affari complessivo di entrambe le aziende è stato di circa 7 milioni di euro;
- Varie disponibilità bancarie presso 5 istituti di credito;
- 36 tra automobili, autoarticolati e mezzi industriali.
Il provvedimento del Tribunale di Bari ha accolto la proposta dell'Antimafia della locale Procura della Repubblica, formulata sulla base delle verifiche patrimoniali effettuati dalla sezione specializzata del Nucleo Investigativo che ha ricostruito sia la carriera criminale dell'uomo, sia gli introiti del nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario sulla illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe «il compendio del traffico di droga».
«L'importante risultato odierno, frutto della collaborazione tra magistratura e le componenti investigative - si legge in una nota - rappresenta un'ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione, ma attraverso attente ed scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, due preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie locali».
Inoltre, durante gli accertamenti, i militari hanno rilevato l'esistenza di una sproporzione tra il patrimonio a disposizione dell'uomo ed il possesso di beni che non trovavano attinenza col reddito dichiarato. Per gli inquirenti la sua ricchezza, accumulata durante gli ultimi 20 anni, costituirebbe il risultato del traffico di droga.