Una corona di Anthurium in ricordo delle vittime terlizzesi della strage ferroviaria
Celebrata la memoria di Albino De Nicolo e Donata Pepe
sabato 13 luglio 2024
Sono trascorsi già otto anni dal più grave disastro ferroviario mai avvenuto in Puglia, risalente alla maledetta mattina del 12 luglio 2016 quando due treni si scontrarono frontalmente nelle campagne tra la stazione di Andria e quella di Corato, al km 51 della tratta ferroviaria del Nord Barese.
Una collisione violentissima che, da un lato, costò la vita a 23 persone e, dall'altro, cagionò il ferimento di una cinquantina di passeggeri. Le cause del sinistro sono da attribuirsi per lo più a errori umani nella gestione del traffico ferroviario e degli incroci; un lungo e complesso processo è sfociato nel giugno 2023 con la condanna in primo grado, da parte del tribunale di Trani, di due imputati e l'assoluzione degli altri quattordici. Una decisione che per i familiari resta incomprensibile, rinnovando il loro dolore, come più volte ribadito davanti alla stampa nella giornata di ieri.
Anche Terlizzi, a distanza di tempo, rimembra due suoi cittadini, vittime dell'incidente: il capotreno Albino De Nicolo e la nonna Donata Pepe che salvò in un abbraccio il nipotino Samuele. Il loro ricordo risuona nella memoria della nostra comunità, con un dolore perenne che continua a sgorgare nelle famiglie colpite dal lutto.
Ieri mattina, 12 luglio 2024, una corona di Anthurium è stata depositata nel giardino antistante la stazione ferroviaria di Terlizzi, sito in piazza Europa: l'area verde è stata intitolata il 20 ottobre 2017 alle vittime della strage, con l'apposizione di una targa commemorativa recante la dicitura "Comune di Terlizzi – Giardini vittime dell'incidente ferroviario del 12 luglio 2016".
A presenziare al solenne momento di celebrazione il Sindaco Michelangelo De Chirico. «Ci stringiamo col ricordo alle famiglie e alle comunità colpite da questa tragedia», è stato il suo messaggio, prima di recarsi ad Andria per una cerimonia solenne insieme ad altri amministratori delle città colpite dall'immane tragedia del 12 luglio 2016, quando il frinire delle cicale fermò un tempo senza tempo e non fu più sinonimo di estate e spensieratezza. Non per quelle famiglie che chiedono ancora oggi giustizia piena.
Una collisione violentissima che, da un lato, costò la vita a 23 persone e, dall'altro, cagionò il ferimento di una cinquantina di passeggeri. Le cause del sinistro sono da attribuirsi per lo più a errori umani nella gestione del traffico ferroviario e degli incroci; un lungo e complesso processo è sfociato nel giugno 2023 con la condanna in primo grado, da parte del tribunale di Trani, di due imputati e l'assoluzione degli altri quattordici. Una decisione che per i familiari resta incomprensibile, rinnovando il loro dolore, come più volte ribadito davanti alla stampa nella giornata di ieri.
Anche Terlizzi, a distanza di tempo, rimembra due suoi cittadini, vittime dell'incidente: il capotreno Albino De Nicolo e la nonna Donata Pepe che salvò in un abbraccio il nipotino Samuele. Il loro ricordo risuona nella memoria della nostra comunità, con un dolore perenne che continua a sgorgare nelle famiglie colpite dal lutto.
Ieri mattina, 12 luglio 2024, una corona di Anthurium è stata depositata nel giardino antistante la stazione ferroviaria di Terlizzi, sito in piazza Europa: l'area verde è stata intitolata il 20 ottobre 2017 alle vittime della strage, con l'apposizione di una targa commemorativa recante la dicitura "Comune di Terlizzi – Giardini vittime dell'incidente ferroviario del 12 luglio 2016".
A presenziare al solenne momento di celebrazione il Sindaco Michelangelo De Chirico. «Ci stringiamo col ricordo alle famiglie e alle comunità colpite da questa tragedia», è stato il suo messaggio, prima di recarsi ad Andria per una cerimonia solenne insieme ad altri amministratori delle città colpite dall'immane tragedia del 12 luglio 2016, quando il frinire delle cicale fermò un tempo senza tempo e non fu più sinonimo di estate e spensieratezza. Non per quelle famiglie che chiedono ancora oggi giustizia piena.